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Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione

PNRR Focus | Comuni e digitalizzazione, sapere per attuare
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I Comuni e le Città parteciperanno in modo attivo agli investimenti a titolarità di enti centrali che riguardando gli investimenti in digitalizzazione previsti dal PNRR. Ma sono pronti a cogliere questa sfida? Il primo di una serie di tre webinar realizzati da FPA e Microsoft, offre un’analisi dei bandi e alle azioni necessarie per sfruttare al meglio i finanziamenti

28 Aprile 2022

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Redazione FPA

PNRR Focus | Comuni e digitalizzazione, sapere per attuare

Ad aprile sono stati attivati i primi avvisi che permetteranno a Comuni e Città di accedere ai finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.  In quanto attori protagonisti dell’innovazione dei servizi pubblici alla cittadinanza, i Comuni e le Città Metropolitane parteciperanno agli investimenti a titolarità di enti centrali. Un buon numero tra loro hanno già implementato alcune soluzioni finanziate attraverso programmi e relativi bandi del passato, come il Fondo Innovazione, e oggi sono in attesa delle nuove opportunità economiche date dal PNRR. L’obiettivo è potenziare le soluzioni di digitalizzazione già implementate e/o svilupparne di nuove. 

Nasce PNRR HUB dalla collaborazione di FPA e Microsoft

Molti enti più piccoli, invece, non sono ancora pronti a cogliere questa nuova occasione di sviluppo digitale; probabilmente necessitano di un accompagnamento per tradurre i bisogni della cittadinanza in domanda esplicita e, non di rado, anche per conoscere i tempi, le scadenze e soprattutto le modalità di attuazione dei finanziamenti. A tal fine, in FPA è nato il progetto “PNRR Hub” dedicato ai Comuni, nell’alveo del quale si inserisce una serie di appuntamenti organizzati in collaborazione con Microsoft.

PNRR e PA digitale: le opportunità per i Comuni”, il primo dei tre webinar previsti, ha avuto luogo il 20 aprile scorso. Focus specifico: la Missione 1 Componente 1 del PNRR – Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA – e gli investimenti in cui si articola.

Prossimi appuntamenti: 9 maggio e 31 maggio, occasioni nelle quali si entrerà nello specifico dei bandi. 

L’ammontare delle risorse disponibili e le aree di intervento

Il 35 % delle risorse complessive che il PNRR mette a disposizione dell’Italia (191,5 Mld), è destinato alla ripresa e allo sviluppo degli enti territoriali. Tradotto in euro, si tratta di 66,4 miliardi, di cui 28,3 sono a disposizione dei soli Comuni e Città Metropolitane che, in merito al tema della digitalizzazione, hanno già effettuato o programmato attività nel quadro delle diverse e successive edizioni del Piano Triennale AgID. 
Italia Digitale 2026, la strategia sviluppata dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, si inserisce nel PNRR e consente riforme per 6,14 miliardi di euro. Oggi, il grosso degli investimenti di interesse comunale finanziati dal PNRR andranno ad innestarsi sul lavoro già programmato o svolto nelle amministrazioni. Per tale ragione, l’interesse delle amministrazioni si concentra principalmente su due aree della Missione 1 del PNRR:

  • Investimento 1.2  – Abilitazione e facilitazione migrazione al Cloud – 1 miliardo di euro
  • Investimento 1.4 – Servizi digitali e cittadinanza digitale:
    • 1.4.1 Esperienza dei servizi pubblici – 613 mln di euro
    • 1.4.2 Inclusione dei cittadini – 80 mln di euro (investimento rivolto solo a 55 enti Regioni e province autonome, 14 Città metropolitane, 14 Comuni capoluoghi, 6 Comuni da individuare in accordo con ANCI)
    • 1.4.3 Adozione pagoPA e appIO – 750 mln di euro
    • 1.4.4 Adozione identità digitale – 285 mln di euro
    • 1.4.5 Digitalizzazione avvisi pubblici – 240 mln di euro (nuova piattaforma da completare entro giugno 2022)
    • 1.4.6 MaaS (Mobility as a service)- 40 mln di euro (per sviluppare progetti pilota di mobilità integrata, dalla pianificazione del viaggio al pagamento del biglietto. Già selezionate tre città per i progetti capofila: Milano, Roma e Napoli).

Bandi attivi o in corso di pubblicazione: perché conta la dimensione dell’ente

La prima particolarità di questo programma di investimenti è la distinzione nell’accesso ai finanziamenti del PNRR: il Ministero dell’Innovazione ha previsto che l’erogazione delle risorse avvenga attraverso due diverse modalità, a seconda che le misure finanziate si rivolgano a un’ampia o a una ristretta platea di enti beneficiari. In particolare, si distinguono: 

  • Soluzioni standard. Misure con ampia platea di beneficiari, > 1.000 PA. Accesso a voucher di valore economico predefinito, spendibili solo nell’ambito dell’area del finanziamento nella quale sono stati richiesti. Tre avvisi sono già stati aperti ad aprile 2022 ( 1.2, 1.4.3, 1.4.4). I rimanenti due (1.4.1 e 1.4.5) saranno aperti a breve
  • Presentazione progetti. Misure con platea ristretta di beneficiari, < 1.000 PA (1.4.2 e 1.4.6). Accesso a risorse attraverso candidatura ad appositi avvisi pubblici. Caratteristica dei bandi che vale la pena evidenziare è la loro retroattività.

L’analisi dei bandi, tra soddisfazione e (qualche) perplessità

L’ampia platea di destinatari include amministrazioni che hanno gradi di maturità digitale molto distanti tra loro. Quanto è possibile interpretare i bandi in base alle proprie reali necessità? Come gestire le sovrapposizioni con attività oggetto di bandi già chiusi?

La fase di studio degli avvisi ha fatto emergere alcune perplessità e contraddizioni su cui si dovrà lavorare. I Comuni attualmente più digitalizzati e proattivi, per esempio, sono in attesa del parere del Dipartimento sulla possibilità di partecipare ai bandi. In particolare sui progetti relativi a Identità digitale, appIO e pagoPA, alcuni enti avevano già attivato i servizi con il Fondo Innovazione. Ci si chiede, dunque, se le amministrazioni che hanno già fruito di finanziamenti pubblici potranno accedere alle risorse del PNRR per le stesse aree di sviluppo e se potranno completare i progetti già messi a terra con questi bandi.

Un interessante spunto di riflessione è arrivato da Alessandro Francioni, Dirigente per i progetti di Agenda digitale, servizi di prossimità al cittadino e semplificazione del Comune di Bergamo: “In realtà, i bandi attuali non si sovrappongono esattamente a quelli del recente passato. In ogni caso, tutte le amministrazioni hanno ancora ampi margini di implementazione. A Bergamo, per esempio, auspichiamo di poter potenziare appIO e pagoPA con servizi bi-direzionali, perché al momento i servizi sono solo unidirezionali”.

Ulteriore considerazione va fatta sul tema dell’Identità digitale, perché nei bandi in analisi non ci sono indicatori di outcome e di impatto: l’efficacia degli investimenti, dunque, sarà difficile da misurare.
In particolare, il bando relativo non si sofferma sul target di servizi accessibili con Spid/CIE e non menziona attività di monitoraggio dell’effettivo uso dell’Identità digitale da parte dei cittadini. Inoltre, questo bando non sollecita la PA a comprendere le cause del un mancato utilizzo dei servizi e, in questo punto specifico, si concentra tutta la sua inefficacia percepita.
Le risorse, però, potrebbero essere utilizzate per iniziative che invoglino la cittadinanza a usare questi servizi accessibili con Spid/CIE, ha suggerito Francioni. Bergamo, per esempio, lo sta facendo.

L’importanza di un buon orientamento tecnico per programmare gli investimenti

Con questi avvisi, si chiede nuovamente alle amministrazioni di agire in contemporanea su cinque diversi livelli di organizzazione: 

  • migrazione al Cloud;
  • interoperabilità dei dati;
  • digitalizzazione dei processi interni;
  • miglioramento dei servizi digitali;
  • sicurezza informatica.

Per molte amministrazioni il compito può essere vissuto come molto complesso. “La definizione di strategie di medio e lungo periodo per la digitalizzazione della PA, può beneficiare dell’affiancamento tecnico di un player dell’industria hi-tech come Microsoft Italia”, ha spiegato Chiara Bondurri Public Sector Account Technology Strategist dell’azienda.

L’ approccio di Microsoft alla digitalizzazione della PA, infatti, tiene conto dei diversi gradi di maturità dell’amministrazione e dell’insieme degli obiettivi che l’ente è chiamato a raggiungere. L’implementazione delle giuste tecnologie e infrastrutture mira innanzitutto ad abbattere i silos che dividono i dati, le tecnologie e le persone. Uno dei principali obiettivi dell’azienda, infatti, è creare un’esperienza semplice, unificata e scalabile, per offrire all’ente una visione olistica delle informazioni.

“Cerchiamo di mettere in comunicazione il personale l’IT con il business, perché se l’IT ha un facile accesso ai dati e ha tecnologie che lo supportano può lavorare più facilmente ad attività che portano valore direttamente all’amministrazione, senza doversi concentrare sulla parte operativa di mantenimento”, ha spiegato Bondurri.

Perché investire in una piattaforma per i servizi ai cittadini

L’idea di Microsoft è fornire all’amministrazione tutti gli strumenti necessari a creare un’esperienza che mette la cittadinanza al centro. “Uno dei primi strumenti che solitamente attiviamo nelle amministrazioni è il CRM, perché permette alla PA di avere una visione a 360 gradi del cittadino e delle sue attività e una gestione operativa ottimizzata, anche multicanale. In questo modo si possono offrire servizi integrati fruibili ovunque, in modo facile e in tempo reale. L’azienda può dotare l’ente di una piattaforma che organizza e coordina i dati e le informazioni, rendendo i contenuti accessibili, a prescindere dalla tecnologia a disposizione del cittadino. 

Una piattaforma strutturata dà al cittadino la possibilità di:

  • chiedere assistenza, servizi;
  • fare richieste all’ente;
  • sottomettere idee, dare feedback, partecipare alle decisioni;
  • segnalare problemi sul territorio (alberi che interrompono la viabilità, cestini rotti, animali per strada, ecc)

D’altro canto, l’ente comunale può:

  • incentivare comportamenti virtuosi nei confronti della città;
  • ottimizzare servizi in ottica smart city: 
    • servizi di parcheggio;
    • pianificazione degli spostamenti;
    • dematerializzazione degli avvisi;
    • gestione di traffico, salute e sicurezza pubblica;
    • ottimizzazione di tutti i servizi pubblici.

Come gestire la cybersecurity di un ecosistema digitale complesso

Le innovazioni stimolate dai bandi creano un ambiente digitale di elevata complessità nell’ente e ampliano la superficie esposta agli attacchi della cyber criminalità. 
Il 14% di tutti gli attacchi informatici colpisce la PA e per questo è importante poter contare su soluzioni efficaci e partner di comprovata competenza. La protezione informatica deve essere estesa a tutti i livelli dell’organizzazione e comprendere soluzioni di AI per prevenire gli attacchi, anche quelli che solitamente passano inosservati. “Ecco perché Microsoft investe 1 mld di euro all’anno in cybersecurity. Grazie al suo un portafoglio di soluzioni, dal 1 luglio 2020 a 30 giugno 2021, l’azienda ha bloccato 9 mld di minacce agli endpoint, 31 mld di attacchi alla digital identity e 32 mld di minacce alle e-mail”, ha chiosato Chiara Bondurri.

Conclusioni

La sfida lanciata agli enti territoriali e in particolare ai Comuni e alle Città Metropolitane può essere vinta con un corretto uso delle risorse messe a disposizione dal PNRR, nell’ambito di progetti costruiti sulle reali esigenze attuali degli enti. Gli avvisi attivi invitano la PA a sviluppare anche una visione ampia sul tema della digitalizzazione, che sarà tanto più strategica e vincente, quanto si riveleranno adeguate le infrastrutture e tecnologie scelte.

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