Il cloud per l’ufficio digitale: l’esperienza del Consiglio regionale della Calabria

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La migrazione al cloud come opportunità, e non come adempimento, per abilitare nuove modalità di gestione dei processi, del lavoro e di collaborazione fra le persone. L’obiettivo a cui tendere è un ufficio completamente digitale che potrà permettere a ciascun dipendente di lavorare anche in smart working in modo strutturale e non emergenziale. Questo il percorso avviato dal Consiglio regionale della Calabria, come ci ha spiegato il CIO Angelo Daniele Scopelliti, raccontando anche la scelta di Microsoft come partner tecnologico

19 Aprile 2022

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Redazione FPA

Photo by Anton Maksimov 5642.su on Unsplash

L’esperienza della pandemia e la necessità di trovare soluzioni per consentire ai dipendenti pubblici di lavorare da remoto è stato un importante momento di svolta per molte amministrazioni pubbliche. È il caso del Consiglio regionale della Calabria e del suo reparto IT che nel giro di pochi giorni ha dovuto affrontare questo cambiamento. “In quell’occasione ci siamo resi conto che se fossimo stati in cloud sarebbe stato tutto più semplice – ricorda Angelo Daniele Scopelliti, CIO del Consiglio regionale della Calabria -. Abbiamo così deciso che non volevamo più nessun pezzo di ferro in sede, ma tutto virtualizzato in cloud”.

L’emergenza ha dato ulteriore impulso ad una necessità di ammodernamento che era già nell’aria. Il data center del Consiglio era stato infatti classificato nel gruppo B, un livello che richiedeva di migrare al cloud della PA. “Al di là della norma, abbiamo considerato la migrazione al cloud una grande opportunità, non un mero adempimento”, precisa Scopelliti, che dalla fine dello scorso anno è stato nominato anche Responsabile della Transizione digitale.

Scalabilità, accessibilità più semplice e sicura da qualunque postazione di lavoro, possibilità di realizzare il backup e disaster recovery in modo facile in siti remoti, riduzione dei costi: ecco i principali benefici che il Consiglio regionale della Calabria si aspetta dal processo per la transizione al cloud, avviato sulla spinta del progetto di razionalizzazione dei data center pubblici promosso da AgID, all’interno del Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione.

Le difficoltà amministrative rallentano, ma non bloccano la transizione

Il primo passo per la migrazione al cloud è stata l’analisi da parte del team IT dei principali cloud provider presenti sul mercato italiano. Dopo una serie di proposte, incontri e prove, la scelta è caduta sul Cloud Microsoft, Azure, già sperimentato con una piccola sottoscrizione finalizzata al backup remoto.
In seguito sono state avviate le procedure amministrative per ottenere le forniture necessarie sia con l’adesione all’accordo Consip (SPC Cloud Lotto 1) sia tramite mercato elettronico.

Il percorso ha incontrato qualche ostacolo iniziale dal punto di vista amministrativo, a causa di un blocco per esaurimento dei fondi a disposizione della convenzione, poi risolto grazie a un successivo intervento normativo di incremento del budget, all’interno del sostegno delle amministrazioni per l’emergenza Covid.

A fine 2021 il progetto è concretamente partito; attualmente sono già stati trasferiti in cloud i primi server e si prevede la conclusione entro l’inizio estate di quest’anno.

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Verso lo smart working diffuso

Il cloud rappresenta il punto di partenza e l’abilitatore per lo sviluppo di nuove modalità di gestione file e documenti e di collaborazione fra le persone. “Puntiamo a portare entro fine anno l’amministrazione in una situazione in cui ogni dipendente potrà operare da una postazione di ufficio digitale, con dati e applicativi fruibili indipendentemente dal luogo in cui si trova e dal dispositivo impiegato”, sottolinea Scopelliti. Per farlo l’ente ha avviato un progetto di trasformazione digitale triennale basato sulla piattaforma Cloud Microsoft che offre all’amministrazione diversi strumenti per la gestione condivisa dei documenti, la collaborazione, la semplificazione delle attività e la messa in sicurezza dei dati.  

L’obiettivo a cui tendere è un ufficio completamente digitale che permetterà a ciascun dipendente di lavorare anche in smart working in modo strutturale e non emergenziale, come accaduto durante la crisi pandemica. L’adozione di un nuovo modo di lavorare sarà anche favorito dall’acquisto di nuovi PC portatili, di recente approvato dal Consiglio Regionale.

Sarà così possibile, ad esempio, superare l’utilizzo delle cartelle condivise grazie a un accesso sicuro alle risorse tramite web. “Questa impostazione ci consentirà di accedere al cloud, ad applicativi e documenti, senza la necessità di utilizzare la VPN e quindi facilitando l’accesso da remoto.”aggiunge il CIO.

Il completamento del percorso contempla la formazione in ambito cloud per le persone IT, già prevista nel contratto Microsoft, mentre per gli utenti finali che utilizzeranno nuovi strumenti di collaboration si prevede un training utile per introdurre gradualmente le nuove metodologie che hanno un impatto diretto sulla loro attività.

“I problemi tecnici ci sono ma si affrontano e si superano. Le maggiori difficoltà sono venute da aspetti di tipo organizzativo, dalle norme da rispettare nel codice appalti, dalla gestione delle convenzioni – sintetizza il CIO -. Per le amministrazioni che avviano oggi la migrazione al cloud, il percorso sarà facilitato grazie ai nuovi strumenti messi a disposizione nel frattempo da Consip”.

Dalla migrazione alla gestione: il controllo della fornitura e dei costi

Conclusa la migrazione si aprirà la fase di gestione del cloud che richiede anche grande attenzione al controllo dei costi. Azure, come quasi tutte le principali piattaforme cloud, prevede cruscotti di monitoraggio per tenere sotto controllo l’impiego dell’infrastruttura e i consumi per poter gestire al meglio l’impostazione pay per use. Sarà infatti possibile programmare automatismi per ottimizzare l’utilizzo delle risorse, un vantaggio sia a livello economico che a livello di sostenibilità.

“Non sono virtuose le amministrazioni che spendono meno ma quelle che spendono bene”

Angelo Daniele Scopelliti, CIO del Consiglio regionale della Calabria

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