La ricerca è la costruzione di una rete di “conoscenze”. In volo verso il futuro

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Pensiamo sempre che l’innovazione e la ricerca siano qualcosa che avviene soltanto nelle università e nei laboratori delle grandi aziende "come se la ricerca scientifica fosse soltanto l’espressione di un’idea geniale" (Alessandro Mongili – Creatività, Innovazione e Trasferimento Tecnologico – Atti del Convegno 15/12/2008). Pensiamo sempre che il ricercatore viva nella sua "torre d’avorio", che viva e cammini come stesse sulle nuvole. Come se avesse un "libro magico" da cui attingere.

29 Aprile 2013

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Alessandro Ligas*

Pensiamo sempre che l’innovazione e la ricerca siano qualcosa che avviene soltanto nelle università e nei laboratori delle grandi aziende "come se la ricerca scientifica fosse soltanto l’espressione di un’idea geniale" (Alessandro Mongili – Creatività, Innovazione e Trasferimento Tecnologico – Atti del Convegno 15/12/2008). Pensiamo sempre che il ricercatore viva nella sua "torre d’avorio", che viva e cammini come stesse sulle nuvole. Come se avesse un "libro magico" da cui attingere. La realtà è ben diversa. Non ci sono formule segrete che facciano si che il ricercatore trasformi il suo "diabolico genio" in realtà, in qualcosa di tangibile.

La ricerca è piuttosto il frutto di un processo collaborativo e cooperativo. Il ricercatore con le proprie competenze è l’attore principale della ricerca, è lui, il singolo, che la sviluppa, ma vive all’interno di un sistema, di una comunità che lo rende fecondo. La ricerca e l’innovazione diventano così impensabili come attività isolate.

Il ricercatore e l’innovatore costruiscono una rete di conoscenze. Dove la conoscenza assume un duplice significato: il primo è quello più proprio di "sapere", "di comprensione della realtà". Il secondo è quello di "rete di persone" di comunità.

Ci potremmo chiedere: ma come cos’è questa rete, questa comunità? La rete non è altro che un ambiente favorevole. Una comunità che non è fatta solo di ricercatori (quindi un sistema autoreferenziale), ma una comunità basata sulla conoscenza e fatta con le imprese. Certo – possiamo continuare a chiederci – ma cosa significa questo? Significa che si è creato un ambiente che deve essere inteso con una duplice valenza: sia come luogo fisico, laboratori della rete, sia come condizione generale dove tutti coloro che partecipano possano accedervi. Naturalmente questo non vuol dire che ci debba essere una "anarchia gestionale" ma deve essere un luogo all’interno del quale si condividonoobiettivi e metodi finalizzati a cogliere tutte le buone idee … entro limiti temporali precisi e noti fin dall’inizio. L’ambiente però, prima di essere vissuto, deve essere costruito.

Enzo Bertoldi (coordinatore della piattaforma agroalimentare della Rete Alta Tecnologia – Aster) definisce la creazione di quest’ambiente come la "creazione di un campanello. Una porta dove tutti possano suonare" come se fosse il buon vicino di casa a cui andare a chiedere dello "zucchero". In passato gli imprenditori avevano una concezione diversa rispetto ad oggi. Se in passato si chiedeva ad un imprenditore del comparto agricolo di prendere contatti con la ricerca la risposta era: "cosa vado a fare in dipartimento?" La risposta a questo problema sta nel far dialogare tutta la filiera in modo tale da arricchire e supportare le imprese. "La caratteristica propria della piattaforma agroalimentare – dice Bertoldi – è quella di avere una logica a 360°" In una parola: "lo scopo principale è dare delle risposte". Cosa che prima non avveniva o se avveniva era parziale.

L’ambiente è sopratutto un ambiente che contribuisca a formare una comunità di ricercatori e imprese basate sulla conoscenza. Un ambiente dove ci si confronta e si comunica, dove ci si "contagia" dove le distanze vengono ridotte al minimo anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie.

In questo modo si attua una revisione critica della ricerca e dell’innovazione facendola diventare un fattore culturale, dove l’uso di "un’intelligenza collettiva" per le ricerche porti sviluppo e ricadute nel territorio in modo da farlo diventare un "territorio intelligente". La ricerca così intesa tende a partecipare ad un sistema che ha come scopo quello di sostenere l’impresa attraverso una coesistenza, una partecipazione, una comunicazione attiva e stretta per poter creare un reale sviluppo economico sociale.

Cosi facendo si mettono insieme tutti gli attori dell’innovazione attorno ad un focus creando l’ambiente giusto dove poter fare ricerca ed innovazione e non soltanto nell’immediato. Ma si guarda anche alle future generazioni all’interesse dei giovani, supportandoli e rafforzando i loro talenti in modo da non creare barriere conoscitive. Aggiunge Bertoldi "la ricerca dei giovani è strategica all’interno dei laboratori".

Quest’ambiente non fa altro che garantire la permanenza dei cervelli (e dei loro corpi) nel territorio e crea le possibilità che Bologna e la Rete Alta Tecnologia "si candidi come capitale della tecnologia, come Milano lo è per la moda" dice Fabio Rangoni presidente di Aster.

Quali sono i problemi che si vogliono risolvere attraverso le piattaforme della Rete Alta Tecnologica.

Le 6 piattaforme di ricerca all’interno di Aster "sono nate per garantire un’offerta di ricerca in grado di rispondere alle richieste di innovazione e aumentare la competitività delle imprese" (Rete Alta Tecnologia) Un ‘ambiente che offre "un modello organizzativo in grado di avvicinare le imprese alle competenze di ricerca della Rete promuovendo la competitività del tessuto produttivo regionale basato sull’innovazione" (Rete Alta Tecnologia).

  • La piattaforma Agroalimentare offre un supporto che parte dall’agricoltore (caratterizzazione e selezione delle materie prime) fino ad arrivare alla progettazione e validazione di impianti per la produzione e confezionamento degli alimenti.  L’agricoltura che dialoga con tutta la sua filiera attraverso l’aggregazione delle micro imprese del settore; 
  • La piattaforma Costruzioni propone 5R Rigenerare; riqualificare; riusare; recuperare; ricercare. Sono le parole chiave che distinguono ciò di cui si occupa la piattaforma in un’ottica di risparmio energetico, sicurezza e sostenibilità ambientale; 
  • La piattaforma Energia Ambiente propone 3 parole chiave: Approccio di sistema, Sostenibilità ed Acqua, che sintetizzano l’analisi di un determinato prodotto all’interno di un sistema e che impatto possa avere; lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili e la gestione delle risorse naturali;
  • La piattaforma Meccanica Materiali è quella che gestisce "l’ossatura di un’impresa"; non possiamo parlare di un’impresa senza parlare dei suoi macchinari. Questa piattaforma gestisce le problematiche connesse all’ottimizzazione di prodotti e processi, simulazioni, miniaturizzazione dei macchinari;
  • La piattaforma Scienze della Vita. Far parte di questa piattaforma significa avere un approccio multidisciplinare verso sfide complesse con particolare riferimento alla medicina rigenerativa e l’innovazione farmaceutica. L’obiettivo è quello di trasferire i risultati della ricerca scientifica avanzata verso una medicina personalizzata;
  • La piattaforma ICT e Design è quella più giovane. Si occupa principalmente della digitalizzazione delle informazioni e della comunicazione.

Dobbiamo sottolineare che leggere tutte queste piattaforme come dei mondi chiusi non renderebbe giustizia di ciò che realmente è l’ambiente che si respira in Aster. L’autoreferenzialità non porta da nessuna parte.

Questa è Aster. Un luogo dove la costruzione di una rete, di un network vivo viene messo in primo piano. Una rete che sa parlare non soltanto tra ricercatori e tra piattaforme ma anche all’esterno, all’impresa ed al giovane. Un "ambiente 2.0" che si pone lo scopo di "dare delle risposte"

 

*Alessandro Ligas
Laureato in Filosofia presso l’Università di Cagliari nel 2003. Alla fine del 2007 ha iniziato a collaborare con l’ufficio di Trasferimento Tecnologico (Liaison Office) dell’Università di Cagliari dove si è occupato dei contenuti del portale Ilonet@Sardegna, di diffondere e comunicare le attività dell’ufficio e collaborato alla gestione dell’Anagrafe della ricerca fino al 2010.
Dal 2010 gestisco il blog TTecnologico nato come interfaccia e raccordo tra il mondo della Ricerca e delle PMI promuovendo il matching dei bisogni tecnologici di queste ultime con le competenze scientifiche disponibili nel sistema della ricerca.
All’interno del blog si vogliono valorizzare i risultati della ricerca, promuovere i processi d’innovazione del sistema produttivo, pianificare e promuovere le reti locali di supporto all’innovazione e gli aspetti socioeconomici dell’innovazione. Promuovere le iniziative innovative. Raccontare gli ottimi risultati che ogni giorno si concretizzano in termini di iniziative, di nuove idee, di ricerca che diventa business, di imprese che nascono.
Uno spazio che cerca di dare l’opportunità di condividere le diverse esperienze e che metta in risalto il loro modo di vivere l’innovazione attraverso una serie di interviste che mettano in risalto “chi sono”, “come è nata la loro idea” e “che cos’è l’innovazione” http://www.turboblogging.it/i-partecipanti/7-alessandro-ligas

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