Concorsi pubblici: come funzionano e come partecipare

Home Riforma PA Concorsi pubblici: come funzionano e come partecipare

Come si accede e come si svolgono i concorsi pubblici? Un focus aggiornato con i cambiamenti introdotti dopo la pandemia Covid-19

9 Giugno 2021

F

Redazione FPA

Photo by Mikael Kristenson on Unsplash - https://unsplash.com/photos/3aVlWP-7bg8

Emergenza Covid-19 e concorsi pubblici

L’emergenza epidemiologica da COVID-19 ha imposto l’adozione di misure per contenere la diffusione del virus. Tra queste, anche la sospensione dello svolgimento delle prove per i concorsi pubblici.

La Direttiva n. 2 del 2020 del Ministro per la pubblica amministrazione stabilisce che “Per effetto dell’articolo 1, comma 1, del DPCM 9 marzo 2020, su tutto il territorio nazionale fino al 3 aprile 2020, sono sospese le procedure concorsuali per l’accesso al pubblico impiego ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati è effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica; sono inoltre esclusi dalla sospensione i concorsi per il personale sanitario, ivi compresi gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo, e quelli per il personale della protezione civile, i quali devono svolgersi preferibilmente con modalità a distanza o, in caso contrario, garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di cui all’allegato 1 lettera d) del DPCM 8 marzo 2020”.

Il decreto legge n.18 del 2020 (cosiddetto “Cura Italia”) al comma 5 prevede la sospensione dei concorsi pubblici per l’accesso al pubblico impiego per sessanta giorni a decorrere dal 17 marzo 2020. “Sono esclusi i casi in cui la valutazione dei candidati viene effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica. Restano valide le procedure per le quali risulti già ultimata la valutazione dei candidati e la possibilità di svolgimento dei procedimenti per il conferimento di incarichi, anche dirigenziali, che si instaurano e si svolgono in via telematica, ivi incluse le procedure relative alle progressioni tra le aree riservate al personale di ruolo”.

La Circolare 2/2020 del Ministro per la pubblica amministrazione (1 aprile 2020) fornisce indicazioni organizzative e orientamenti applicativi alle amministrazioni in relazione alle disposizioni del decreto “Cura Italia” e precisa che per effetto di tale norma, le procedure concorsuali per l’accesso al pubblico impiego sono sospese, ma “che una procedura concorsuale interamente telematica può essere esperita anche se si trova attualmente nella fase iniziale”.

Inoltre nel decreto “Cura Italia”, si parla di “procedure concorsuali più rapide, premiando il valore delle persone, favorendo nuove competenze e accelerando il reclutamento nella PA”. “Con il ‘Cura Italia’ il Governo fornisce al Paese uno scudo robusto, uno strumento efficace di difesa adeguato a contrastare l’epidemia. Nella Pa – ha sottolineato il Ministro Dadone – tuteliamo i dipendenti e intanto guardiamo al futuro con più tecnologia, più smart working e concorsi più snelli che valorizzano il merito”.

Il 28 aprile 2020 il Ministro Dadone, parlando alla commissione Affari costituzionali della Camera, ha detto: “Per snellire e semplificare le procedure dei concorsi si intende applicare, in via derogatoria fino al 31 dicembre 2020, un massiccio ricorso all’utilizzo degli strumenti digitali, decentrando le prove in più sedi sul territorio nazionale con lo scopo di evitare, stante le misure di contenimento per il Covid-19, lo spostamento dei candidati. Saranno – ha precisato ancora Dadone – prove veloci e digitalizzate, fermi restando i principi di trasparenza, imparzialità e buon andamento dell’amministrazione”.

Questa misura è contenuta nel DL “Rilancio” (DL 19 maggio 2020, n. 34, convertito con Legge n. 77 del 17 luglio 2020) che prevede, appunto, procedure concorsuali più snelle grazie al digitale e dislocazione territoriale delle prove. Nel dettaglio, i concorsi per il reclutamento di personale non dirigenziale sono svolti, ove possibile, presso sedi decentrate e attraverso l’utilizzo di tecnologia digitale sia per le prove scritte che per l’orale. La misura è prevista come sperimentale fino al 31 dicembre 2020.

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 gennaio 2021 dispone (articolo 1, comma 10, lettera z) che “a decorrere dal 15 febbraio 2021 sono consentite le prove selettive dei concorsi banditi dalle pubbliche amministrazioni nei casi in cui è prevista la partecipazione di un numero di candidati non superiore a trenta per ogni sessione o sede di prova, previa adozione di protocolli adottati dal Dipartimento della Funzione Pubblica e validati dal Comitato tecnico-scientifico di cui all’articolo 2 dell’ordinanza 3 febbraio 2020, n. 630, del Capo del Dipartimento della protezione civile”. La norma si riferisce allo svolgimento “in presenza” delle prove concorsuali, mentre restano prive di limitazioni le procedure per le quali la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari o in modalità telematica. Sono comunque esclusi i concorsi per il personale del servizio sanitario nazionale. La norma prevede quindi lo svolgimento “in presenza” delle prove selettive delle procedure concorsuali bandite dalle amministrazioni pubbliche, ma limitate alla presenza di 30 candidati (in sede o per sessione) e all’adozione di protocolli adottati dal Dipartimento della Funzione Pubblica e validati dal Comitato tecnico-scientifico.

A febbraio 2021 arriva, quindi, il Protocollo concorsi pubblici del Dipartimento Funzione Pubblica, validato dal CTS nel corso della seduta del 29 gennaio 2021, che fornisce “indicazioni volte alla prevenzione e protezione dal rischio di contagio da COVID – 19 nell’organizzazione e la gestione delle prove di concorso rientranti nell’ambito di applicazione del DPCM 14 gennaio 2021”.

PNRR e Concorsi pubblici

Per rispondere alle necessità degli interventi previsti nel PNRR, le amministrazioni avranno bisogno di un rafforzamento degli organici attraverso l’inserimento di personale qualificato.

Proprio per supportare le amministrazioni pubbliche nell’attuazione dei progetti del Recovery Plan, il 25 marzo 2021 il Ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, illustrano le procedure per la selezione rapida (modalità “fast track”) di 2.800 tecnici qualificati da assumere a tempo determinato nelle regioni del Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Viene anche illustrato il cronoprogramma per garantire le assunzioni entro luglio 2021. Cinque i profili tecnici richiesti: ingegneri, esperti gestionali, project manager del territorio, amministrativi giuridici e project data analyst. Vengono definite le modalità del concorso: prima selezione sui titoli, un’unica prova digitale in più sedi decentrate, pubblicazione delle graduatorie, assunzioni veloci. Il bando per l’assunzione di questi 2.800 tecnici viene pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 6 aprile 2021. I candidati risulteranno 81.150 – il 55,2% donne – per un totale di 99.357 candidature presentate per i cinque profili messi a bando.

Il Decreto Legge 1 aprile 2021 n. 44 (il cosiddetto “decreto Covid”), approvato approvato definitivamente dal Parlamento il 25 maggio 2021 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1 giugno 2021 (coordinato con la legge di conversione 76/2021), all’articolo 10 contiene la riforma dei concorsi pubblici. Vengono definite le nuove regole per sbloccare i concorsi già banditi, per quelli che saranno banditi durante lo stato di emergenza e per quelli a regime. All’insegna della massima sicurezza, grazie al nuovo Protocollo validato dal Cts, della digitalizzazione e della semplificazione. La “riforma dei concorsi pubblici” è contenuta all’articolo 10 del Decreto legge 44/2021. Qui una spiegazione in dettaglio: “Niente più carta e penna, a regime una sola prova scritta digitale, ma in presenza, e una prova orale. Valutazione iniziale dei titoli di studio per le figure ad alta specializzazione tecnica, nel segno della corrispondenza ragionevole tra richiesta dell’amministrazione e livello del posto messo a bando”.

Il 15 aprile 2021 arriva il nuovo Protocollo per lo svolgimento dei concorsi pubblici, validato dal Comitato tecnico-scientifico a fine marzo 2021. Tra le novità introdotte, l’obbligo di presentazione, per tutti i candidati e per il personale addetto alle selezioni, del referto negativo relativo a un tampone rapido o molecolare effettuato non oltre le 48 ore antecedenti lo svolgimento delle prove. Il nuovo Protocollo della Funzione pubblica per lo svolgimento dei concorsi pubblici modifica e aggiorna quello del 3 febbraio 2021 emanato in attuazione del Dpcm 14 gennaio 2021. L’aggiornamento si è reso necessario per rimuovere alcuni vincoli, a partire da quello dei 30 partecipanti a sessione per lo svolgimento delle prove in presenza, che rendevano impossibile lo svolgimento dei concorsi a molte amministrazioni. Il tetto non è più previsto, ma sono state introdotte regole più stringenti per garantire la sicurezza anti-contagio.


Versione dell’articolo precedente alle misure introdotte durante la pandemia Covid-19

Quali sono i principali elementi che costituiscono le fondamenta per il funzionamento dei concorsi pubblici in Italia? Partiamo da qui.

Funzionamento e legislazione dei concorsi pubblici

Lavorare nelle amministrazioni pubbliche

Possiamo definire amministrazioni pubbliche tutte le amministrazioni gestite dallo Stato, quali le regioni, le province e i comuni, ma anche le istituzioni educative, le aziende e amministrazioni ad ordinamento autonomo, le camere di commercio e tutti gli enti non economici nazionali, regionali o locali.

Le amministrazioni statali utilizzano i concorsi pubblici per soddisfare il loro bisogno di personale preparato e competente. Per ottenere un incarico all’interno della pubblica amministrazione è quindi necessario sostenere diverse prove e si viene valutati da una commissione esaminatrice appositamente predisposta.

È importante ricordare tre aspetti che possono interessare chi è interessato a sostenere un concorso pubblico: prima di tutto le graduatorie formatesi successivamente ai concorsi sono valide per più anni (solitamente tre) e sono un bacino di personale a cui le pubbliche amministrazioni attingono in casi di carenza d’organico. Poi bisogna ricordare che oltre la metà delle prove d’esame sono concentrate sulle stesse materie, dunque un potenziale candidato può partecipare a più concorsi contemporaneamente. Infine ci sono alcuni concorsi, i cosiddetti maxi-concorsi, che mettono a disposizione un numero di posti particolarmente elevato e presentano dunque una maggiore probabilità d’accesso all’interno della pubblica amministrazione.

Il quadro normativo di riferimento

La legislazione in materia di concorsi pubblici è cambiata molto negli anni, con un progressivo adattamento a canoni in merito a: legalità, trasparenza, imparzialità, efficienza e buon andamento. Vediamo quindi il quadro normativo di riferimento aggiornato a novembre 2019.

Per analizzare la legislazione relativa all’ambito dei concorsi pubblici è particolarmente utile fare riferimento alle linee guida, presenti nella Direttiva n. 3 del 24 aprile 2018, predisposte dall’allora Ministro per la semplificazione pubblica e la pubblica amministrazione Marianna Madia.

Le linee guida si aprono citando l’articolo 35, comma 5.2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, il quale prevede l’emanazione di “linee guida di indirizzo amministrativo sullo svolgimento delle prove concorsuali e sulla valutazione dei titoli, ispirate alle migliori pratiche a livello nazionale e internazionale in materia di reclutamento del personale, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, vigente in materia”.

Si collocano in un processo più ampio di riforma della materia dei concorsi pubblici, dovuto principalmente alla necessità di aggiornare e di migliorare la qualità, le caratteristiche professionali e le competenze di coloro che lavorano all’interno delle pubbliche amministrazioni.

All’interno di questo panorama le modalità che regolano le procedure di reclutamento sono direttamente connesse con la recente disciplina in ambito della programmazione dei fabbisogni introdotta dal decreto legislativo n. 75 del 2017. Tale disciplina ha come obiettivo quello di identificare figure professionali competenti per un miglior funzionamento delle amministrazioni. Così la procedura di reclutamento alla base dei concorsi pubblici ha la funzione di reclutare i candidati migliori relativamente a queste figure professionali.

Le dichiarazioni delle linee guida

A tal proposito è necessario citare le dichiarazioni presenti all’interno delle linee guida precedentemente prese in considerazione: “Obiettivo delle presenti linee guida – adottate, ai sensi dell’articolo 35, comma 5.2. del decreto legislativo n. 165 del 2001, previo accordo in sede di Conferenza Unificata del 19 aprile 2018 – è dunque quello di favorire pratiche e metodologie finalizzate a raggiungere l’obiettivo dei concorsi pubblici: quello di reclutare i candidati migliori in relazione alle esigenze delle amministrazioni.”

Le linee guida di indirizzo amministrativo, muovendosi nell’ambito dei principi e delle disposizioni dettate dal quadro normativo vigente, sono ispirate (come abbiamo affermato precedentemente) a regole di legalità, trasparenza, imparzialità, efficienza e buon andamento, che presidiano l’accesso per concorso all’impiego nelle pubbliche amministrazioni. A tal proposito le norme generali di riferimento si possono rintracciare: nell’articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001; nel D.P.R. 9 maggio 1994, n. 487; nel D.P.R. 24 settembre 2004, n. 272 e nel D.P.R. 16 aprile 2013, n. 70.

Al quadro normativo così definito vanno inoltre aggiunte le previsioni relative a specifiche categorie di personale, tra cui: il personale in regime di diritto pubblico, quello delle istituzioni educative e quello del Servizio sanitario nazionale. Dobbiamo inoltre ricordare che sono fatte salve le specifiche norme in materia di requisiti per l’accesso e le procedure previste dalle leggi delle Regioni a statuto speciale e le Province autonome. Per le aziende e gli enti del servizio sanitario nazionale saranno adottate, di concerto con il Ministero della Salute, specifiche linee guida.

Le modalità per il reclutamento del personale

Ecco un focus sulle differenti tipologie di concorsi pubblici e sui passi che caratterizzano la procedura per accedere a un ruolo di pubblico impiego.

Le tipologie di concorso pubblico

Per evidenziare le differenze tra le tre modalità di concorso pubblico presenti nell’ordinamento italiano è necessario far riferimento alla normativa dettata dal D.P.R 9-5 1994, n. 487. Al suo interno infatti troviamo le norme che disciplinano l’accesso agli impieghi pubblici e le modalità di svolgimento dei concorsi.

La norma suddivide i concorsi pubblici in tre differenti tipologie:

  • Concorso pubblico per esami. Questa tipologia di concorso è caratterizzata da diverse prove scritte, una delle quali può essere a contenuto teorico-pratico, e una prova orale nella quale è compreso anche l’accertamento della conoscenza di una lingua straniera, tra quelle indicate nel bando. Il punteggio, espresso in centesimi, deriva dalla somma della media dei voti conseguiti nelle prove e della votazione conseguita nel colloquio.
  • Concorso pubblico per titoli. Le graduatorie, in questa tipologia di concorsi, verranno formate sulla base dei titoli posseduti al momento in cui la domanda di partecipazione viene presentata. In questo caso risulta ancora più importante un’attenta lettura del bando di gara, nel quale sono indicati i titoli di studio necessari per accedere al concorso.
  • Concorso pubblico per titoli ed esami. All’interno di questa modalità di concorso si tiene conto, per la formazione della graduatoria, sia delle votazioni ottenute durante le prove d’esame, sia dei titoli posseduti alla data di presentazione della domanda di partecipazione.

La modalità corso-concorso

Dobbiamo inoltre evidenziare come, su richiesta di alcuni enti territoriali motivata dalla carenza di personale, il reclutamento all’interno delle amministrazioni pubbliche possa avere luogo anche secondo la modalità del corso-concorso. La responsabilità della gestione di questa modalità di concorso viene affidata ad organizzazioni esterne, come il Formez o la Scuola Superiore della Pubblica amministrazione, che vengono incaricate di reclutare personale attraverso due fasi.

Inizialmente sarà quindi necessario superare un concorso e partecipare ad un periodo di formazione. Successivamente saranno selezionati coloro che potranno effettivamente accedere all’interno della Pubblica Amministrazione.

Infine bisogna menzionare come i concorsi unici siano indetti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, mentre tutti gli altri sono indetti con provvedimento del competente organo amministrativo, che informa successivamente il Dipartimento della funzione pubblica.

L’importanza del bando di gara

Risulta di particolare rilevanza per i potenziali concorsisti la lettura del bando ufficiale di un concorso, reso pubblico sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica, IV serie speciale – Concorsi ed Esami. Esso può essere reperito direttamente sul sito ufficiale della suddetta o presso la sede dell’ente banditore. Allo stesso tempo è possibile trovare su alcuni siti dedicati la lista dei bandi non ancora scaduti. Il bando contiene tutte le informazioni necessarie per preparare la domanda di partecipazione, esso esplicita la serie di requisiti richiesti per l’ammissione, così come anche i termini di presentazione della domanda e le informazioni relative allo svolgimento dell’esame.

All’interno del bando sono inoltre indicate le materie oggetto d’esame, i titoli richiesti per lo svolgimento dell’incarico e le modalità indicate per la loro presentazione. Infine sono evidenziate le percentuali di posti che vengono riservati al personale interno o a favore di determinate categorie, in conformità alle normative vigenti.

I requisiti necessari alla candidatura

In base all’art. 2 del D.P.R. 487/1994, per accedere a ruoli all’interno delle pubbliche amministrazioni bisogna possedere i seguenti requisiti generali, meglio specificati all’interno del bando ufficiale relativo alla posizione da ricoprire:

  • Cittadinanza italiana. Tale requisito non è richiesto per i soggetti appartenenti alla Unione europea, fatte salve le eccezioni previste dalla legge.
  • Maggiore età.
  • Idoneità fisica all’impiego.
  • Godimento dei diritti politici. Non possono accedere a ruoli all’interno della Pubblica Amministrazione coloro che sono stati esclusi dall’elettorato politico attivo.
  • L’assenza di cause ostative all’accesso. Non possono presentare domanda coloro che sono stati destituiti o dispensati dall’impiego presso una Pubblica amministrazione per persistente insufficiente rendimento.
  • Titolo di studio. Il titolo è indicato dal bando.

Inoltre, sulla base di quanto stabilisce l’art. 37 del D. Lgs. 165/2001, i bandi di concorso per l’accesso alle pubbliche amministrazioni prevedono: “l’accertamento della conoscenza dell’uso delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche più diffuse e di almeno una lingua straniera”.

La modalità di presentazione della domanda

La domanda di partecipazione ad un concorso pubblico deve essere presentata secondo le indicazioni presenti nel bando ufficiale, all’interno di questo sono elencate tutte le informazioni che il candidato dovrà fornire ed è indicata la procedura telematica da seguire per presentare la propria candidatura. È particolarmente importante determinare quale sia la data di scadenza per la presentazione della modulistica, poiché alla scadenza del termine ultimo il sistema informatico non consentirà più l’accesso al modulo telematiche, né l’invio della domanda.   

Alcuni dati devono essere inseriti obbligatoriamente:

  • Nome e Cognome
  • Data e luogo di nascita
  • Codice fiscale
  • Sesso
  • Residenza
  • Il possesso della cittadinanza italiana
  • Di non avere in corso procedimenti penali
  • Il comune nelle cui liste elettorali si è iscritti
  • Il titolo di studio
  • Di non avere riportato condanne penali o sentenze di patteggiamento
  • L’idoneità fisica all’impiego
  • Di non essere stati interdetti dai pubblici uffici né destituiti ovvero licenziati o dispensati dall’impiego presso una Pubblica amministrazione per persistente insufficiente rendimento.

Tipologia e svolgimento delle prove d’esame

I candidati devono essere informati circa la calendarizzazione delle prove scritte almeno quindici giorni prima dell’inizio delle stesse. All’interno del bando sono specificate le materie oggetto d’esame, il contenuto delle prove pratiche e la votazione necessaria all’accesso alle prove orali.

Bisogna inoltre evidenziare come, per garantire trasparenza e imparzialità nella valutazione delle prove, gli elaborati saranno corretti da strumenti informatici adibiti e l’esito delle prove verrà reso pubblico, è possibile consultarlo liberamente sul sito dell’ente banditore. Il numero di prove varia a seconda della tipologia d’esame indicata nel bando.

Nel caso del Concorso per esame, per i profili professionali:

  • della settima qualifica o categoria superiore: in almeno due prove scritte, una delle quali può essere a contenuto teorico-pratico ed in una prova orale, comprendente l’accertamento della conoscenza di una lingua straniera, tra quelle indicate nel bando. Sono ammessi alla prova orale i candidati che abbiano riportato in ciascuna prova scritta una votazione di almeno 21/30. Sulle materie indicate dal bando verte anche la parte orale della procedura d’esame ed anch’essa risulta superata con una votazione di almeno 21/30.
  • della quinta e sesta qualifica o categoria: in due prove scritte, di cui una pratica o a contenuto teorico-pratico, e in una prova orale.

 Nel caso del Concorso per titoli e per esami:

  • I titoli vengono valutati successivamente allo svolgimento delle prove scritte e prima che si proceda alla correzione delle stesse.
  • Il bando indica i titoli valutabili ed il punteggio massimo attribuibile. La votazione complessiva è determinata dalla somma del voto relativo alla valutazione dei titoli con il voto riportato nelle prove d’esame.

I candidati devono essere informati dell’esito di ciascuna delle prove scritte almeno venti giorni prima del colloquio orale. Quest’ultimo si svolgerà in un’aula aperta al pubblico e al termine della prova la commissione formerà l’elenco dei candidati con i relativi voti.

Di particolare importanza sono inoltre le prove preselettive, esplicitamente previste dal bando di gara in presenza di un numero particolarmente elevato di candidati. Sono di solito organizzate sotto forma di quiz a risposta multipla su argomenti di cultura generale, sulle capacità psico-attitudinali del candidato e sulle materie indicate nel bando. Superata la preselezione il candidato è ammesso alla prima prova scritta.

I componenti della commissione esaminatrice

Le commissioni esaminatrici sono nominate secondo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri nei casi di concorso unico e con provvedimento dell’organo amministrativo competente negli altri casi. I componenti della commissione sono esperti nelle materie oggetto del concorso e sono scelti tra i funzionari delle amministrazioni, tra docenti ed estranei alle medesime. Non possono farne parte, ai sensi dell’art. 6 del D. Lgs. 23 dicembre 1993, n. 546, coloro che facciano parte dell’organo di direzione politica dell’amministrazione interessata.

Quando le prove scritte hanno luogo in più sedi, si costituisce in ciascuna sede un comitato di vigilanza, presieduto da un membro della commissione. È inoltre possibile aggregare membri aggiuntivi per gli esami di lingua straniera e per le materie speciali.

L’acceso ai risultati e le graduatorie

Le graduatorie dei vincitori dei concorsi sono pubblicate nel Bollettino ufficiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri o dell’amministrazione di riferimento. Per gli enti locali territoriali le graduatorie sono pubblicate nell’albo pretorio del relativo ente. Si può avere notizia della pubblicazione delle graduatorie mediante avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica.

Le graduatorie dei vincitori rimangono valide per un arco di tempo di diciotto mesi dalla data della pubblicazione, per eventuali coperture di posti per i quali il concorso è stato bandito e che successivamente dovessero rendersi disponibili.

Il valore della prova d’inglese

A partire dalla modifica dell’art.37 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 la conoscenza della lingua inglese è stata indicata come uno dei requisiti obbligatori per la partecipazione ad un concorso pubblico. Per verificare la conoscenza della lingua le domande d’inglese sono presenti sia all’interno della prova preselettiva sia all’interno della prova scritta, inoltre i concorsisti dovranno sostenere parte del colloquio orale in inglese per confermare il proprio livello.

Per quanto non siano specificate, all’interno dei bandi ufficiali, delle linee generali che definiscano il livello minimo richiesto ad un candidato, possiamo fare alcune considerazioni per determinare quale sia il grado di conoscenze necessario all’accesso. Generalmente possiamo affermare che viene richiesta una conoscenza base della lingua per la candidatura a quei ruoli dove l’attività professionale è caratterizzata da maggiori aspetti operativi, piuttosto che concettuali.

Una conoscenza intermedia della lingua è invece richiesta per l’accesso ad incarichi non direttivi o di responsabilità, mentre è invece richiesto un livello di inglese più avanzato per incarichi di alta dirigenza caratterizzati da frequenti viaggi all’estero, dove la conoscenza dell’inglese (e in alcuni casi anche di francese, tedesco o spagnolo) risulta particolarmente rilevante.

In linea generale la distinzione fra i differenti livelli di conoscenza si basa sulle fasce di competenza indicate dal QCER, ovvero Quadro europeo di riferimento per le lingue straniere, strutturato dal Consiglio d’Europa. Esso prevede sei livelli di conoscenza (da A1 a C2) e tre fasce di competenza: base, intermedio ed avanzato. La presentazione di titoli che certifichino la conoscenza della lingua inglese non è strettamente necessaria, ma date le diverse caratteristiche dei ruoli banditi, bisogna far riferimento allo specifico bando di concorso per determinare il livello richiesto per ogni ruolo e per accertare che non siano necessarie particolari certificazioni. 

Il Portale del reclutamento

Il Portale del reclutamento, previsto dalle linee guida sullo svolgimento delle prove concorsuali contenute nella Direttiva n. 3 del 24 aprile 2018, si caratterizza come un sistema informativo nazionale, accessibile alla PA e ai cittadini per favorire il coordinamento delle procedure di reclutamento.

È possibile identificare quindi il Portale del reclutamento come una banca dati nazionale di monitoraggio delle procedure concorsuali, delle fasi di svolgimento e di ogni informazione rilevante per lo svolgimento delle stesse, secondo l’aderenza al principio di trasparenza della Pubblica Amministrazione. L’obiettivo, espresso dalle linee guida, è quello di consentire la consultazione su di un’unica piattaforma di tutte le informazioni relative alle procedure concorsuali.

All’interno del Portale del reclutamento dovranno inoltre confluire anche le graduatorie finali ed è sempre attraverso questa piattaforma che si concretizzerà la gestione delle attività di concorso.

Citando le disposizioni previste dalle linee guida evidenziamo come esso: “potrà svilupparsi anche per le attività di gestione dei concorsi e dei processi connessi, quali, a titolo puramente esemplificativo, la creazione di utenze per ogni amministrazione pubblica e per i candidati interessati ad accedere alle pubbliche amministrazioni, la conservazione delle informazioni relative ai candidati, con il loro consenso, al fine di essere utilizzate per più procedure concorsuali, la standardizzazione dei moduli di domande di partecipazione ai concorsi e presentazione telematica delle istanze, il pagamento telematico delle tasse di partecipazione al concorso.”

Per approfondimenti

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!