Diffondere la cultura open data dentro e fuori l’amministrazione: l’App contest OpenRoma

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Le aziende, gli sviluppatori e le associazioni interessati avranno a disposizione tutte le vacanze di Natale per finire di ultimare e presentare la propria App basata su dati pubblici, al concorso promosso dalla Provincia di Roma. Ma come si fa, in mancanza di una norma scritta, a farsi rilasciare i dati in possesso dei singoli uffici di una amministrazione per caricarli sul portale open data? Ne abbiamo parlato con Francesco Loriga dirigente dei Sistemi informativi della Provincia di Roma, che ci ha descritto il percorso di informazione/formazione intrapreso per l’avvio del portale open data provinciale. Obiettivo: un ufficio dedicato ad aprire i dati dell’amministrazione.

19 Dicembre 2012

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Tommaso Del Lungo

Le aziende, gli sviluppatori e le associazioni interessati avranno a disposizione tutte le vacanze di Natale per finire di ultimare e presentare la propria App basata su dati pubblici, al concorso promosso dalla Provincia di Roma. Ma come si fa, in mancanza di una norma scritta, a farsi rilasciare i dati in possesso dei singoli uffici di una amministrazione per caricarli sul portale open data? Ne abbiamo parlato con Francesco Loriga dirigente dei Sistemi informativi della Provincia di Roma, che ci ha descritto il percorso di informazione/formazione intrapreso per l’avvio del portale open data provinciale. Obiettivo: un ufficio dedicato ad aprire i dati dell’amministrazione.

In principio è stato AppsForItaly, poi Openapp Lombardia (premiato sabato scorso) e molti altri contest piccoli e grandi tutti nati con l’obiettivo di spingere all’utilizzo dei dati pubblici, rilasciati in formato aperto dalle amministrazioni, per la realizzazione di applicazioni. Il 7 gennaio anche la Provincia di Roma premierà le migliori applicazioni, segnalate all’App contest OpenRoma. “Nel progettare OpenRoma – spiega Francesco Loriga, responsabile dei Sistemi Informativi – abbiamo studiato tutte le esperienze simili alla nostra, ci siamo letti i regolamenti e i resoconti finali ed abbiamo parlato con le persone che avevano portato avanti quei progetti. Insomma abbiamo cercato di imparare da chi aveva già realizzato qualcosa di simile a quello che avevamo in mente. Credo che questo rientri in pieno nella filosofia open in cui copiare è un vanto. In Italia questo tema è esploso poco più di un anno fa e allo stato attuale si tratta di fare esperienza e di cogliere gli elementi più vantaggiosi provando a sperimentarne di nuovi”.

Tra le novità introdotte da OpenRoma ad esempio c’è quella di accettare solo app per smartphone e tablet e quella di dare una mano a tutto il movimento degli open data italiano, senza campanilismi. Il contest, infatti, richiede applicazioni che usino “anche “ i dati per portale provinciale (pubblicato contestualmente al concorso il 12 ottobre scorso), permettendo di utilizzare dataset tratti da altre fonti.

Ma da tutta l’esperienza accumulata quali sono le prime conclusioni che si possono trarre? Loriga non ha dubbi al riguardo. Se l’obiettivo non è dar lustro a questa o a quella amministrazione, ma apportare un contributo all’idea dell’open data che molte amministrazioni e imprese e cittadini stanno comprendendo e sposando, allora il primo passo è creare una cultura del dato e del suo rilascio all’interno dell’amministrazione. E questo non si ottiene solo con una forte volontà politica o con la buona volontà di un ufficio. “La committenza politica – spiega – è importante ed aiuta quando c’è un po’ più di resistenza nella macchina amministrativa, ma servono anche un bel po’ di dirigenti, funzionari ed impiegati e che si appassionino alla materia e che siano disposti a confrontarsi con un qualcosa che esula rispetto all’ordinaria amministrazione. Noi come approccio siamo partiti subito col creare un piccolo insieme di dataset facili da realizzare e mediamente interessanti, senza cercare a tutti i costi la completezza. In questo modo abbiamo prodotto una best practice che inneschi un meccanismo di confronto ed emulazione”.

Insomma tutto è partito dalla volontà di un singolo dirigente e del suo ufficio, nello specifico l’Ufficio Sistemi informativi che stava lavorando al progetto europeo Commons for Europe che ha, tra gli obiettivi, proprio la diffusione dei dati aperti nelle città e nelle amministrazioni pubbliche. Dopo aver studiato diverse piattaforme, è stato scelto il sistema Ckan già adottato da alcuni governi tra cui quello britannico e, senza troppi atti amministrativi o burocratici, è stata realizzata l’infrastruttura del sito opendata.provincia.roma.it. I primi dati ad essere caricati sono stati proprio quelli gestiti dall’ufficio dei Sistemi informativi, ovvero la localizzazione degli hotspot del progetto provincia Wifi. Contemporaneamente è cominciato quel lavoro di coinvolgimento e di diffusione dell’idea di fondo sia con il vertice politico che con i colleghi dirigenti. “A quel punto abbiamo avuto finalmente una mole di dati sufficiente per andare on line. Avevamo sia dataset meno significativi, come quelli sulla localizzazione di alcuni uffici, o come quelli relativi alle 350 scuole secondarie, sia dataset un po’ più importanti, come quello relativo ai piani regolatori dei comuni, che la Provincia ha il compito di raccogliere e “normalizzare” nella categorizzazione delle destinazioni d’uso dei terreni. O ancora i dati dell’informazione geologica (rischio sismico e geologico) e i dati di traffico in real time, prodotti da un progetto indipendente che abbiamo però voluto integrare nel portale open data. Ora che il progetto è ormai avviato stiamo portando avanti un vero e proprio censimento dei dati disponibili in tutti gli uffici e i servizi. Ci sono ancora parti dell’amministrazione meno convinte dell’idea, ma non credo si tratti di cattiva volontà. Credo che il vero problema sia di formazione e di cultura, probabilmente non siamo riusciti a far comprendere la convenienza per l’amministrazione, ossia il fatto che come compito istituzionale l’amministrazione può tenersi quello di catalogare, conservare e rendere accessibili i dati garantendone la qualità, mentre il compito di studiarli e valorizzarli, può essere lasciato ad altri, mercato o società civile che siano”.

Proprio questo discorso apre la porta ad un altro tema, forse il più importante di tutto il meccanismo degli open data dentro un’amministrazione pubblica: Chi deve essere il responsabile del processo, se di processo si tratta e non più di progetto?
“Il punto è proprio questo – chiude Loriga – passato il contest, si tratterà di mandare a regime tutto il sistema. Secondo la nostra visione sarà necessaria una variazione dell’organigramma dell’amministrazione, perché ci deve essere un ufficio a cui demandare la responsabilità di tutto. L’ufficio dei Sistemi informativi potrebbe farlo, ma per missione i nostri addetti sono esperti di formati e piattaforme, non di dati. È necessario un ufficio dotato delle competenze per comprendere i dati e rapportarsi con tutti gli altri pezzi dell’amministrazione che li producono.

Questa è una riflessione che in qualche modo porterà, spero, ad una modifica dei regolamenti interni di questa amministrazione e dell’amministrazione in generale. La raccolta, la sistematizzazione ed il rilascio in formato aperto di tutti i dati deve diventare parte della mission istituzionale dell’amministrazione. Forse, in questo senso, l’ufficio statistico è il più adatto, e si potrebbe procedere con un ripensamento del suo ruolo all’interno dell’ente”.

I dettagli del contest OpenRoma

  • Il termine per la presentazione delle App all’App Contest OpenRoma è il 7 gennaio 2013.
  • L’App Contest è aperto alla partecipazione di tutti: cittadini, associazioni, comunità di sviluppatori e aziende private, italiani, europei ed extracomunitari.
  • Non sono previsti limiti di età, ma i minorenni devono essere espressamente autorizzati dai genitori.
  • La partecipazione all’App Contest è gratuita.
  • L’App Contest prevede due differenti categorie di concorso: “Smart Government” e “Smart Life”. Per ogni categoria, sarà selezionata una app vincitrice, che riceverà un premio di 6.000 Euro, comprensivi di trattenute fiscali a carico del vincitore (4.500 euro netti circa).
  • Le migliori app saranno inoltre proposte dalla Provincia di Roma per la pubblicazione sul portale Civic Commons del progetto europeo Commons4Europe federato a CodeForAmerica. 

 

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