Beni culturali, l’evoluzione dell’ontologia “Cultural-ON” e dei linked open data

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Stipulando una Convenzione Operativa tra l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISTC-CNR)il MiBACT mira a realizzare una ontologia sui luoghi della cultura e sugli eventi culturali

8 Aprile 2016

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Annarita Orsini, responsabile attività di valorizzazione del patrimonio informativo, Servizio Affari generali, innovazione e trasparenza amministrativa, Mibact e Chiara Veninata responsabile scientifico progetto "Cultural-ON", Mibact

Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) nel dicembre 2014 ha avviato un progetto basato sulla interoperabilità semantica attraverso i linked open data (LOD). Il lavoro ha avuto origine dall’inserimento nell’Agenda nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico per l’anno 2014 e per l’anno 2015 di specifici obiettivi di rilascio in formato LOD delle informazioni contenute nel DBUnico relativo a “eventi e a luoghi della cultura”. Successivamente, anche il laboratorio per il turismo digitale (TDLab) ha ritenuto strategiche le azioni di “mappatura e digitalizzazione punti e siti d’interesse storico-artistico per consentire un riuso efficiente delle informazioni sul patrimonio storico, artistico e culturale” e di “mappatura e feed di attività/eventi in Italia per diffondere in maniera capillare e completa le informazioni necessarie”.

E’ stata quindi individuata una strategia unitaria di valorizzazione del patrimonio informativo del MIBACT (anagrafiche dei luoghi della cultura e degli eventi), stipulando una Convenzione Operativa tra e l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISTC-CNR) per la redazione di una ontologia sui luoghi della cultura e sugli eventi culturali.

A partire già da gennaio 2015 sono stati quindi coinvolti gli Istituti Centrali del MIBACT (in particolare ICCU, ICAR, ISCR e ICCD), attraverso riunioni periodiche per la condivisione delle attività.

L’ontologia è un modello dati in cui i dati e le relazioni tra i dati sono qualificate semanticamente, ovvero rese significative. Essa non costituisce un modello “immobile” ma può essere revisionata, arricchita, estesa sulla base delle esigenze che emergeranno dai tavoli di confronto. In questo senso, i rapporti con le Regioni ed in generale con tutti i soggetti pubblici e privati interessati vanno intesi nello spirito del massimo scambio collaborativo.

Dal punto di vista metodologico si è scelto di partire dalla definizione di una specifica ontologia “Cultural-ON” a partire dai dati del DBUnico “Luoghi della cultura ed Eventi” del MIBACT . Successivamente l’ontologia è stata estesa ed arricchita per coprire il dominio luoghi della cultura ed eventi culturali in senso lato, per favorire la piena integrazione e la massima fruibilità dei dati statali, degli enti territoriali e di chiunque intendesse utilizzarla.

Sulla base dell’ontologia Cultural-ON, che a breve sarà pubblicata sul dominio dati.beniculturali.it (di prossima apertura) e che è stata presentata a Ferrara il 7 aprile 2016 nell’ambito del Salone del Restauro, è stata avviata la produzione di linked open data sui luoghi della cultura statali, sugli Archivi di Stato e su un subset delle anagrafiche delle biblioteche pubbliche italiane. Il passo successivo sarà diffondere la conoscenza del lavoro svolto affinché si possa arrivare alla definizione di una strategia unitaria per il Paese.

Gli scenari ipotizzati sono i seguenti:

1. gli enti territoriali e tutti i soggetti pubblici e privati interessati pubblicano in open data i dati sui luoghi della cultura e gli eventi. I dati vengono importati nel DBUnico e rilasciati real-time in formato linked open data.

2. i soggetti interessati modellano i dati utilizzando l’ontologia e pubblicano direttamente in formato linked open data.

Certi del grande valore strategico della tecnologia linked open data Si stanno ipotizzando varie forme di divulgazione del progetto, tra le quali la creazione di laboratori a cielo aperto quali luoghi di partecipazione e di confronto ma al tempo stesso di individuazione di modelli di valorizzazione innovativi.

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