Cosa influisce sul tuo benessere? Prosegue il lavoro di Istat e Cnel per andare “oltre il PIL”

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Indagini per rilevare se gli italiani sono soddisfatti e cosa influisce maggiormente sulla loro percezione di benessere. Ma soprattutto un sito web dedicato per spiegare cosa significa misurare il benessere equo e sostenibile e chiedere il contributo di cittadini, istituzioni, centri di ricerca, associazioni, imprese. Prosegue così l’iniziativa congiunta del Cnel e dell’Istat per definire nuovi parametri sui quali valutare il progresso della societa.

10 Novembre 2011

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Michela Stentella

Articolo FPA

Indagini per rilevare se gli italiani sono soddisfatti e cosa influisce maggiormente sulla loro percezione di benessere. Ma soprattutto un sito web dedicato per spiegare cosa significa misurare il benessere equo e sostenibile e chiedere il contributo di cittadini, istituzioni, centri di ricerca, associazioni, imprese. Prosegue così l’iniziativa congiunta del Cnel e dell’Istat per definire nuovi parametri sui quali valutare il progresso della societa.

Gli italiani sono più soddisfatti della famiglia e degli amici, della salute e delle attività svolte del tempo libero che della propria condizione economica. Il dato emerge dall’indagine Multiscopo "Aspetti della vita quotidiana" condotta dall’Istat nel marzo 2011 su un campione di 19 mila famiglie, per un totale di 48 mila individui (di 14 anni e più), e presentata martedì 8 novembre.

L’indagine, oltre ad indagare comportamenti e aspetti della vita delle famiglie italiane quali la soddisfazione per le relazioni familiari e amicali, la situazione economica e i principali problemi della zona in cui vivono, ha rilevato informazioni sul benessere soggettivo (soddisfazione per la vita nel complesso) e sul grado di fiducia interpersonale.

È stato chiesto infatti: "attualmente, quanto si ritiene soddisfatto della sua vita nel complesso?". Il voto che gli italiani hanno dato alla propria vita – in una scala da 0 a 10 – si attesta mediamente su 7,1 quindi più che sufficiente.

È stato poi chiesto: "Lei generalmente pensa che si possa fidare della maggior parte della gente oppure bisogna stare molto attenti?". La maggior parte degli intervistati risponde con un atteggiamento di cautela verso il prossimo: il 76,8% delle persone pensa infatti che "bisogna stare molto attenti" nei confronti degli altri, mentre solo il 21,1% è orientato ad un atteggiamento di fiducia e circa il 2% non esprime un’opinione al riguardo.

L’introduzione di questi quesiti – sottolinea l’Istat – risponde alle raccomandazioni avanzate dalle organizzazioni internazionali (ad esempio, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) nell’ambito dei lavori finalizzati alla misura del benessere della popolazione e del progresso della società[1].

Per saperne di più guarda l’intervista ad Enrico Giovannini

In questo senso, quindi, questa indagine si inserisce all’interno del progetto che Istat e Cnel stanno portando avanti per misurare il benessere equo e sostenibile e per il cosiddetto “superamento del Pil”. La premessa, ormai abbastanza nota e condivisa a livello internazionale, è che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità.

Dall’indagine, ad esempio, emerge che una quota consistente di famiglie (43,7%) considera la propria situazione economica peggiore rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il 91% si dichiara soddisfatto per le proprie relazioni familiari e amicali (83,4%). Relativamente al proprio stato di salute, l’81,3% della popolazione esprime un giudizio positivo (molto o abbastanza soddisfatto). Per quanto riguarda il tempo libero, a dichiararsi molto o abbastanza soddisfatto è il 64,1% della popolazione, una porzione molto più bassa che nel caso degli altri aspetti della vita quotidiana già considerati.

I problemi maggiormente sentiti dalle famiglie nella zona in cui abitano sono il traffico (41,2%), la difficoltà di parcheggio (38%), l’inquinamento dell’aria (36,8%), il rumore (32,6%), il non fidarsi a bere acqua dal rubinetto (30%), la sporcizia nelle strade (29,1%), la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (28,6%) e il rischio di criminalità (26,6%), mentre l’irregolarità nell’erogazione dell’acqua è considerata un problema dal 9,3 per cento delle famiglie.

Del resto, appena una settimana fa il presidente del Cnel, Antonio Marzano, e il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, hanno presentano le 12 dimensioni del benessere scaturite dai lavori del Comitato di indirizzo incaricato di sviluppare una definizione condivisa del progresso e del benessere della società italiana.

Queste le 12 dimensioni (i cosiddetti "domini"):

  • Ambiente
  • Salute
  • Benessere economico
  • Istruzione e formazione
  • Lavoro e conciliazione dei tempi di vita
  • Relazioni sociali
  • Sicurezza
  • Benessere soggettivo
  • Paesaggio e patrimonio culturale
  • Ricerca e innovazione
  • Qualità dei servizi
  • Politica e istituzioni

È stata aperta, quindi, una fase di consultazione pubblica. Sul sito www.misuredelbenessere.it, infatti, è possibile non solo trovare informazioni sul progetto, ma anche fornire la propria opinione sulla scelta delle dimensioni.

I risultati di questa consultazione verranno utilizzati per operare la scelta definitiva dei domini del "benessere equo e sostenibile", per ognuno dei quali verranno selezionati gli indicatori statistici più significativi nella realtà italiana.

Nel frattempo, nella prima metà del 2011, l’Istat ha realizzato un’altra indagine multiscopo chiedendo a un campione di 45mila persone residenti in Italia di fornire un punteggio da 0 a 10 ad una lista di 15 condizioni che corrispondono ad altrettante dimensioni del benessere.

Qui il report con i risultati

Essere in buona salute è emersa come la condizione più importante per il benessere individuale. Ben il 79,9% degli intervistati dà a questa dimensione punteggio 10. Al secondo posto la possibilità di assicurare un futuro ai figli. Rilevante è anche la preoccupazione per le condizioni dell’ambiente. Al terzo e quarto posto si situano due dimensioni correlate: avere un lavoro dignitoso e avere un reddito adeguato.


 


[1] Si veda www.oecd.org/progress e il cosiddetto “Rapporto Stiglitz”, disponibile sul sito www.stiglitz-sen-fitoussi.fr.
 

 

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