PNSD, i quattro ambiti che richiedono un’azione coordinata e parallela

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8 Novembre 2015

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Licia Cianfriglia, vicepresidente ANP

Un progetto articolato e ampio quello presentato lo scorso 27 ottobre dal Ministro Giannini come nuovo Piano del Governo per la digitalizzazione della scuola. Non solo una dichiarazione di intenti, ma una vera e propria strategia complessiva di innovazione della scuola, come pilastro fondamentale del disegno riformatore delineato dalla Legge 107/2015. Condivisibile l’impianto e sottoscrivibili alcune dichiarazioni introduttive, che vogliamo cogliere come una seria presa in carico di una situazione che ai più avveduti era nota da tempo, ma nei confronti della quale finora la politica e l’amministrazione erano intervenute solo in modo sporadico e parziale.

“Questo piano non è un semplice dispiegamento di tecnologia. … Questo Piano risponde alla chiamata per la costruzione di una visione dell’Educazione nell’era digitale, attraverso un processo che, per la scuola, sia correlato alle sfide che la società tutta affronta nell’interpretare e sostenere l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita (life-long) e in tutti i contesti, formali e non formali (life-wide)”. E ancora: “si tratta … di un’azione culturale che parte da un’idea rinnovata di scuola, intesa come spazio aperto per l’apprendimento … che metta gli studenti nelle condizioni di sviluppare le competenze per la vita. In questo paradigma le tecnologie diventano abilitanti, quotidiane, ordinarie, al servizio dell’attività scolastica. … Per questo servirà – e questo è l’investimento culturale e umano più grande – che tutto il personale, non solo i docenti, si metta in gioco e sia sostenuto”. … Fino a dire “Del resto, la ‘scuola digitale’ non è un’altra scuola. E’ più concretamente la sfida dell’innovazione della scuola”.

Le premesse ci sono tutte, l’investimento economico anche, illustrato in modo dettagliato nella tabella conclusiva relativa alle risorse. Si tratta di una previsione di investimenti che copre il periodo 2015-2020 e che, attingendo a Fondi per la Buona Scuola, PON “Per la Scuola” FESR 2014-2020 e altri fondi MIUR, ammonta a oltre un miliardo di euro. Qualcuno già dice “ci vorrebbe ben altro”. Noi che sappiamo quanto la scuola stia soffrendo da anni per i tagli lineari subiti progressivamente negli investimenti per le strutture e per le risorse materiali ed umane e in che misura il sistema tenga, pur tra difficoltà ed errori, per la buona volontà dei tanti professionisti che vi operano, vogliamo cogliere questo cambiamento di passo e questa volontà di innovazione con ottimismo. Perché le parole diventino fatti, però, siamo consapevoli che ci aspetta ora un grande lavoro.

Quattro gli ambiti di intervento, sui quali agire in maniera coordinata e parallela:

  • Strumenti: per superare le difficoltà di accesso alla rete e per dotare ogni classe di una connettività adeguata, per realizzare in ogni scuola ambienti per l’apprendimento aumentati da tecnologie al passo coi tempi, per fornire ogni studente e ogni docente di un’identità digitale unica e realizzare in digitale i processi amministrativi.
  • Competenze e contenuti: su questo fronte la sfida è davvero impegnativa, si tratta di sviluppare negli studenti nuove alfabetizzazioni e competenze trasversali che li rendano capaci di leggere e inserirsi consapevolmente in una realtà che richiede adattamento al continuo e veloce cambiamento. Si tratta anche di promuovere la realizzazione e l’utilizzo di contenuti di apprendimento in forma digitale di qualità.
  • Formazione: senza un cambiamento delle pratiche di formazione iniziale e in servizio del personale docente l’iniziativa andrebbe incontro ad un sicuro fallimento. Abbiamo bisogno di esporre i docenti a situazioni formative che procedano secondo le stesse modalità innovative che vogliamo pratichino poi nelle classi e per questo serve un grande sforzo di cambiamento anche dei percorsi accademici e delle procedure di reclutamento.
  • Accompagnamento: le misure di sostegno e accompagnamento sono spesso l’anello debole di progetti che falliscono. Monitoraggio e controllo, valutazione costante dei risultati progressivamente raggiunti ed eventuali interventi correttivi sono indispensabili per poter conseguire obiettivi concreti, così come descritti in modo chiaro attraverso le numerose azioni previste e i relativi tempi di realizzazione.

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