Da pagoPA all’e-commerce, come può crescere il business delle imprese

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Un maggior ricorso ai pagamenti digitali vuol significare sviluppo di una nuova economia di filiera, di nuovi modelli di business tra imprese dello stesso settore o di settori diversi, partnership a livello mondiale senza dover delocalizzare l’attività: opportunità di business fino a pochi anni fa neanche ipotizzabile

21 Marzo 2016

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Andrea Bairati, direttore area Innovazione e Education, Confindustria

La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione rappresenta lo snodo cruciale nonché il vero volano per far compiere al Paese un deciso cambio di passo verso la modernizzazione e l’efficientamento, per riportare l’Italia ad adeguati livelli di sviluppo, competitività ed attrattività nel contesto europeo e mondiale. I processi di semplificazione della PA, che ultimamente hanno subito una forte accelerazione in virtù di una serie di provvedimenti, sono essenziali per liberare importanti risorse a livello di cittadini e imprese, necessarie a migliorare la qualità della vita e a supportare una decisa crescita dell’economia.

C’è finalmente consapevolezza che una riforma efficace ed efficiente della Pubblica Amministrazione deve passare attraverso concomitanti percorsi di semplificazione, delegificazione, infrastrutturazione e digitalizzazione, sia dei processi interni che dei servizi erogati, non più esclusivamente acquistando o modernizzando hardware e software o digitalizzando l’esistente, bensì ripensando i procedimenti interni per rendere i servizi di e-government più efficienti e meno costosi per imprese e cittadini.

Seppur fortemente in ritardo rispetto ai nostri competitors nel percorso di digitalizzazione del Paese, come è possibile evincere dai principali indicatori disponibili (da ultimo il DESI, l’indice sviluppato dalla Commissione Europea che misura il grado di diffusione del digitale nei paesi Ue e che ci relega al 25° posto su 28 Paesi), l’adozione da parte del Governo di una serie di piani strategici attuativi dell’agenda digitale italiana avvenuta nel corso dell’ultimo anno, (Crescita Digitale, Banda Ultralarga, Coalizione Nazionale per le Competenze Digitali, Riforma Madia e la revisione attualmente in corso del Codice dell’Amministrazione Digitale) sono segnali concreti della volontà dell’esecutivo di ricorrere ad una strategia unitaria per la modernizzazione del Paese attraverso la semplificazione dei processi, la digitalizzazione dei servizi, l’implementazione delle infrastrutture abilitanti e lo sviluppo delle competenze digitali.

La promozione della cultura al digitale e lo stimolo all’utilizzo delle nuove tecnologie presso imprese e cittadini risultano essere maggiormente efficaci se accompagnati, o meglio, se conseguenti ad obblighi temporali inderogabili, il cosiddetto switch-off al digitale. Abituare imprese e cittadini, a cominciare dai fornitori della PA, ad interfacciarsi con la Pubblica Amministrazione tramite strumenti digitali strutturati, attraverso l’obbligo normativo, rappresenta un “primo importante passo” per educare il paese verso l’uso delle tecnologie digitali.

Le amministrazioni pubbliche forniscono una gamma sempre più ampia di servizi online, consentendo a cittadini e imprese di svolgere pratiche e attivare servizi da remoto, senza doversi fisicamente recare presso gli sportelli della PA. Nonostante i servizi di e-gov disponibili oggi, il numero di utenti che interagiscono online con le PA rimane purtroppo ancora contenuto (32%; Desi 2016)

La PA, con i suoi circa 130 mld€/anno di acquisti, rappresenta il principale motore della domanda di beni e servizi del Paese e la scelta del Governo di far intraprendere la via della digitalizzazione dell’intero ciclo commerciale ad un settore trainante del nostro sistema economico, obbligando di conseguenza tutti i soggetti (tra i quali le imprese) che hanno rapporti economici con lo Stato a dialogare con esso solo in modalità digitale, è il segnale di una strategia oculata e lungimirante, volta a portare la digitalizzazione sul campo, spostando la fase della “comprensione del beneficio” da monte a valle.

L’aver reso obbligatorio alle Pubbliche Amministrazioni e ai gestori di servizi di pubblica utilità l’accettazione dei pagamenti elettronici, attraverso il sistema pagoPA, rappresenta un ulteriore tassello, e aggiungerei importantissimo, della complessiva strategia per la digitalizzazione del Paese.

Se pensiamo che oltre il 48% dei pagamenti che imprese e cittadini effettuano hanno come destinatario la Pubblica Amministrazione, non è difficile ipotizzarne benefici e ricadute, in termini di diffusione e utilizzo delle tecnologie digitali, quando tutte le PA saranno pronte per accettare i pagamenti elettronici, sia a livello di infrastrutture che di processi.

E’ necessario affiancare allo strumento dello switch-off una forte campagna di informazione e sensibilizzazione sui servizi e-gov disponibili e abilitati da questa nuova modalità di pagamento, nonché sui benefici connessi alla sua adozione, comunicando efficacemente i potenziali vantaggi connessi ai servizi digitali disponibili.

La diffusione dei pagamenti elettronici, quando a regime, consentirà alle PA di velocizzare la riscossione dei versamenti incassi, di ridurre i costi e di ottimizzare i tempi di sviluppo di nuovi servizi di e-gov, e a cittadini e imprese notevoli risparmi in termini di risorse/tempo per l’evasione di pratiche e per la gestione dei pagamenti.

I pagamenti elettronici rappresentano il principale abilitatore per la diffusione del commercio elettronico nel nostro Paese, il cui giro d’affari per le nostre imprese, seppur in aumento di anno in anno, ci vede ancora in posizioni di forte ritardo rispetto ai nostri competitors; al momento infatti appena il 9,16% del giro di affari delle nostre imprese è generato da transazioni online, che rispetto al 20,1% del Regno Unito, al 17,5% della Francia e ad un 17,4% della Germania rappresenta ancora un discreto gap da colmare.

Un maggior ricorso ai pagamenti digitali vuol significare sviluppo di una nuova economia di filiera, di nuovi modelli di business tra imprese dello stesso settore o di settori diversi, partnership a livello mondiale senza dover delocalizzare l’attività.

L’avanzamento tecnologico sta offrendo alle imprese delle opportunità di business fino a pochissimi anni fa neanche ipotizzabili: stampa 3D, cloud, virtualizzazione e prototipazione rapida stanno rivoluzionando non solo le logiche di produzione, ma anche quelle di posizionamento dei prodotti sul mercato, offrendo al nostro Made In Italy una preziosa occasione per il consolidamento e il rilancio a livello mondiale.

Per cittadini e imprese l’utilizzo del digitale è un’opportunità da dover cogliere quanto prima e senza indugi, mentre per la Pubblica Amministrazione è un obbligo dal quale non può prescindere in quanto principale driver del processo di semplificazione e modernizzazione attualmente in corso. Occorre inoltre un forte impegno sulla dotazione infrastrutturale del Paese, per renderlo attrattivo e competitivo, in grado di contribuire a ridurre costi e oneri che ostacolano la crescita e lo sviluppo delle imprese. La digitalizzazione del Paese è un “must” assoluto e non più rinviabile.

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