Negli ultimi due anni abbiamo capito l’importanza delle tecnologie per la videocomunicazione: strumenti centrali per lo smart working e che lo saranno ancora di più in ottica di lavoro ibrido, per far collaborare persone in presenza e da remoto. Quali sono gli elementi su cui puntare? Ne abbiamo parlato con Simone Lo Russo, fondatore e Amministratore unico di Impianti S.p.a.
17 Marzo 2022
Redazione FPA
Gli ultimi due anni hanno spinto sia le aziende che le pubbliche amministrazioni a una digitalizzazione che potremmo definire se non “forzata” quantomeno “accelerata”, coinvolgendo tutte le realtà, anche quelle che erano ancora lontane da alcuni approcci e processi, in un percorso di trasformazione che avrebbe impiegato diversi anni ad affermarsi in questo modo. Stiamo parlando soprattutto di un cambiamento di mentalità, per cui alcune tecnologie e le opportunità che offrono sono diventate familiari anche per chi non le aveva mai approcciate. Senza nascondere le difficoltà che ancora esistono, si tratta certamente di un percorso ormai avviato, da cui non possiamo tornare indietro. Lo sanno bene le aziende che su questi temi lavorano da anni e che hanno percepito nettamente il cambio di passo. Tra queste c’è Impianti S.p.a., azienda con 30 anni di attività e nuovo partner di FPA. Impianti è system integrator nei settori dell’ICT e dell’audio video e in particolare negli ultimi dieci anni si è specializzata in soluzioni di videocomunicazione nella PA, oltre che nel mondo privato, lavorando soprattutto con grandi amministrazioni centrali.
“In questo periodo c’è stata una grossa evoluzione nell’approccio a questi servizi – ci conferma Simone Lo Russo, fondatore e Amministratore unico di Impianti S.p.a. – il termine videoconferenza è ormai superato e la videocomunicazione nella PA è per noi il nuovo focus. Oggi c’è un approccio che ci permette di lavorare con la pubblica amministrazione in una modalità completa, sia dal punto di vista della progettazione che della realizzazione della migliore soluzione in termini costi-benefici”.
“La pandemia ha accelerato di circa cinque anni i processi di trasformazione digitale e come è evidente, in particolare, l’approccio alla collaborazione da remoto. Sono stato stupito positivamente della reazione dei dirigenti e degli operatori nel settore It e Ict con i quali lavoriamo nel momento del primo lockdown. È chiaro che ora si è passati da un momento emergenziale a momento di consolidamento, in cui anche grazie alle risorse del PNRR si deve investire in maniera mirata”.
“Quello che è cambiato è che mentre prima la videoconferenza era vista come una soluzione per pochi, costosa e complicata, oggi si chiede innanzitutto semplicità e un costo sostenibile. C’è la necessità e la possibilità di realizzare molte più sale, molti più punti d’incontro. Abbiamo capito che fare smart working è possibile e che si possono usare le tecnologie di videocomunicazione nella PA non solo per risparmiare sulle trasferte, come si pensava anni fa, ma per migliorare la qualità della vita e del lavoro, facendo collaborare in modalità ibrida persone in presenza e da remoto”.
La diffusione delle cloud platform che tutti ormai conosciamo e utilizziamo ha reso più semplice questo passaggio grazie a diversi fattori, in particolare, sottolinea Lo Russo: un utilizzo semplice e accessibile a tutti (anche a persone che non erano formate per farlo) e un vantaggio dal punto di vista gestionale, dato che l’infrastruttura non è più interna all’amministrazione e il servizio è erogato in modalità as a service, con una continuità di servizio molto elevata.
“Nel prossimo futuro – conclude Lo Russo – io vedo grandi opportunità dall’integrazione tra i sistemi di collaborazione e gli altri software che utilizziamo, quindi dovremmo usare un unico strumento per comunicare, per la posta e il calendario, per prenotare gli spazi e le sale, uno postazione di lavoro e anche il parcheggio. Il tutto in una logica di efficienza e semplicità. Senza dimenticare, però, il tema dell’‘idonea dotazione’, per cui il dipendente pubblico deve avere gli strumenti adatti e corretti per poter lavorare da remoto”.