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Stefano Glinianski: “Guardare al risultato piuttosto che all’adempimento, un passaggio culturale per la nostra PA”

Stefano Glinianski: “Pragmatismo, programmazione e competenze: tre spunti per una PA rinnovata”
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L’intervista di Gianni Dominici a Stefano Glinianski, Magistrato della Corte dei Conti. Una riflessione a tutto tondo su come il nostro Paese, e più in generale l’Europa continentale, ha approcciato la risposta all’emergenza, rispetto ai cosiddetti “paesi pragmatici” (Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele) i quali hanno una maggiore cultura del risultato. Questo approccio pragmatico invece che giuridico, unito a una corretta programmazione e a un rapporto di fiducia tra PA e cittadino, è quello che spesso manca nel nostro Paese. Un problema culturale che va affrontato

15 Aprile 2021

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Redazione FPA

Stefano Glinianski: “Pragmatismo, programmazione e competenze: tre spunti per una PA rinnovata”

La bruttissima esperienza che stiamo vivendo ha accentuato ancora di più la differenza tra l’Italia, e in generale l’Europa continentale, e i paesi cosiddetti pragmatici (Stati Uniti, Gran Bretagna e, soprattutto, Israele), una differenza strutturali e culturale che impatta anche sotto il profilo della logica amministrativa. L’Europa continentale, infatti, guarda più al rispetto e alla correttezza della procedura, mentre i paesi pragmatici guardano al risultato, una differenza che si è evidenziata in questo periodo ad esempio nell’approccio alla campagna vaccinale. È proprio il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadino utente che è totalmente ribaltato: nei paesi magmatici è alto il livello di fiducia e questo abbassa il rigidismo della regola, mentre da noi questa fiducia manca, c’è un eccesso di regole e questo determina il rallentamento delle procedure. Parte da questa analisi Stefano Glinianski nell’intervista rilasciata a Gianni Dominici. Glinianski è Magistrato della Corte dei Conti, Segretario generale della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, Direttore dell’Organismo Indipendente di Valutazione della performance (OIV) del Ministero degli Affari Esteri.

Un’intervista in cui, partendo dalla riflessione su come la presenza o meno di una “cultura del risultato” impatti sui diversi sistemi paese, ci si confronta sul percorso che l’Italia dovrebbe seguire per poter cogliere l’opportunità che si apre ora grazie al PNRR e alle risorse messe a disposizione dall’Europa. Come superare la logica meramente adempimentale? Come partire da un cambiamento culturale per realizzare le riforme necessarie? Come diffondere una visione positiva dell’innovazione e degli innovatori nella PA? Si tratta di “ribaltare un sistema valoriale”, sottolinea Glinianski, perché “il rispetto della procedura deve essere prodromico a un risultato e non fine a se stesso”.

Essenziale per fare questo salto culturale è il coinvolgimento dei dipendenti pubblici che richiede anche una grande capacità da parte degli organi di vertice della pubblica amministrazione.

“La pubblica amministrazione è una grandissima risorsa, abbiamo tante ottime professionalità, ci sono tanti elementi valoriali che andrebbero fatti emergere”, conclude Glinianski.

Queste le parole chiave, in sintesi: una grande attenzione alla programmazione, una diversa cultura del controllo (pochi controlli preventivi, lasciare agire la PA nell’esercizio della sua discrezionalità e poi controllare in una fase successiva come questa è stata esercitata), investimenti sulla formazione e sulle competenze dei dipendenti pubblici, ricerca di nuove professionalità che devono essere incentivate anche economicamente.

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