La Pec gratuita ai cittadini non è un’invenzione di Brunetta

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Il Ministro Brunetta stanzia 50 milioni di euro per l’affidamento del servizio di consegna ad ogni italiano di una casella di Posta Elettronica Certificata. Ma l’idea di regalare una PEC ai cittadini non è nuova e già diversi comuni l’hanno sperimentata. Volete sapere come è andata?

10 Settembre 2009

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Tommaso Del Lungo

Articolo FPA

Il Ministro Brunetta stanzia 50 milioni di euro per l’affidamento del servizio di consegna ad ogni italiano di una casella di Posta Elettronica Certificata. Ma l’idea di regalare una PEC ai cittadini non è nuova e già diversi comuni l’hanno sperimentata. Volete sapere come è andata?

Delle critiche riguardo la peculiarità tutta italiana di questo alter ego della raccomandata con ricevuta di ritorno ci eravamo già occupati qualche mese fa, ma dato che il Ministro Brunetta ha reso le comunicazioni tra amministrazioni e cittadini attraverso la PEC, uno dei suoi recenti cavalli di battaglia, suscitando un nuova ondata di commenti (leggi l’editoriale di oggi), siamo tornati sull’argomento.

Per saperne di più sulla PEC – Posta Elettronica Certificata, naviga su Saperi PA

Entro il 30 novembre tutti gli uffici pubblici devono dotarsi di un indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) lo strumento che garantisce la validità giuridica delle comunicazioni elettroniche tra cittadino ed amministrazione come previsto dalla legge 2/2009. Il 16 settembre prossimo, inoltre, scadono i termini per la gara da 25milioni di euro (più altri 25 per il rinnovo) per distribuire ad ogni cittadino italiano una casella PEC gratuita.

L’ultima critica a questi provvedimenti è quella di Adiconsum che, dopo aver chiesto nel 2008 all’Unione Europea di aprire una procedura di infrazione contro la PEC italiana, qualche giorno fa in una nota stampa ha domandato al ministro "una proroga all’introduzione di questo strumento per consentire a tutte le parti sociali interessate, consumatori, sindacati e associazioni di categoria, di studiarne le dinamiche di funzionamento in modo da poter poi supportare i cittadini".

Lasciando da parte questo genere di questioni, dato che un’operazione del tutto simile a quella del Ministro era già stata tentata in passato da diverse amministrazioni comunali e regionali, siamo andati a chiedere che tipo di risposta hanno avuto e a cosa hanno portato quegli esperimenti.

La PEC gratuita del Comune di Reggio Calabria

Nel Comune di Reggio Calabria il rilascio ai cittadini di strumenti per il dialogo on line tra cittadino e pubblica amministrazione risale al 2001, quando ancora non si parlava di Posta Elettronica Certificata. All’alba dell’e-Government l’amministrazione comunale, insieme ad altri Comuni pionieri come Torino e Parma, cominciò la distribuzione gratuita di smart card e credenziali di accesso che garantissero un canale di comunicazione sicuro e certificato tra PA e cittadini.

Per saperne di più sul progetto People e sul primo bando di e-gov, naviga su Saperi PA!

Con l’adesione al Progetto People – il grande progetto inter-regionale ed inter-ente finanziato dal primo bando di e-gov del 2002 dell’allora Ministro Stanca – il Comune di Reggio Calabria fece un passo in più, adottando un regolamento comunale che riconosceva la validità amministrativa dei rapporti on line tra cittadini ed uffici pubblici. In questo modo il contatto telematico si andava ad affiancare alle altre modalità di contatto fino ad allora previste dagli uffici del comune: lo sportello, la raccomandata ed il fax.

Subito dopo la pubblicazione delle specifiche tecniche del CNIPA, il sistema a smart card venne abbandonato e sostituito con la Posta Elettronica Certificata. L’amministrazione comunale comprò un pacchetto di 1000 caselle di posta da distribuire gratuitamente a chi ne facesse richiesta per accedere ai servizi on line comunali.

Un comune all’avanguardia, dunque, che, anticipando i tempi si è dotato non solo dei servizi digitali e degli strumenti tecnici per consentire ai cittadini di comunicare con l’amministrazione, ma anche delle regole che permettevano all’ente di considerare “amministrativamente” valide queste comunicazioni. Ma a fronte di questo impegno quale è stata la risposta dei cittadini?
Le mille caselle acquistate da Poste facevano parte di una sperimentazione per testare la reazione dei cittadini. Una volta verificate l’attenzione della popolazione, l’utilizzo dello strumento ed il grado di soddisfazione si sarebbe dovuto decidere se proseguire nell’iniziativa o no.

“Delle mille caselle disponibili – spiega Sebastiano D’Agostino, responsabile della rete civica e comunicazione on line del Comune di Reggio Calabria – ne sono state richieste circa novecento. Un numero piuttosto elevato, ma non sufficiente a convincere la Giunta a dar seguito all’esperimento.”

Facendo una rapida ricerca su internet si scopre che altre amministrazioni hanno già tentato la strada della PEC gratis: i comuni di Genova, Parma, Pavia, Pesaro, Milano e Minori (SA) e la Regione Marche.

A questo punto, non pronunciando giudizi sullo strumento, sullo standard, sulla gara e sui costi dell’iniziativa del Ministro ci vengono almeno un paio di riflessioni su come vengono portate avanti iniziative di innovazione digitale in Italia: partendo ogni volta da zero, senza fare bagaglio delle esperienze precedenti e credendo che gli strumenti digitali bastino da soli a digitalizzare il Paese.

 

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