Governance e Smart City: aspettative del cittadino e rilevazione del bisogno

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Quando l’approccio top down incontra la Social Innovation? La gestione integrata di un territorio prende dal cambiamento le proprie chiavi di lettura. Il percorso intrapreso dalla Città di Padova, attraverso gli obiettivi strategici del Settore Pianificazione Urbanistica, ha sviluppato uno sguardo altro rispetto alla vecchia concezione urbanistica, apportando ricadute innovative in termini di programmazione, gestione e organizzazione urbana.

23 Febbraio 2015

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Franco Fabris, Paola Bagatella, Mirko Palmieri*

Quando l’approccio top down incontra la Social Innovation? La gestione integrata di un territorio prende dal cambiamento le proprie chiavi di lettura. Il percorso intrapreso dalla Città di Padova, attraverso gli obiettivi strategici del Settore Pianificazione Urbanistica, ha sviluppato uno sguardo altro rispetto alla vecchia concezione urbanistica, apportando ricadute innovative in termini di programmazione, gestione e organizzazione urbana.

Lo studio delle città e del loro essere vive rende il percorso verso l’assorbimento del paradigma Smart City un continuo cambiamento di forma, che le città devono saper leggere ed accompagnare. Le peculiarità del cambiamento diventano la forza della loro gestione integrata, in cui lo sviluppo territoriale equivale al benessere del cittadino. Non sempre rendere consapevoli gli individui delle potenzialità del cambiamento può bastare a far loro comprendere ciò che caratterizza il vivere le città, sia che si tratti di cittadini effettivi o momentanei: ci sono influssi esogeni di interazione con lo spazio fisico che bisogna tenere monitorati attraverso la lettura dei comportamenti (legati al sistema ecologico, consumistico o di comunità).

Il percorso intrapreso dalla Città di Padova, attraverso gli obiettivi strategici del Settore Pianificazione Urbanistica (in collaborazione sinergica con gli altri Settori del Comune), ha sviluppato uno “sguardo altro” rispetto alla vecchia concezione urbanistica, apportando ricadute innovative in termini di programmazione, gestione e organizzazione urbana.

La soluzione (MPB approach già presentata a SCE2014)  prevede una fase metodologica di integrazione sviluppata attraverso approcci quali-quantitativi, che forniscono chiavi di lettura contestualizzate rispetto ai dati d’indagine statistica standard rilevati a livello comunale, provinciale e regionale, oltre che nazionale ed europeo (canale Istat e canali dell’UE). Calandosi infatti nella realtà sociale di riferimento, sono in grado di cogliere il carattere glocalizzato d’indagine, in linea con il rilevamento del grado di smartness di una città, dei suoi cittadini e dei suoi servizi.

L’uso di tali indagini nell’arena urbana, supportate da più data base, permettono di valorizzare i punti di forza del territorio e di individuare con uno «sguardo altro» le nuove possibilità di crescita intelligente, per rispondere ai bisogni del Fruitore effettivo e del Fruitore potenziale, creando “pluri-funzionalità di politiche per il territorio”, basate sulla realtà sociale di riferimento e sulle aspettative dei cittadini.

L’essere parte di un sistema globalizzato ha dato modo di iniziare la riflessione sia sul lavoro di pianificazione urbanistica sia su quello di valutazione ex ante, attraverso la rilevazione del bisogno in termini strategici, andando ad interagire con le dinamiche che danno forma alle dimensioni caratterizzanti di una smart city, mantenendole sempre al passo con i bisogni dello spazio urbano e al tempo stesso con gli impulsi esogeni derivanti dai suoi fruitori.

Rompere il vecchio schema di pianificazione urbanistica, legato a parametri piuttosto rigidi di quantificazione (ad es. metri quadrati di servizi per abitante; abitanti insediabili; ecc.), rende possibile guardare la città in maniera intelligente dal punto di vista socio-urbano e di governance (intesa come fusione fra government e governance, in cui la prima è fondamentale per la seconda e viceversa).

Il background è dato da un’urbanistica “di zonizzazione”, in cui la città risultava suddivisa in parti ben distinte e a ciascuna di queste zone individuate nel Piano Regolatore Generale corrispondeva una funzione specifica, che creava una socializzazione tra ambiente urbano e società solo teorica e quindi “forzata”. L’orizzonte attuale di riferimento, individuato e perseguito dalla stessa Padova, è invece quello di sdoganare questa socializzazione forzata e puntare ad esprimere le aspettative dei cittadini e di chi rende viva la città, attraverso la creazione di nuovi volani di sviluppo che ne implementino i punti di forza.

Il monitoraggio del territorio e delle attività proposte dal basso (attraverso comunicazione attiva con Amministrazione, Associazioni, cittadini singoli o in gruppi; concorsi d’idee per lo sviluppo di progetti inerenti alla rigenerazione urbana della città; servizio “Ascolto dei cittadini ”; sviluppo di progetti integrati a carattere metropolitano con altre realtà del territorio; indagini sul mutamento socio-economico e architettonico costanti), rendono possibile individuare con maggior efficacia gli interventi e gli indirizzi strategici per far incontrare l’approccio top down e l’energia della innovazione sociale. La Smart Governance di un territorio si traduce, in questo frangente, nel saper coinvolgere, ascoltare e rispondere.

Si tende all’equilibrio fra l’approccio top down e bottom up, puntando alla sostenibilità degli interventi e all’innovazione sociale, delle tecnologie e d’impresa, per favorire un attrattività territoriale a 360°, andando a rileggere, secondo le opportunità territoriali, gli indirizzi della nuova Strategia Europa 2020:

  • Risposta a bisogni e aspettative dei cittadini;
  • Attrattività territoriale;
  • Crescita intelligente (opportunità EU2020);
  • Sostenibilità ambientale.

Un esempio di mixage delle dimensioni che caratterizzano le smart cities, in cui le opportunità territoriali sposano la lettura dei bisogni e l’esigenza del fornire risposte verso i fruitori della città in termini di SMART GOVERNANCE, è dato dal progetto assorbito dalla città di Padova per il nuovo polo ospedaliero (una governance che andrà ad implementare altre dimensioni del paradigma smart, secondo la classificazione di ICityRate). La pianificazione strategica dell’intervento è nata dall’esigenza della parallela rigenerazione dell’area ospedaliera esistente. Infatti la necessità di realizzare un nuovo ospedale passa attraverso due opere: la rigenerazione della struttura già attiva all’interno del centro storico e l’esigenza di poter contare su di una struttura competitiva dalle dimensioni tali da garantire un’attrattività territoriale, al fine di: avere una nuova struttura all’avanguardia per facilitare le possibilità di ricerca e ridurre gli effetti della fuga di cervelli; migliorare i servizi alla persona andando a ricercare nuove forme di sincretismo fra ict (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) e nuove tecnologie; far sviluppare nell’area logistica prescelta nuove possibilità di mercato; sfruttare al meglio i punti di snodo strategico per il traffico urbano (contrasto all’effetto “isole di calore” e utilizzo di energia sostenibile); rigenerare una parte di città rendendola viva e collegata al centro storico anche sfruttando le opportunità Eu2014/2020 (andando a ridurre la possibile nascita di un non luogo) e al contempo attrattiva strategica regionale e/o nazionale (anche attraverso la successiva co-creazione di servizi e aree dedicate ai nuovi potenziali fruitori della città).

L’innovazione sociale e la pianificazione strategica di un intervento, se affrontate attraverso l’individuazione del punto di incontro tra i due approcci che fondano la governance (top down e bottom up), rendono possibile la visione che mette al centro lo Spazio fisico per la costruzione dell’identità collettiva di una città, letta come sistema di aspettative, valori, opportunità per la collettività in continuo mutamento e al passo con i nuovi bisogni dei cittadini.

 


 

*Arch. Fabris Franco. Capo Settore P. Urbanistica , Città di Padova. Ha maturato una consistente esperienza in ambito di pianificazione urbanistica generale ed attuativa, sviluppata su Padova ed altri centri urbani veneti, ricoprendo mansioni tecniche e dirigenziali, aprendosi all’approccio multidimensionale. In particolare, per la città di Padova, ha progettato le varianti al Piano Regolatore Generale e il Piano di Assetto del Territorio del Comune.

Arch. Bagatella Paola. Smart Urban Planning, collabora con la Città di Padova. Attualmente si occupa di valorizzazione del territorio attraverso un’analisi multidimensionale in ambito urbano-metropolitano.

Dott. Palmieri Mirko. Monitoring & Smart Strategic Planning, collabora con la Città di Padova. Si occupa di: rilevazione del bisogno; monitoraggio multidimensionale e Urban &Metropolitan Smart Organization

 

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