Politiche di coesione: come i Fondi Strutturali migliorano i territori e la qualità della vita dei cittadini

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Nell’ambito della nuova governance delle politiche di coesione, l’Agenzia per la coesione territoriale ha assunto un ruolo di coordinamento centrale dell’attuazione con l’obiettivo di raggiungere i risultati attesi, accelerare la spesa, supportare le politiche di coesione e sorvegliarne gli effetti e l’efficacia. Sono numerosi i casi concreti che declinano le politiche di coesione sui territori, oggetto della campagna di comunicazione “60 progetti per 60 anni”. Interventi che realizzano quel cambio di passo del paese che fanno raggiungere risultati attesi che la programmazione 2007-2013 si era proposta. Ne abbiamo parlato con Maria Ludovica Agrò, Direttore Generale dell’Agenzia per la coesione territoriale

21 Aprile 2017

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Patrizia Fortunato

Un più forte e mirato accompagnamento alle Amministrazioni, per dare risposte concrete ed efficaci ai fabbisogni espressi dai territori ed intraprendere percorsi virtuosi di sviluppo e miglioramento della capacità progettuale: è questa, in sintesi, la politica di coesione secondo quanto affermato dal Direttore Generale dell’Agenzia per la coesione territoriale, Maria Ludovica Agrò. “Una politica che guarda allo sviluppo dei territori e alla qualità della vita dei cittadini – continua il DG – con l’obiettivo di non lasciare mai nessuno indietro e neutralizzare le differenze tuttora esistenti tra il Nord e il Sud del Paese”.

“All’Agenzia spetta la funzione di connessione tra l’Europa, le Amministrazioni centrali e regionali e gli enti locali – aggiunge Maria Ludovica Agrò – guardando in modo particolare all’attuazione delle politiche di coesione finanziate non solo da fondi strutturali, ma da risorse nazionali che sono una parte rilevante della politica di coesione. Con questi auspici, l’Agenzia è stata istituita nel 2013 ma ha avviato effettivamente le sue attività alla fine del 2014″.

Nell’ambito della nuova governance delle politiche di coesione, l’Agenzia “ha assunto un ruolo di coordinamento centrale dell’attuazione – continua il DG dell’Agenzia – con l’obiettivo di raggiungere i risultati attesi, accelerare la spesa, supportare le politiche di coesione e sorvegliarne gli effetti e l’efficacia. E in questo modo avere un impatto reale sullo sviluppo economico del Paese”.

Sono numerosi i casi concreti che declinano le politiche di coesione sui territori e che sono stati oggetto della campagna di comunicazione “60 progetti per 60 anni”, realizzata dall’Agenzia in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione Europea in Italia e le Autorità di Gestione dei Programmi Operativi Nazionali e Regionali

“La campagna rappresenta la necessità assoluta di parlare di fondi strutturali non soltanto con riferimento alle risorse impiegate ma soprattutto alle ricadute concrete – spiega il DG Agrò -, gli interventi che incidono sulle dinamiche di sviluppo dei territori e colmano i gap esistenti nelle realtà che sono rimaste indietro”.

Ecco alcuni esempi.

Tra i progetti di eccellenza nel “settore dei trasporti” ricordiamo la metropolitana di Napoli, le 3 linee tranviarie di Palermo, il prolungamento delle tratte metropolitane della Ferrovia Circumetnea nella città di Catania, la realizzazione della metropolitana leggera di Cagliari, le linee tramviarie che collegano Firenze con i Comuni dell’Area Metropolitana, e la piattaforma integrata per supportare il trasporto e la logistica delle merci nello scalo ferroviario di Bari Ferruccio.

Nel “settore cultura” è molto rilevante il grande progetto Pompei che ha restituito dignità agli scavi, la riqualificazione energetica della Reggia di Venaria Reale in Piemonte e il restauro della cattedrale di Matera.

Per quanto riguarda la “ricerca”, si segnala un progetto della Regione Puglia sui nuovi motori per i veicoli commerciali leggeri, la rete di Tecnopoli per le aziende dell’Emilia Romagna e l’ innovation platform per le strategie di specializzazione intelligente in Lombardia, particolarmente importante come strumento facilitatore per le transazioni tecnologiche. E poi ancora un progetto attuato in Veneto per lo sviluppo delle tecnologie riabilitative della mano in ambiente di realtà aumentata e l’apertura di un centro per la posa in opera di apparecchiature di telemedicina, presso l’ospedale di Ceglie Messapica in Puglia.

Nel “settore legalità e sicurezza” si segnalano i progetti relativi alla gestione e al riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata, come ad esempio “La bottega dei sapori” a Corleone realizzata nell’abitazione del boss Provenzano, la fornitura di elicotteri di medio raggio per la ricerca e il soccorso di vite umane in mare.

“La copertura della banda ultra larga in Calabria, che ne ha fatto una delle regioni a più alta connessione, è il progetto più significativo come innovazione”.

Hanno avuto un enorme impatto sui territori, infine, gli interventi di riqualificazione urbana e inclusione sociale, come ad esempio il programma PLUS della Regione Lazio sulle città, l’iniziativa Occupazione Giovani dal Fondo sociale europeo, e il progetto Selfemployement per sviluppare le idee di business.

Un ventaglio di interventi molto vari in quanto “la politica di coesione è contraddistinta da obiettivi tematici che contemplano investimenti diversi tutti necessari e contraddistinti – precisa il DG Agrò – da una forte attenzione ai risultati attesi da raggiungere”.

Le politiche di coesione risultano efficaci ancora di più alla luce dei risultati della programmazione 2007-2013, conclusa ufficialmente il 31 marzo 2017.

“Il ciclo 2007-2013 è stato un periodo di programmazione molto difficile – aggiunge Maria Ludovica Agrò – con una crisi economica internazionale di cui ancora avvertiamo le conseguenze. A causa delle congiunture sfavorevoli, nel 2011 la spesa era ferma al 15%. Nonostante tutto, i risultati emersi in chiusura sono straordinari, con un assorbimento del 101% delle risorse comunitarie a disposizione e compresa la quota del cofinanziamento nazionale. L’Italia – continua il DG dell’Agenzia – è stata uno dei pochi paesi ad aver fatto convergere tutti i fondi strutturali e di investimento, verso i medesimi obiettivi con una forte accelerazione nella spesa a partire dal 2014, quando la certificazione ammontava a 26 miliardi circa. Il dato della chiusura si attesta, invece, a 46,242 mld di spese certificate su 45,781 mld di spese programmate”.

E anche in quei casi in cui la certificazione della spesa sembrava andare a rilento, si è registrata una rimonta straordinaria. Come nel caso della Regione Siciliana, che si attesta ad una quota di assorbimento pari al 97%, con un tasso di errore bassissimo (poco meno dell’1%) grazie anche alla sinergia eccellente fra strutture centrali e regionali.

“La chiusura della programmazione 2007-2013 restituisce un’immagine assolutamente positiva dell’azione delle Regioni del Mezzogiorno d’Italia – continua il DG Agrò -. Le amministrazioni hanno fatto il massimo per migliorare la vita dei cittadini e le condizioni in cui operano le imprese”.

Sono interessanti i dati relativi alle spese certificate per ogni singolo settore: 5,6 miliardi per trasporti e infrastrutture, oltre 5 miliardi per ricerca e innovazione, 4,2 miliardi per l’istruzione, 2,7 miliardi per l’ambiente e la prevenzione dei rischi, 1,2 miliardi per la mobilità e 4,8 miliardi per l’occupazione.

Particolarmente impegnative le sfide che attendono l’Agenzia per la Coesione territoriale nei prossimi anni: alle amministrazioni nazionali e regionali è data la possibilità di accedere ad una ingente quantità di risorse la quale potrà contribuire ad una crescita economica del Paese più inclusiva, intelligente e sostenibile, in accordo con la strategia “Europa 2020”.

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