Rifiuti elettronici: da gennaio si ricicla!

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Telefonini, computer, televisori, palmari, elettrodomestici, negli ultimi decenni la tecnologia ha raggiunto livelli di innovazione tali per cui il ciclo di vita dei singoli strumenti si è accorciato sempre più, generando una serie di problemi non marginali, tra cui una quantità di tecno-spazzatura che va aumentando sempre più. Chi ha il compito di governare l’innovazione non può ignorare le conseguenze che essa ha sull’ambiente e sulla società, e proprio in questo senso va la normativa che dal 1° gennaio 2008 obbligherà i produttori di apparecchiature elettroniche al riciclo e smaltimento dei prodotti elettronici usati.

5 Dicembre 2007

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Tommaso Del Lungo

Articolo FPA

Telefonini, computer, televisori, palmari, elettrodomestici, negli ultimi decenni la tecnologia ha raggiunto livelli di innovazione tali per cui il ciclo di vita dei singoli strumenti si è accorciato sempre più, generando una serie di problemi non marginali, tra cui una quantità di tecno-spazzatura che va aumentando sempre più. Chi ha il compito di governare l’innovazione non può ignorare le conseguenze che essa ha sull’ambiente e sulla società, e proprio in questo senso va la normativa che dal 1° gennaio 2008 obbligherà i produttori di apparecchiature elettroniche al riciclo e smaltimento dei prodotti elettronici usati.

I RAEE – rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche – sono la categoria di rifiuti che aumenta con più rapidità, facendo registrare, in Europa, un tasso del 3-5% annuo, tre volte superiore ai rifiuti normali. Stando ai dati dell’UE del 2005 ogni cittadino europeo produce tra 17 e 20 kg di questi rifiuti all’anno. In Italia siamo leggermente sotto questa media, circa 14 kg nel 2007 (dati APAT), ma in un momento in cui i temi dell’ambiente e della sostenibilità energetica sono tra quelli fondamentali sul tavolo dei decisori politici, il problema non è comunque da prendere sottogamba.
Fino ad oggi i RAEE venivano raccolti normalmente dai Comuni attraverso la raccolta ordinaria o attraverso apposite iniziative per il recupero dei rifiuti più ingombranti e finivano tutti indistintamente nella medesima discarica o inceneritore senza nessun tipo di pretrattamento con grave rischio di contaminazione per il suolo, l’acqua e l’aria. Una una raccomandazione europea del 2002, a cui è seguito nel 2004 un richiamo ad 8 stati membri tra cui l’Italia, impone di far passere la gestione di questi rifiuti dalle amministrazioni locali ai produttori, i quali hanno l’obbligo di assicurare non solo la raccolta, ma il riciclaggio, il re-impiego dei componenti e lo smaltimento corretto delle parti rimanenti.

La norma infinita

"L’Italia – ci spiega Giorgio Arienti, direttore Generale di Ecodom (Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici) – è l’ultimo dei grandi paesi UE ad applicare la Normativa sui RAEE, tra i grandi solo la Gran Bretagna si era attardata tanto ma anche nel regno Unito l’obbligo di raccolta dei RAEE è partito a luglio di quest’anno". Ma a cosa è dovuto questo ritardo? Andando a guardare la storia dell’iter legislativo lo si capisce molto bene: il 25 luglio 2005 viene pubblicato in Gazzetta il Decreto 151/05 che fissa entro il 13 agosto 2006 la scadenza ultima per l’avvio operativo del nuovo sistema di gestione dei RAEE. La mancata emanazione di alcuni dei Decreti Ministeriali attuativi previsti dal D.Lgs. n. 151 ha determinato una prima proroga al 31 dicembre 2006, cui ha fatto seguito un secondo slittamento al 30 giugno 2007.
In assenza dei Decreti attuativi, a giugno 2007 il Consiglio dei Ministri, con il Decreto Legge 81/07 ha deliberato una terza proroga per l’emanazione dei provvedimenti attuativi entro e non oltre il 31 dicembre 2007.
Stavolta però i due Decreti Ministeriali di attuazione sono stati effettivamente emanati, uno ad ottobre ed uno a novembre e fissano al 1° gennaio 2008 l’avvio della nuovo processo.

Cosa cambia per il cittadino

Insomma a partire dal 1° gennaio 2008 cambiano le responsabilità condivise tra Produttori, Distributori, Comuni e Cittadini:
I Produttori e/o Importatori hanno l’onere di finanziare, organizzare e gestire un sistema integrato per il trattamento dei RAEE mediante l’adesione a Sistemi Collettivi, consorzi che provvedano al ritiro dei RAEE dai punti di raccolta autorizzati (eco-piazzole), al loro trasporto presso centri di trattamento selezionati e alle successive attività di riciclo e recupero dei materiali.
La Distribuzione è chiamata ad organizzare un servizio di ritiro gratuito dei RAEE consegnati dai Consumatori al momento dell’acquisto di un nuovo apparecchio.
Gli Enti Pubblici hanno il compito di mettere a disposizione dell’utenza domestica e della Distribuzione le eco-piazzole.
I Cittadini devono consegnare i RAEE esclusivamente nei punti di raccolta autorizzati, oppure riconsegnarli ai Distributori al momento dell’acquisto di una nuova e analoga apparecchiatura elettrica o elettronica.
Per il finanziamento del Sistema RAEE, i produttori possono applicare un eco-contributo "visibile" sull’etichetta o "internalizzato" nel prezzo della nuova macchina.
Ad oggi sono stati ad oggi costituiti 12 Sistemi Collettivi nazionali (Ecodom è uno di essi) che riuniscono più di 1.000 aziende, e che avvicineranno il mondo della produzione alla rete di oltre 40 impianti di riciclo già attivi in Italia.

Il nuovo ciclo dei rifiuti

"Una volta giunti presso gli impianti – continua Giorgio Arienti – il primo step del riciclo (diverso a seconda della categoria di prodotto/rifiuto) è lo stoccaggio cui segue la messa in sicurezza, ossia la rimozione delle sostanze pericolose per l’ambiente, quindi lo smontaggio e separazione dei componenti. le apparecchiatire vengono poi triturate e le sostenze contenute in questo ‘trito’ vengono suddivise tramite tecnologie particolari in sostenze ferrose, plastica e materiali non ferrosi, fino ad arrivare ad un grado di purezza tale da consentirne il reinserimento nel mercato come materia prima".
il Decreto fissa degli obiettivi di raccolta e reciclo, che variano a seconda del tipo di apparecchiature e che i consorzi dovranno garntire "Il Ministero dell’Ambiente, insieme all’APAT – ha affermato Valerio Angelelli, Presidente del Comitato di Vigilanza e Controllo sui RAEE – vigilerà sul funzionamento del sistema e sul raggiungimento degli obiettivi di raccolta, recupero e reimpiego". Oltre ad essere un’iniziativa "ambientale" il riciclo dei RAEE rappresenta anche un’occasione di sviluppo, di occupazione, di innovazione importante per il nostro Paese.


Approfondimenti

"L’Europa bacchetta l’Italia: il rifiuto ambiguo? Dal 2008 non più!" un’intervista con
Valerio Angelelli, Presidente del Comitato Controllo e Vigilanza RAEE del Ministero dell’Ambiente

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