Open Data, come promuoverne il valore tra gli utenti? Due iniziative europee

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Per la diffusione degli Open Data è fondamentale la richiesta da parte di coloro che dovrebbero beneficiarne riusandoli: innanzitutto cittadini e imprese, per innescare un circolo virtuoso tra domanda e offerta di dati e servizi. E l’attenzione sulla visualizzazione ricopre un ruolo importante

20 Maggio 2016

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Nello iacono, Stati Generali dell'Innovazione

Uno dei temi principali per la diffusione degli Open Data è quello relativo alla presenza sufficiente di richiesta da parte di coloro che dovrebbero beneficiarne riusandoli: innanzitutto cittadini e imprese. Ma anche per le imprese, che possono riusarli per realizzare e offrire servizi, è sempre più importante che la consapevolezza del valore dei dati si diffonda nella popolazione e che quindi si possa innescare un circolo virtuoso tra domanda e offerta di dati e servizi.

In quest’ambito è certamente essenziale l’attività di promozione che possono e devono effettuare le amministrazioni per spingere al riuso dei propri dati, con un’azione di comunicazione che deve puntare alla valorizzazione dei dati pubblicati. Infatti, e questo anche a livello europeo, anche se cresce la quantità di dati aperti disponibili, se la loro pubblicazione (nei formati aperti come csv, json) non è accompagnata da forme di visualizzazione il rischio è che la loro comprensione rimane difficile e la loro diffusione limitata.

Sul fronte europeo, sono interessanti due iniziative di ricerca recenti, che vanno proprio nella direzione di identificare le migliori modalità di visualizzazione dei dati (aperti), valutandone le possibilità di integrazione con dati di diversa provenienza.

Una di queste , in corso di realizzazione in Svezia, nella Linnaeus University, ha come ambito di ricerca l’esplorazione e l’interazione degli Open Data in un ambiente di realtà virtuale e aumentata. Come si rileva dal video del prototipo, questo potrebbe consentire di non vedere solo i dati mappati e visualizzati su uno schermo, ma anche passeggiare e interagire in un ambiente visualizzato visivamente, e questo è possibile anche per la presenza sempre più elevata delle informazioni di georeferenziazione.

Un altro progetto, tra i tanti che hanno come obiettivo la valorizzazione dei dati attraverso la loro visualizzazione e integrazione, è il progetto Compass, che si propone l’integrazione tra dati aperti pubblici, social media , piattaforme eParticipation , mappe cognitive fuzzy, modelli causali, per la costruzione, la condivisione, la visualizzazione e la comparazione delle metriche di misurazione dell’impatto delle politiche sociali. E quindi, anche qui, per una maggiore trasparenza dell’agire politico e con maggiori strumenti di monitoraggio civici.

In questo quadro, è interessante rilevare alcuni aspetti dello studio di comparazione “Open Data in Cities” effettuato nell’ambito del portale europeo. Qui vengono considerate quelle che sono ritenute le otto città europee con progetti Open data più avanzati (Amsterdam , Barcellona, Berlino , Copenaghen , Londra, Parigi , Stoccolma e Vienna) e vengono valutate le caratteristiche delle politiche, dei piani di azione e dei risultati. Dal punto di vista che stiamo qui considerando (in un prossimo articolo approfondiremo la relazione tra politiche Open Data e Smart City), rileviamo che tutte hanno scelto di dotarsi di un portale Open Data, proprio per enfatizzare l’aspetto dati, e focalizzare su questo l’attenzione. E mentre la quantità di dati messi a disposizione differisce per città (dai 175 gruppi di dati a Parigi ai 935 set di dati di Berlino), è invece simile il tipo di dato maggiormente presente, attinente ai trasporti e alla mobilità (tranne Londra, dove prevale il lavoro e la salute) e quindi vicino all’interesse quotidiano dei cittadini. Da questo punto di vista, la richiesta di dati aggiornati e in tempo reale (soprattutto nelle aree della mobilità e della salute) diventa sempre più connessa con la richiesta di una fruizione sempre più agevole.

Su questo fronte, stiamo finalmente assistendo in Italia ad una sempre maggiore attenzione al raggiungimento dell’obiettivo della comprensione dei dati, che nel nuovo decreto sulla trasparenza diventa diritto pieno, affermato come tale più volte nel testo, e poi specificato in particolare

  • sui dati della spesa pubblica, dando formalità di strumento essenziale al portale SoldiPubblici, e quindi andando oltre la previsione dell’apertura del sistema SIOPE, sottostante, da cui sono tratti i dati;
  • sui dati delle opere pubbliche, rendendo anche qui, di fatto, riferimento sistematico il modello di OpenCantieri, per cui vengono specificati i dati (“ le informazioni relative ai tempi, ai costi unitari e agli indicatori di realizzazione delle opere pubbliche in corso o completate “) che dovranno essere esposti in modo comprensibile, per “un’agevole comparazione”.

A livello locale, i maggiori progressi sul fronte della fruizione si stanno sviluppando nel settore sanità (vedi il caso dei Pronto Soccorso ) e nel settore mobilità, dove la possibilità di dati in tempo reale spinge verso visualizzazioni e servizi sempre più interessanti e comprensibili per i cittadini. E questo dovrebbe rendere chiara la necessità di procedere con sempre maggiore attenzione e cura verso tassi elevati di riuso, anche utilizzando survey periodiche, come quelle realizzate sistematicamente ad esempio da Berlino , dove, nonostante la situazione avanzata rispetto alle altre città europee, l’ultima rilevazione 2016 ha riportato tra le dieci priorità strategiche sugli Open Data i temi dell’accessibilità, della fruizione, dell’aggiornamento dei dati e di una maggior cura della domanda. Perché il percorso del miglioramento è lungo e, se si innesca il ciclo virtuoso dell’innovazione, la richiesta diventa sempre più esigente e consapevole.

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