Dichiarazione di accessibilità di siti web e app delle PA: come funziona e a che punto siamo

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Entro il 23 settembre 2021 tutte le pubbliche amministrazioni europee avrebbero dovuto dichiarare il livello di accessibilità di tutti i propri siti web. I dati comunicati verranno ufficialmente trasmessi alla Commissione europea. Vediamo come funziona in Italia la Dichiarazione di accessibilità. E scopriamo a che punto siamo: le PA che hanno pubblicato la dichiarazione sono circa la metà di quelle presenti su IndicePA. Tra il 2020 e il 2021, circa 3.000 nuove amministrazioni hanno provveduto a rispettare questo adempimento. La maggior parte dei siti è stata dichiarata parzialmente conforme. Con sorpresa, solamente 488 siti sono stati dichiarati non conformi e più di 7.000 conformi. Ma ad una prima analisi a campione su questi siti “conformi”, in realtà, molti risultano di fatto solo parzialmente accessibili

7 Ottobre 2021

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Claudio Celeghin

Responsabile “Servizio Sviluppo web e communities” - AGID

Photo by Anthony Da Cruz on Unsplash - https://unsplash.com/photos/b4dNhklLF7I

Il 23 settembre 2021 rappresenta una data simbolica per l’accessibilità ICT in Europa: entro questa data, infatti, tutte le pubbliche amministrazioni europee hanno dichiarato (o avrebbero dovuto farlo) il livello di accessibilità di tutti i propri siti web mediante un’apposita “dichiarazione di accessibilità”, cioè un documento in cui l’amministrazione dichiara pubblicamente quanto un proprio sito web o app è conforme a specifici criteri tecnici. Molte amministrazioni hanno compilato la prima dichiarazione nel 2020, come previsto dalla normativa. Ma la scadenza di quest’anno è particolarmente significativa, perché i dati comunicati verranno ufficialmente trasmessi alla Commissione europea, insieme ai risultati di un monitoraggio a campione che sta effettuando AGID.

Per quanto riguarda l’Italia, come vedremo più in dettaglio in questo articolo, la dichiarazione viene compilata on line attraverso un’applicazione sviluppata da AGID. Le amministrazioni pubblicano poi nel proprio sito un link che rimanda a questa dichiarazione online.

Non tutte le 23.000 PA italiane hanno pubblicato la dichiarazione ma, considerando che si tratta di un nuovo e impegnativo adempimento, i primi risultati ci sembrano incoraggianti: AGID ha infatti raccolto più di 17.000 dichiarazioni complessive, come vedremo tra poco nel dettaglio.

Dichiarazione di accessibilità: il contesto normativo

La dichiarazione di accessibilità è stata introdotta dalla Commissione Europea (CE) con la DIRETTIVA (UE) 2016/2102 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 26 ottobre 2016 relativa all’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici e definita nella Decisione di esecuzione (UE) 2018/1523. Per facilitare l’applicazione della norma, la Commissione Europea ha indicato un modello di dichiarazione a cui tutti gli Stati Membri (SM) si sono dovuti adeguare. In questo modo tutte le dichiarazioni europee possiedono dei contenuti minimi comuni, tra cui:

  • il nome e l’indirizzo del sito web/app;
  • lo stato di conformità;
  • l’elenco dei contenuti eventualmente non accessibili;
  • i recapiti dell’amministrazione per eventuali segnalazioni su contenuti non accessibili.

La direttiva ha richiesto agli Stati Membri che venisse garantito ai cittadini, e agli utenti in generale, un facile accesso alle dichiarazioni e che queste venissero aggiornate almeno una volta l’anno. Per i siti, la scadenza di pubblicazione della prima dichiarazione di accessibilità è stata lo scorso 23 settembre 2020, per le app la scadenza era a giugno di quest’anno; dal 2022 la scadenza di pubblicazione sarà la stessa sia per i siti che per le app, cioè il 23 settembre.

L’Italia ha recepito la Direttiva europea con il Decreto Legislativo 10 agosto 2018, n. 106, modificando di conseguenza la Legge 9 gennaio 2004, n. 4. Successivamente, AGID ha pubblicato le Linee Guida sull’accessibilità degli strumenti ICT, così come richiesto dalla legge n. 4/2004 modificata, individuando le regole tecniche necessarie per garantire il rispetto dei principi e dei requisiti di accessibilità e regolamentando, tra le altre cose, le modalità tecniche per la compilazione della dichiarazione di accessibilità. AGID, per garantire la conformità delle dichiarazioni al modello europeo, ha ritenuto opportuno non solo mettere a disposizione delle PA il modello, ma ha trasformato quest’ultimo in un’applicazione on line. In questo modo è stata garantita sia la conformità al modello, sia un puntuale monitoraggio in tempo reale e un’analisi dei dati strutturati provenienti dalla compilazione del webform.

Come si compila la Dichiarazione di accessibilità

In Italia la dichiarazione viene redatta e pubblicata utilizzando esclusivamente l’applicazione online sviluppata da AGID; questa modalità garantisce la conformità al modello di dichiarazione come richiesto dalla CE.

Per pubblicare la dichiarazione, le amministrazioni sono chiamate a raccogliere diverse informazioni attraverso alcuni passaggi:

  • accertarsi di aver nominato il Responsabile della Transizione Digitale (RTD);
  • verificare che su Indice PA (IPA) sia indicata la mail non PEC corretta dell’RTD della propria amministrazione, a cui l’applicazione AGID invia la chiave di accesso per accedere al webform;
  • aver effettuato le verifiche tecniche di conformità ai requisiti di accessibilità di siti e app;
  • riportare nel form i dati raccolti.

AGID, per agevolare il lavoro delle PA, ha messo a disposizione delle Amministrazioni un “Modello di Autovalutazione di accessibilità“, allegato alle Linee Guida sull’Accessibilità degli strumenti informatici, utile per determinare lo stato di conformità del sito web e/o applicazione mobile.

La dichiarazione si compone di due macro-sezioni: la prima riguarda i contenuti previsti dalla Decisione di esecuzione UE 2018/1523:

  • Stato di conformità
  • Dichiarazione di contenuti, sezioni e funzioni non accessibili, in caso di non conformità parziale o totale
  • Indicazione del meccanismo di feedback e recapiti dell’amministrazione
  • Procedura di attuazione (Difensore Civico Digitale) 

La seconda sezione invece è composta da:

  • Informazioni sul sito o applicazione mobile
  • Informazioni sull’amministrazione
  • Altre informazioni opzionali richieste da AGID

Una volta completata la dichiarazione, la PA riceve una e-mail con un link da esporre o nel footer del sito web o nell’apposita sezione dello store relativamente alle app mobili.

Come previsto dalla direttiva, AGID nel predisporre il modello di dichiarazione, ha potuto richiedere alle PA nazionali ulteriori informazioni facoltative, tra cui:

  • il nome dell’eventuale CMS utilizzato per gestire i siti web;
  • l’eventuale svolgimento di test di usabilità sui relativi siti o app;
  • il numero di dipendenti con disabilità;
  • il numero di postazioni per utenti con disabilità.

Durata e validità della Dichiarazione di accessibilità

Entro il 23 settembre di ogni anno la PA riesamina e, se necessario, procede all’aggiornamento dei contenuti della dichiarazione. Ogni dichiarazione ha validità annuale.

Le dichiarazioni in numeri

Tra il 2020 e il 23 settembre 2021, 10.783 PA hanno complessivamente redatto più di 18.000 dichiarazioni di accessibilità, tra siti web e app:

  • 17.414 dichiarazioni per i siti web;
  • 710 dichiarazioni per le app (428 Android, 282 iOS), di cui 458 pubblicate entro il 23 giugno 2020.

A settembre 2020 AGID aveva raccolto circa 12.000 dichiarazioni da 7.793 diverse amministrazioni.

Per effettuare la valutazione tecnica dei siti in questi due anni le PA hanno così proceduto:

  • 13.969 siti web sono stati valutati tecnicamente dalle stesse PA;
  • 3.444 siti sono stati valutati da soggetti terzi. 

Nella valutazione tecnica di siti e app, 10.711 sono stati esaminati facendo riferimento ai criteri delle WCAG 2.0, mentre 7.411 facendo riferimento alle WCAG 2.1.

La valutazione tecnica ha portato alla dichiarazione dei seguenti livelli di conformità:

  • 7.036 siti conformi;
  • 9.889 parzialmente conformi;
  • 488 non conformi.

I siti per cui le PA hanno fatto ricorso all’onere sproporzionato sono stati in tutto 3.665.

Per quanto riguarda i CMS utilizzati, le PA hanno comunicato di utilizzare:

  • 4.621 WordPress
  • 3.514 Joomla
  • 1.254 Drupal
  • 159 Plone
  • 139 Liferay

Per 2.094 siti non è stato specificato un CMS, segno che probabilmente o le PA hanno trascurato il campo opzionale o hanno fatto ricorso a nuovi framework per lo sviluppo del sito.

In 10.738 dichiarazioni, le PA affermano di aver svolto almeno un test di usabilità.

Non sono ovviamente ancora noti i dati relativi alle dichiarazioni di accessibilità pubblicate nei diversi Stati Membri. L’Italia però è tra i pochi stati ad aver optato per una raccolta centralizzata delle dichiarazioni, il che ha consentito di monitorare in tempo reale i dati pubblicati. Inoltre l’Italia, su richiesta della Commissione Europea, ha illustrato agli altri SM la propria soluzione tecnologica.

Alcune considerazioni

Le PA che hanno pubblicato la dichiarazione sono circa la metà di quelle presenti su IndicePA; questo risultato suggerisce da un lato la necessità di approfondire e conoscere i motivi per cui non tutte le PA hanno provveduto ad adempiere agli obblighi normativi; dall’altro lato fa capire comunque che il tema dell’accessibilità sta diventando sempre più rilevante, pur trattandosi di un adempimento nuovo e abbastanza impegnativo.

Tra il 2020 ed il 2021, circa 3.000 nuove amministrazioni hanno provveduto a rispettare questo adempimento. È quindi verosimile supporre che, con una maggiore comunicazione e formazione, questo dato possa significativamente incrementarsi nei prossimi anni.

Dall’analisi dei dati, come previsto, la maggior parte dei siti è stata dichiarata parzialmente conforme. Con sorpresa, solamente 488 siti sono stati dichiarati non conformi e più di 7.000 conformi. Ad una prima analisi a campione su questi siti “conformi”, in realtà, molti risultano di fatto solo parzialmente accessibili.

Anche il ricorso all’onere sproporzionato è stato abbastanza elevato, visto che la norma sull’accessibilità dei siti web in Italia è notoriamente entrata in vigore dal 2004. Ipotizzando ragionevolmente che quasi tutti i siti della PA attualmente on line siano stati sviluppati dopo il 2004, è abbastanza singolare constatare che le PA non abbiano provveduto a rendere accessibili i siti, invece di invocare l’onere sproporzionato.

È incoraggiante invece constatare che, per più di 10.000 siti, le PA hanno dichiarato di aver svolto dei test di usabilità. Questo è un tema assolutamente importante per migliorare e incrementare la fruizione dei servizi online da parte dei cittadini e indica una crescente attenzione al tema. Sarebbe molto utile se queste PA comunicassero anche ad AGID gli esiti di questi test, come previsto nel Piano Triennale ICT, mediante un apposito webform presente da più di un anno sulla medesima applicazione form.agid.gov.it.

Punti di miglioramento

Queste prime esperienze evidenziano alcune aree di possibile miglioramento, su almeno tre fronti:

  1. AGID è consapevole che può rendere ancora più usabile la procedura di accesso alla piattaforma, anche se la netta maggioranza delle PA non ha riscontrato alcun problema nella fase di login e compilazione delle 17.000 dichiarazioni completate;
  2. le amministrazioni dovrebbero nominare il proprio RTD e mantenere costantemente aggiornati i relativi dati su IndicePA;
  3. la verifica tecnica dei siti dovrebbe essere programmata per tempo, tenendo conto del fatto che almeno la prima dichiarazione di accessibilità richiede qualche giorno per essere completata.

Prospettive

Ai dati provenienti dalle dichiarazioni di accessibilità, entro la fine del 2021 si aggiungeranno gli esiti delle verifiche di accessibilità effettuate da AGID su circa 1.300 siti web della PA, come richiesto dalla Direttiva europea. Infine, entro il 2022 AGID realizzerà un monitoraggio automatico dell’accessibilità ICT su scala nazionale.

Appena possibile, nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, AGID renderà pubblici questi dati. Ci auguriamo che la loro diffusione e valorizzazione possa contribuire non solo a incrementare ulteriormente l’attenzione al tema dell’accessibilità da parte delle amministrazioni e dei loro fornitori, ma anche ad accrescere le aspettative dei cittadini verso servizi pubblici digitali, sempre più accessibili e usabili.

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