L’ISTAT misurerà la corruzione
Elaborare un metodo di misurazione affidabile del fenomeno della corruzione: è quanto prevede l’accordo tra l’Istat e la Scuola Superiore della Pubblica amministrazione (SSPA) presentato il 3 febbraio nel corso del convegno ‘Misure e stime della corruzione’.
4 Febbraio 2011
Redazione FORUM PA
Elaborare un metodo di misurazione affidabile del fenomeno della corruzione: è quanto prevede l’accordo tra l’Istat e la Scuola Superiore della Pubblica amministrazione (SSPA) presentato il 3 febbraio nel corso del convegno ‘Misure e stime della corruzione’.
”Per misurare il fenomeno della corruzione in Europa la commissione UE si e’ affidata ad una ricerca della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Goteborg, da cui risulta che nella classifica dei 27 Stati membri l’Italia si colloca al 24mo posto. Ma sarà vero?”, ha detto il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, secondo il quale Bruxelles dovrebbe affidarsi non tanto alle Universita’ quanto ai piu’ affidabili istituti di statistica nazionali.
Per ora, però, ha sottolineato il presidente dell’Istat, non c’è un vero e proprio metodo di rilevazione attendibile. Oggi, infatti, si prendono in considerazione due metri di giudizio: ”il primo è quello del numero delle denunce, che però non tiene conto dell’emersione; il secondo, invece, è quello relativo alla percezione del fenomeno che spesso però può essere condizionata da un singolo episodio eclatante”. Serve dunque, ha sottolineato Giovannini, ”che si inizi a misurare seriamente questo fenomeno e l’Istat è pronto a fare la sua parte”. Per il presidente dell’Istituto Nazionale di Statistica, ”misurare la corruzione è una sfida difficile ma non impossibile”. Per il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, il fenomeno della corruzione ”è di grande attualità in questo momento storico e merita più che mai le attenzioni delle Istituzioni della Repubblica cui la Costituzione assegna una funzione di garanzia”. Intervenendo al convegno, Giampaolino ha spiegato che ”nel concetto e nella terminologia usuale di corruzione oggi si inserisce anche la ‘malamministrazione’, ed è a questa più ampia accezione cui oggi prestiamo maggiore interesse e più vasta attenzione. Al fine di combattere una corruzione così intesa la Corte dei Conti sicuramente riveste un ruolo di primo piano. Essa – ha aggiunto – e’ chiamata oggi a un compito non facile alla luce delle scelte che la recente congiuntura economico-finanziaria impone al Paese a tutela di risorse pubbliche sempre più ridotte. La lotta alla corruzione, specie se questa viene intesa nel senso più ampio di ‘malamministrazione’, in questo contesto, svolge un ruolo chiave, in quanto – ha precisato il presidente della Corte dei Conti – consente di liberare energie vitali compresse, che possono aiutare lo sviluppo dei mercati, e favorisce situazioni di emersione delle attivita’ economiche che giovano al sistema generale della fiscalita’.
”Questo accordo tra l’Istat e la la Scuola superiore della Pubblica amministrazione, con l’appoggio della Corte dei Conti per far migliorare le statistiche sulla corruzione – ha spiegato il presidente dell’SSPA, Giovanni Tria – fa parte di un nostro programma strategico di formazione, ricerca e dibattito sui temi dell’integrità, della trasparenza e del contrasto a questo fenomeno”. L’obiettivo della Scuola, infatti, non è solo diffondere la cultura dell’integrità, ma dare ai futuri dirigenti pubblici ”anche strumenti scientifici e tecnici per affrontare in modo efficace la corruzione”.