Il Decreto semplificazioni individua dodici misure per accelerare la digitalizzazione pubblica. Le PA sono pronte? Intervista ad Antonio Menghini di DXC Technology
10 Dicembre 2020
Redazione FPA
Indici europei come il DESI, confermano che nel nostro Paese c’è un forte dislivello tra disponibilità dei servizi digitali offerti dalla Pubblica Amministrazione e il loro effettivo utilizzo da parte di cittadini e imprese. Sull’offerta superiamo la media dei paesi UE (92 vs 90), ma la domanda è molto bassa: solo il 32% degli utenti italiani usufruisce dei servizi di e-government, contro una media EU del 67%.
Eppure lo sviluppo di servizi pubblici digitali a misura di cittadino è uno dei cardini della complessiva strategia di digitalizzazione della PA. Il Piano Triennale per l’Informatica Pubblica riconosce un ruolo cruciale ai servizi digitali, e con il Decreto Semplificazione e Innovazione Digitale i servizi sono intesi come tassello fondamentale per la semplificazione e il rilancio economico del Paese, dopo la crisi generata dalla pandemia.
Sono dodici le misure previste dal ministero dell’Innovazione e contenute nel decreto. Tra queste: entro febbraio 2021 l’accesso a tutti i servizi digitali delle Pubblica amministrazione dovrà avvenire esclusivamente tramite l’identità digitale Spid o la carta d’identità elettronica. Ed entro la stessa data le PA dovranno iniziare a consentire l’accesso ai servizi digitali con l’App “Io”, il canale unico di accesso a tutti i servizi della Pubblica amministrazione. Le PA sono pronte?
Eleonora Bove di FPA ne parla con Antonio Menghini, responsabile settore pubblico per il Sud Europa di DXC Technology.