Click Day di INAIL, cos’è e quale tecnologia evita il crash

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Gestire la complessità di un’infrastruttura come quella di un Click Day, vuol dire prevedere il comportamento del sistema in qualunque scenario di utilizzo. Per non rischiare il crash, è utile testare le performance in numerosissimi scenari virtuali. INAIL lo ha fatto, implementando, nel 2012, Loadrunner Cloud di MicroFocus (oggi OpenText)

21 Marzo 2023

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Redazione FPA

Se fino a qualche anno fa le pratiche digitali erano numericamente contenute, oggi non è più così: qualsiasi servizio, qualsivoglia processo produttivo, amministrativo, commerciale è nativamente digitale e registra interazioni con migliaia di utenti, spesso in un lasso temporale strettissimo.

Per tali ragioni, il performance testing delle piattaforme e delle applicazioni assume via via maggiore rilevanza.

Simulando tutti gli scenari possibili, dalla funzionalità di base all’attacco hacker, da improvvisi picchi di accessi a connessioni geograficamente distribuite nel mondo, gli stress test dei sistemi informatici possono aiutare gli sviluppatori a individuare le criticità e a risolverle, evitando disguidi nelle fasi operative future. Sulle opportunità per la PA di effettuare il performance testing, ne abbiamo parlato in maniera approfondita in questo articolo.

In riferimento invece a esperienze concrete, tra le PA che hanno sperimentato le ricadute benefiche dei performance testing sullo sviluppo e sull’ottimizzazione delle piattaforme applicative, c’è INAIL.

Cos’è il Click Day di INAIL

Dal 2010, INAIL eroga alle Pmi finanziamenti a fondo perduto per la realizzazione di progetti mirati a incrementare la sicurezza negli ambienti di lavoro. Ogni anno, il bando (ISI n.d.r.) richiama un gran numero di imprese interessate ad aggiudicarsi parte dei corposi fondi messi a disposizione. La metodologia scelta da INAIL per individuare le aziende aggiudicatarie è il Click Day, una sorta di gara telematica che porta a erogare i fondi alle imprese in ordine di richiesta. La normativa, infatti, dispone che i finanziamenti alle imprese possano essere erogati attraverso due procedimenti: “a graduatoria” e “a sportello”, in base al criterio dell’ordine cronologico.

Il crash del primo click day nel 2011

Tredici anni fa, l’ente scelse la modalità Click Day e all’infrastruttura sviluppata a questo scopo dall’ente era richiesto, fin dal principio, di gestire una mole ingente di accessi contemporanei. Tuttavia, ci racconta Flavio Nicola Iodice, Dirigente dell’ufficio Servizi Digitali, Direzione Centrale per l’Organizzazione Digitale, INAIL nel corso del webinar organizzato da FPA e MicroFocus (oggi OpenText): “Il primo click day avvenne il 12 gennaio 2011. Avevamo utilizzato un’applicazione tradizionale, che comprendeva l’autenticazione dell’utente, un questionario per superare la soglia di sbarramento e la possibilità di avere un esito immediato. Purtroppo, si verificò un crash del sistema, che portò anche qualche contenzioso”.

La prima reazione dei dirigenti dell’INAIL fu quella di prendere coscienza di una serie di criticità. Innanzitutto, in una procedura informatica, l’ordine cronologico di accesso non può essere garantito, perché il criterio della velocità di accesso è falsato dalle problematiche infrastrutturali in caso di elevato traffico: interviene, dunque, un elemento di casualità nella registrazione telematica delle domande; in più, qualsiasi sistema informatico era (ed è) vulnerabile dal punto di vista dei possibili cyber attacchi da parte degli hacker.

Come INAIL ha risolto le criticità del sistema

Successivamente INAIL lavorò molto per attenuare gli effetti delle problematiche sul meccanismo della gara telematica, organizzando, per esempio, un Click Day in ogni regione, in luogo di un unico evento a livello nazionale. In più, il budget fu suddiviso per regioni e assi di finanziamento, ottenendo 147 graduatorie diverse.

Nel 2012, poi, il momento della compilazione della domanda e l’apertura dello sportello telematico vennero disaccoppiati, sia dal punto di vista temporale, sia architetturale. Alla conclusione della compilazione del questionario, era prevista l’assegnazione di un codice identificativo (token) ad ogni azienda partecipante. In un secondo momento, alle aziende veniva chiesto di inserire il codice nel sistema e, solo a quel punto, i partecipanti al bando venivano valutati in ordine di inserimento dei codici.

La soluzione scelta da INAIL: il performance testing

L’esperienza del crash e la necessità di implementare correttivi in corso d’opera, fecero comprendere che i metodi tradizionali di testing non erano né sufficienti né adeguati a gestire la complessità del Click Day. “Strutturammo un Click Day diviso in sei momenti diversi e utilizzammo server partizionati – continua Iodice -. I captcha di mercato furono sostituiti con quesiti gestiti a livello applicativo e, infine, rinunciammo anche alle autenticazioni dell’utente”. Nel 2012 l’ente decise di ricorrere a test prestazionali intensi su cloud, attraverso uno strumento capace di simulare situazioni simili, a quelle che si sarebbero potute verificare durante il Click Day.

Almaviva supportò INAIL nella ricerca e implementazione del performance testing tool più adeguato. “Grazie all’esperienza maturata nell’ambito dei servizi PaaS e della conoscenza profonda dei processi di INAIL, ci è stato possibile customizzare la soluzione di testing on cloud di MicroFocus (oggi OpenText): Loadrunner Cloud”. A raccontarlo è Alberto Giaccone, Group Chief Information Officer di Almaviva. “Abbiamo creato una metodologia di testing molto efficace, non solo dal punto di vista prestazionale, ma anche di disponibilità e individuazione dei punti di miglioramento”.

Gli specialisti di INAIL, Almaviva e MicroFocus (oggi OpenText) lavorarono insieme per creare i test, analizzarne i risultati e implementare i correttivi. “La natura cloud native e la scalabilità della soluzione, dunque, ci permisero di condurre un gran numero di test, variando di volta in volta il numero degli utenti virtuali e la loro distribuzione geografica; inoltre, simulando anche diversi tipi di connessione e di attacchi informatici. Il tutto per osservare il comportamento dell’applicazione”, continua Giaccone. “Questo tipo di infrastruttura, da subito, ci permise di individuare in maniera molto rapida i colli di bottiglia applicativi e di trovare i punti in cui i sistemisti potessero migliorare la prestazione dell’applicazione INAIL”. Da allora l’improvement del sistema è stato continuo e ha permesso di ridurre la durata delle sessioni da 3 giorni ai 20 minuti attuali.

La migliore soluzione sul mercato secondo Forrester

“Una citazione di Gartner dice che le prestazioni dipendono da come l’applicazione è progettata e realizzata. Ecco perché il performance testing deve essere eseguito lungo tutto il ciclo di vita delle applicazioni” spiega Riccardo Sanna, Application Delivery Pre-sales Leader, Micro Focus (oggi OpenText). Loadrunner Cloud è un tool avanzato di performance testing, noto per la sua grande capacità di supportare una vasta gamma di protocolli e di simulare traffico di rete in scenari realistici. Lo strumento è in grado di affinare l’applicazione anche a livello dei micro-servizi e permette la collaborazione tra team. Le sue caratteristiche, frutto della produttività dell’azienda, hanno portato Loadrunner Cloud in cima alla classifica 2022 delle soluzioni di performance testing sul mercato, stilata dall’Istituto di ricerca Forrester.

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