L’alternativa open source

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by Tom Magliery

Lo sviluppo dell’open source è sostenuto da comunità internazionali che ne presidiano le aree principali: i sistemi operativi, l’ambiente di sviluppo e il middleware. Di quest’ultima tematica si occupa il’OW2 Consortium, un ente non-profit di cui fanno parte anche aziende italiane. Con Thomas Cedric, CEO dell’OW2 Consortium, abbiamo parlato dello stato dell’arte dell’open source e della nuova mentalità che si sta facendo strada rompendo la dicotomia "open source vs software proprietario". La nuova filosofia è quella della complementarietà e della specializzazione collaborativa.

15 Aprile 2008

Articolo FPA
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by Tom Magliery

Lo sviluppo dell’open source è sostenuto da comunità internazionali che ne presidiano le aree principali: i sistemi operativi, l’ambiente di sviluppo e il middleware. Di quest’ultima tematica si occupa il’OW2 Consortium, un ente non-profit di cui fanno parte anche aziende italiane. Con Thomas Cedric, CEO dell’OW2 Consortium, abbiamo parlato dello stato dell’arte dell’open source e della nuova mentalità che si sta facendo strada rompendo la dicotomia "open source vs software proprietario". La nuova filosofia è quella della complementarietà e della specializzazione collaborativa.

Quale è lo scenario internazionale rispetto ai temi dell’open source?
C’è un crescente interesse per l’open source (OS). Certo permane una paura radicata, un insieme di incertezze e dubbi, ma fortunatamente ogni giorno abbiamo esempi nuovi di aziende consolidate che realizzano software OS. Inoltre i manager dell’Information Technolgy sono sempre più consapevoli del fatto che l’OS è una soluzione complementare a quella del software commerciale. Si sta superando la mentalità che vedeva l’OS e il software proprietario come due soluzioni contrapposte, quasi nemici mortali. Le persone iniziano a capire che l’OS può essere la scelta migliore in alcuni casi, mentre in altri può essere, invece, preferibile optare per il software proprietario.
L’OS non si appresta, quindi, a soppiantare il “commercial software”, ma può completarlo. Questo potrebbe essere visto come un obiettivo poco ambizioso, ma è certamente più realistico.
Sono convinto che il modello di business importato dall’open source stia diventando un punto di riferimento per l’industria dei software.

Quali sono le principali differenze tra gli altri Paesi europei e l’Italia rispetto allo sviluppo e alla “disseminazione” dell’open source?
Alcuni Paesi dimostrano una spinta molto forte verso l’OS che parte proprio dagli organi di governo. Tra quelli della Comunità Europea penso ad alcuni governi regionali della Spagna, ai Landers tedeschi, ad alcuni ministeri della Francia e ad alcune amministrazioni dello Stato svizzero. Per quanto riguarda l’Italia mi sembra che l’incoraggiamento verso l’OS sia piuttosto timido. Forse le cose cambieranno con l’emergere di una industria professionale, ma questa, a sua volta, sarà in grado di svilupparsi solo sulla spinta di un gran numero di contratti pubblici. E’ un po’ come la storia dell’uovo e della gallina, anche se molte nazioni hanno superato questa soglia.

Quali sono le principali direttrici dell’OS?
L’OS tende a svilupparsi ovunque nell’industria dei software. Tuttavia esistono tre principali aree nelle quali l’OS è particolarmente rilevante, ognuna delle quali è guidata da un’organizzazione non-profit: la Linux Foundation è il punto di riferimento per lo sviluppo dell’OS nell’area dei sistemi operativi; la Eclipse Foundation presidia l’ambiente di sviluppo dell’open source; l’OW2 Consortium si sta occupando dell’OS nell’area del middleware. Tutti e tre i settori sono estremamente compatibili con le pratiche dell’OS. Non si può certo dire lo stesso per le applicazioni proprietarie in cui il controllo della patrimonio intellettuale è ancora un vantaggio competitivo.

Come valuta l’impegno italiano nello sviluppo di reti open source?
All’OW2 Consortium vediamo alcune aziende italiane molto attive. Uno dei nostri membri strategici è Engineering Ingegneria Informatica, uno dei leading system integrators in Europa, che ha una strategia proattiva nei confronti dell’OS. Anche Funambol e Orbeon, sebbene siano due aziende con sede all’estero, hanno manager e sviluppatori di software italiani. Ognuna di queste tre aziende ha progettato un software tra i più popolari (in termini di download) del Consorzio OW2. Siamo molto ottimisti sulla crescita dei membri italiani del Consorzio.

Ecco a proposito del Consorzio, perché nasce e con quali obiettivi?
La mission del Consorzio e dei suoi membri è di sviluppare un codice base sul middleware per l’open source e incoraggiare la nascita di un ecosistema aziendale vibrante. Quest’obiettivo viaggia su due strade: una tecnologica, l’altra economica. Il Consorzio OW2 è all’avanguardia e tiene in considerazione il fatto che l’open source non significa più soltanto sviluppare software, ma anche fare business. C’è una grande compatibilità tra il middleware e l’open source. Le stesse aziende di system integrations, ad esempio, possono cooperare per lo sviluppo di una componente middleware e nel frattempo competere per offrire una soluzione concorrente più competitiva.

Chi sono i vostri membri?
A Marzo 2008 il Consorzio OW2 conta 13 membri strategici, 41 raggruppamenti aziendali e 860 membri individuali. I membri strategici sono organizzazioni che scelgono di impostare lo sviluppo delle proprie soluzioni sull’ecosistema OW2. Tra i 41 membri aziendali ci sono tre grandi organizzazioni, 17 tra piccole e medie, 12 micro (le categorie di organizzazioni seguono la definizione della Comunità Europea), tre università e sei laboratori di ricerca.
Come può vedere c’è una grande proporzione di piccole aziende: sono i tipici attori di nicchia che rappresentano la forza innovativa del nostro sistema economico. Anche la presenza del mondo accademico è consistente. Si tratta di una deliberata strategia poiché la ricerca aiuta a tenere un vantaggio competitivo proprio attraverso l’innovazione.

Qual è il vostro risultato più importante nella promozione dell’open source?
Il consorzio OW2 è l’unica organizzazione dedicata a costruire un ecosistema economico globale centrato sul middleware open source. Abbiamo già fuso due comunità sull’OS: l’europea ObjectWeb, e la cinese OrientWare. Ci stiamo ora espandendo in America Latina. Siamo orgogliosi di dire che aiutiamo le comunità a sviluppare le proprie competenze sul middleware. Questo proponimento strategico è particolarmente importante in quelle regioni dove non c’è una posizione dominante nel mercato del middleware.

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