Oulu Smart city: un’esperienza a 5P

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La città di Oulu è collocata in Nord Europa, nell’area settentrionale della Finlandia, di cui rappresenta una delle sei aree urbane di maggior rilievo, grazie ad una popolazione di circa 191.000 abitanti.

17 Settembre 2013

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Luca Mora*

La città di Oulu è collocata in Nord Europa, nell’area settentrionale della Finlandia, di cui rappresenta una delle sei aree urbane di maggior rilievo, grazie ad una popolazione di circa 191.000 abitanti. Osservando l’ormai famoso e più volte citato report proposto dall’Università Tecnica di Vienna (TU Wien), dall’Università Tecnica di Delft (TU Delft) e dall’Università di Ljubljana1, la città di Oulu viene segnalata come una delle città di medie-dimensioni più sviluppate in ambito smart city. Pur riconoscendo i limiti dei sistemi di valutazione fino ad oggi proposti, soprattutto considerando la mancanza di una definizione condivisa di questo concetto che non permette di identificarne con chiarezza le componenti da valutare e misurare, l’elevata posizione raggiunta da Oulu è comunque un interessante indicatore a sostegno dell’idea riconosciuta a livello internazionale che associa a questa città il ruolo di ‘centro dell’innovazione’, e non è l’unico. Infatti, sono molti altri i segnali che confermano questo ruolo emerso in questi anni. Ad esempio, soltanto un anno fa, la rivista Fortune identifica Oulu come una delle sette città più fertili in ambito startup2, mentre l’Intelligent Community Forum (ICF)3, organizzazione che sulla base di un proprio sistema di classificazione individua ogni anno le 7 città maggiormente orientate all’integrazione di tecnologie digitali in ambiti urbani, proponeva la città finlandese come esempio da imitare.

Nel caso di Oulu, l’orientamento all’innovazione è legato soprattutto all’ambito delle tecnologie per l’informazione e la comunicazione (ICT), settore che la città ha sviluppato e consolidato con particolare interesse in molti anni di investimenti in termini di risorse sia economiche che umane, e che oggi rappresenta la spina dorsale della strategia smart city proposta dalla città.

La transizione da ubiquitous city a smart city

Mentre le radici del modello di smart city proposto dalla città di Barcellona sono legate a molti anni di lavoro nel campo dell’economia della conoscenza (knowledge economy)4, ad Oulu emerge un concetto diverso, maggiormente orientato allo sviluppo tecnologico: città ‘ubiquita’(ubiquitous city oppure u-city), una città dove informazioni, dati e servizi vengono resi disponibili grazie all’utilizzo di tecnologie per l’informazione e la comunicazione diffuse all’interno dell’ambiente urbano. Alcuni esempi possono essere i dispositivi per consentire l’accesso internet gratuito e libero in aree urbane collocati prevalentemente su edifici, lampioni oppure dispositivi semaforici, così come l’installazione di totem interattivi consultabili all’interno di piazze o punti informativi per ottenere indicazioni turistiche o fruire di servizi. Il concetto di ubiquitous city è stato fortemente sviluppato e sostenuto dalla Corea del Sud attraverso una serie di progetti. Fra questi, i più famosi sono probabilmente Dongtan e New Songdo, richiamati spesso come esempi di città smart per il loro ingente uso della tecnologia al fine di favorire un miglior funzionamento delle infrastrutture della città. Tuttavia, queste città, come nel caso di Oulu, nascono all’insegna di un modello di città diverso e poi modificato nel tempo.

Ubiquitous city è un ulteriore termine che favorisce la crescita di un fenomeno di confusione terminologica che avvolge il concetto di smart city. Troppi termini apparentemente analoghi vengono utilizzati indistintamente per descrivere lo stesso concetto, e come segnalato da Paolo Testa, direttore del Centro europeo di studi e ricerche della Città e dei Comuni d’Italia (Cittalia)5, questa condizione rischia di trasformare un concetto dalle enormi potenzialità in un semplice slogan privo di significato. Tuttavia, come nel caso del concetto di knowledge city a Barcellona, il caso di Oulu ci permette di stabilire quale sia il legame fra smart city e ubiquitous city; un legame abbastanza evidente e di carattere puramente tecnologico. Una città smart è una città che utilizza la componente tecnologica che deriva dal modello dell’ubiquitous city (infrastruttura di rete, dispositivi per la connessione, reti di sensori, etc.) per agevolare lo sviluppo, la diffusione e la fruizione di servizi e applicazioni digitali e della conoscenza generata all’interno della città. Quella conoscenza che rappresenta sia una risorsa immateriale dal cui utilizzo dipende la crescita economia e la competitività di un territorio, come dimostrato dagli studi sulla knowledge city, sia la risorsa primaria che permette di strutturare tali applicazioni e servizi e di farli funzionare. Inoltre, la componente tecnologica deve anche avere la capacità di favorire nuove forme di governo orientate alla partecipazione e alla collaborazione fra attori pubblici e privati, proprio quello che è mancato nel caso dei processi di sviluppo delle città ubiquite. 

Ecco la sintesi del modello di smart city proposto da Oulu, che ha iniziato a rivedere il proprio modello di città ‘ubiquita’ e la struttura di governance dell’iniziativa avviata anni prima a favore di una visione orientata alla smart city, recuperando il lavoro fatto e implementandolo con nuove idee e attività.

Le 5P alla base della strategia: Public-Private-People Partnership + Piattaforma di sperimentazione6

Mentre a Barcellona e a Bologna [l’edizione di Smart city Exhibition 2013 si terrà dal 16 al 18 ottobre n.d.r.] ogni anno si parla e ci si confronta sugli importanti tematismi, sulle strategie e sulle tecnologie che hanno permesso a numerose città di avviare processi di transizione delle aree urbane verso il modello della smart city, a Oulu invece hanno deciso di concentrarsi sulla progettazione. Infatti, per il secondo anno consecutivo la città proporrà l’International Open Ubiquitous City Challenge (UBI Challenge). Una competizione durante la quale i ricercatori di tutto il mondo possono progettare e sperimentare nuove applicazioni e servizi non in un laboratorio, ma in una città con utenti reali e che offre un’infrastruttura tecnologica per l’informazione e la comunicazione estesa a quasi tutta l’area urbana. Questa infrastruttura è costituita da varie componenti sviluppate con il programma UrBan Interactions (UBI). La più importante è sicuramente la rete panOULU sviluppata nel 2003, che attraverso 1270 punti di accesso collocati nell’area urbana e 8 nei paesi limitrofi, fornisce accesso libero e gratuito ad internet a chiunque ne abbia necessità, addirittura senza procedure di registrazione e autenticazione. Questa rete permette anche la connessione Bluetooth attraverso 30 punti di accesso totali di cui 18 sono stati installati sopra i dispositivi semaforici, mentre i restanti 12 sono accessibili dai molteplici display interattivi (UBI-Hotspots) dislocati in vari spazi della città. Queste tecnologie costituiscono:

  • l’infrastruttura di rete per permettere libero accesso ai cittadini di Oulu a una vasta gamma di servizi informativi e applicazioni attraverso il portale OmaOulu Citizen, sviluppato con il programma Future Service Society, accessibile anche dagli UBI-Hotspots;
  • l’infrastruttura di rete per collegare varie reti di sensori utilizzate per l’acquisizione di dati in tempo reale dalla città;
  • la piattaforma di sperimentazione dove aziende, organizzazioni, singoli ricercatori, etc. possono sviluppare e testare le loro applicazioni e servizi (testbed), come nel caso prima citato dell’UBI Challenge.

Questa piattaforma rappresenta l’eredità lasciata dalla strategia proposta dalla città di Oulu per diventare una ubiquitous city, e può essere considerata come uno dei cardini dell’attuale strategia smart city. Un complesso sistema per la connessione diffusa che è stato sviluppato grazie ad un approccio partecipativo caratterizzato dalla cooperazione fra istituti per la ricerca, aziende e istituzioni governative (approccio a tripla elica). Tale approccio, con il passaggio alla strategia smart city ha preso il nome di Public-Private-People Partnership, dato che la città di Oulu ha deciso di mettere al centro della progettazione dei nuovi servizi e delle applicazioni della città il loro utente finale (user-driven open innovation). Infatti, grazie all’OULLabs (Oulu Urban Living Labs) coordinato dal Center for Internet Excellence, le aziende così come gli istituti per la ricerca possono sviluppare i loro prodotti, servizi e idee recuperando le valutazioni, il grado di soddisfazione, i suggerimenti e le opinioni fornite dai cittadini. Il recupero delle impressioni degli utenti viene favorito dall’utilizzo di un forum online chiamato PATIO.

Nel 2007, la consolidata propensione alla collaborazione che oggi caratterizza la strategia della città di Oulu è culminata nella definizione della partnership strategica Oulu Innovation Alliance (OIA), caratterizzata da un gruppo di lavoro con il compito di mantenere stabile la posizione di eccellenza della città in termini di innovazione e il rapporto fra i vari attori pubblici e privati della città. Il gruppo è costituito dai seguenti membri: l’amministrazione comunale, l’Università di Scienze Applicate, il VTT Technical Research Centre of Finland e il parco tecnologico Technopolis. Inoltre, questa alleanza ha il compito di stabilire gli obiettivi strategici e i modelli di governance alla base delle varie iniziative e programmi che vengono proposti, diventando così la mente che coordina l’intera strategia smart city.

Il modello Oulu

La presenza di una struttura organizzativa costituita da attori eterogenei dedicata ai temi dell’innovazione è un punto di forza e un chiaro segnale che il tema deve essere trattato con un approccio collaborativo. Tuttavia, nel modello di Oulu tale approccio non riesce ancora a cogliere a pieno il possibile contributo del cittadino nella fase di pianificazione e di definizione delle strategie. Come nel caso di Barcellona, il cittadino viene integrato nel processo di implementazione della strategia smart city soltanto nella fase di sviluppo dei prodotti e dei servizi da integrare all’interno dell’offerta della città, e non nella fase di pianificazione e di programmazione generale dell’intera iniziativa. Probabilmente la città di Oulu sta ancora cercando di perfezionare la transizione dal modello dell’ubiquitous city, da cui ha comunque recuperato una visione strategica, una forte propensione alla collaborazione e una solida infrastruttura tecnologica. Tutti fattori di successo alla base di una strategia smart city che rappresenta sicuramente una buona pratica da cui prendere esempio.


 

1. Questo report rappresenta un importante punto di riferimento sul tema smart city e uno dei documenti scientifici più citati nella letteratura accademica e non. Al suo interno vengono proposti sia uno dei primi e più utilizzati sistemi di misurazione del livello di smartness di una città, scomponendolo in 6 ambiti tematici, sia una definizione del concetto di smart city. Il report è consultabile nel sito http://www.smart-cities.eu/download/smart_cities_final_report.pdf

2. L’articolo è consultabile nel sito http://money.cnn.com/gallery/technology/2012/09/19/startups-global-cities.fortune/7.html

3. Per maggiori dettagli sull’Intelligent Community Forum e sull’attività da loro svolta si rimanda al loro sito http://www.intelligentcommunity.org

4. Nell’articolo sul caso di Barcellona viene discussa la nascita della strategia smart city proposta dalla città catalana, segnalando come questa fosse fortemente legata ad anni di lavoro nel campo dell’economia della conoscenza. L’articolo è consultabile nel sito http://smartinnovation.forumpa.it/story/73643/barcellona-smart-city-capire-il-valore-della-conoscenza-e-della-collaborazione

5. L’interessante articolo di Paolo Testa è contenuto nel’ebook “Il percorso verso la città intelligente” pubblicato da Cittalia e disponibile online nel sito http://www.cittalia.it/images/file/Il%20percorso%20verso%20la%20città%20intelligente-hyper.pdf

6. I dati e le informazioni contenute in questa sezione sono stati recuperati dai seguenti articoli: Ojala et al., 2011. panOULU: Triple Helix Driven Municipal Wireless Network Providing Open and Free Internet Access; Gil-Castineira et al., 2011. Experiences inside the Ubiquitous Oulu Smart City; Schaffers et al., 2012. Smart Cities as Innovation Ecosystes Sustained by the Future Internet; Rantakokko, 2012. Smart City as an Innovation Engine: Case Oulu.

 

 

*Luca Mora è dottorando in Progetto e Tecnologie per la Valorizzazione dei Beni Culturali presso il Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano e dottorando di alta qualificazione in Gestione dell’Innovazione e Sviluppo del Prodotto della Scuola Interpolitecnica di Dottorato fondata dai tre Politecnici italiani (Torino, Milano e Bari). Dopo aver conseguito la laurea triennale in Scienze dell’Architettura e la laurea magistrale in Architettura, entrambe al Politecnico di Milano e con lode, Luca ha deciso di dedicare la propria attività di ricerca allo studio dei sistemi di integrazione delle tecnologie digitali all’interno dei sistemi urbani, con particolare riferimento ai processi di gestione e sviluppo delle strategie smart city. Inoltre, collabora con il Laboratorio T.E.MA. (Technology, Environment and Management) del Politecnico di Milano – Polo Territoriale di Mantova e con l’Urban and Regional Innovation Reserach Unit (URENIO) dell’Artistotle University of Thessaloniki.

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