Investire in conoscenza per innovare il futuro

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Le competenze trasformano la vita, generano prosperità e promuovono l’inclusione sociale, eppure  l’Italia si piazza malissimo in tutte le classifiche riguardanti l’alfabetizzazione, l’educazione, le competenze digitali e la cultura di impresa. Visto che di risorse aggiuntive non se parla l’incontro, la condivisione e l’autoapprendimento restano delle leve importanti e delle occasioni da non mancare.

28 Aprile 2014

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Martina Cardellini

Le competenze trasformano la vita, generano prosperità e promuovono l’inclusione sociale, eppure  l’Italia si piazza malissimo in tutte le classifiche riguardanti l’alfabetizzazione, l’educazione, le competenze digitali e la cultura di impresa. Visto che di risorse aggiuntive non se parla l’incontro, la condivisione e l’autoapprendimento restano delle leve importanti e delle occasioni da non mancare.

Carenze alfanumeriche e arretratezza digitale

Senza il concorso di cittadini educati in maniera appropriata, nessuna democrazia può rimanere stabile. (Martha Nussbaum)

La dispersione scolastica italiana è tra le più alte d’Europa. I dati Istat 2013 dell’Annuario Statistico Italiano riportano un tasso di abbandono scolastico pari al 17,6%, contro una media europea del 12,7%. Siamo molto lontani dall’obiettivo del 10% che dovremmo raggiungere entro il 2020.

Il rapporto tra il numero di immatricolati universitari e il numero di diplomati di scuola secondaria superiore nell’anno scolastico precedente è un indicatore che misura il passaggio dalla scuola secondaria all’università. Tale indicatore […] è andato progressivamente riducendosi. Nell’a.a. 2011/2012 risulta pari al 58,2[1].

Inoltre, secondo il recente rapporto Piaac dell’Ocse, il 70% della popolazione adulta del nostro Paese ha competenze ritenute al di sotto del minimo indispensabile per vivere e lavorare nel XXI secolo. Tra 23 Paesi Ocse siamo gli ultimi per capacità linguistiche ed espressive e penultimi per quelle matematiche.

La civiltà di un paese, oggi come oggi, si misura anche dal grado di digitalizzazione raggiunto. (Luca Attias)

In many countries, there are large proportions of the population that have no experience with, or lack the basic skills needed to use ICTs for many everyday tasks. At a minimum, this ranges from less than 7% of 16-65 year-olds in the Netherlands, Norway and Sweden to around 23% or higher in Italy, Korea, Poland, the Slovak Republic and Spain[2]. Secondo l’Annuario Scienza e Società redatto da Observa il 37% degli italiani, quasi 4 su 10, non ha mai utilizzato internet. Siamo estremamente in ritardo rispetto alla media europea che, nel 2013 secondo dati Eurostat, è del 21%: riusciremo entro il 2015 a raggiungere il 15%, obiettivo della Digital Agenda?

Se la pervasività delle ICT e delle competenze digitali è ingrediente essenziale per lo sviluppo di una società della conoscenza, allora dovremo attendere ancora un po’. Il percorso per il nostro paese non è né breve né proprio scorrevole.

Scarsa competitività e capacità di innovare

Per le economie del nostro tempo l’istruzione è la vera moneta di scambio. (Andreas Schleicher)

Secondo il direttore del programma Pisa dell’Ocse (Programme for international student assessment) le nazioni poco istruite non sono in grado di essere competitive. Non stupisce quindi che Italia e Spagna, agli ultimi posti della classifica per literacy e numeracy, risultino anche i due Paesi con più difficoltà a migliorare la propria competitività economica.

Le persone non istruite si trovano facilmente marginalizzate: skills transform lives, generate prosperity and promote social inclusion. Without the right skills, people are kept at the margins of society, technological progress does not translate into economic growth, and enterprises and countries can’t compete in today’s globally connected and increasingly complex world[3].

Le spese per l’istruzione non sono spese ma, utilizzando le parole di Tullio De Mauro, investimenti nelle infrastrutture della nostra cultura, presupposto per la crescita della vita sociale e delle capacità competitive di ogni Paese.

L’innovazione è la parte più misteriosa del processo di creazione della ricchezza. (The Economist)

Sempre più spesso ormai gli economisti mettono in evidenza la stretta correlazione tra gli indici dei livelli culturali e la capacità che un paese possiede di fare innovazione.

E noi quanto siamo capaci di sviluppare le idee che nascono? La sensazione è che nel nostro paese le idee nuove fatichino a trovare un terreno sul quale crescere, un ambiente capace di capirle, ascoltandole e dunque valorizzarle, mettendole a frutto. Secondo lo European Innovation Scoreboard siamo innovatori moderati.Non basta! Soprattutto in un momento di crisi come quello attuale dovremmo puntare ad abbattere inerzie e pigrizie organizzative, i più grandi ostacoli all’innovazione. L’espressione “scongelare la PA” utilizzata da Carlo Mochi Sismondi per presentare la XXV edizione di FORUM PA (27-29 maggio Palazzo dei Congressi di Roma) sottolinea la necessità urgente di fare innovazione anche e soprattutto all’interno della pubblica amministrazione. L’innovazione, d’altronde, non ha mai un unico verso: può partire dal basso, ma per svilupparsi ha bisogno di attenzione dall’alto. Troppi sprechi di capitale umano e troppa paralisi amministrativa: dobbiamo rivoluzionare le cose partendo dalla cultura.

FORUM PA 2014: un grande evento di formazione

È necessario investire sulle competenze delle persone. Dal 27 al 29 maggio si terrà la XXV edizione di FORUM PA, il più grande evento di formazione gratuito del nostro paese. Un’occasione per cittadini, studenti, ma anche professionisti, dipendenti e funzionari pubblici di ampliare le proprie competenze, anche in modo non convenzionale.

Conferenze, convegni, tavoli di lavoro e oltre 100 seminari formativi organizzati da partner pubblici e privati al fine di fornire sapere utile e strumenti operativi. In particolare, durante i tre giorni di manifestazione, l’IWA Italy terrà un ciclo di seminari dedicati al tema della PA digitale. All’interno dell’IWA Academy soci ed esperti saranno a disposizione del pubblico per approfondire tematiche legate alla trasparenza, agli Open data e altro ancora, a partire da casi reali che verranno presi in esame. [qui il calendario delle sessioni]

In Italia siamo pieni di best pratices. Quello che dovremmo fare è snidarle e condividerle, farle conoscere e, perché no, riutilizzarle in altri luoghi, per altri territori, copiandole. Copiare non è il contrario di creare, ma piuttosto il suo presupposto.

Il Barcamp promosso dall’Osservatorio Smart City ANCI nasce proprio da questa idea: condividere e discutere di buone pratiche tra diverse città. Si terranno delle “non conferenze” collaborative la cui sfida sarà, a conclusione degli incontri, riuscire a stabilire rapporti e siglare accordi tra coppie di città con l’impegno di replicare esperienze virtuose. [per iscriversi a questo evento cliccare qui]

Anche il Barcamp degli Innovatori PA è un incontro finalizzato alla condivisione e allo scambio di esperienze all’interno della PA. Condividere e collaborare può accelerare la corsa verso gli obiettivi dell’Agenda Digitale Italiana. La digitalizzazione non è più una scelta, è necessario che il programma nazionale si trasformi rapidamente in azioni concrete. [per iscriversi a questo evento cliccare qui]

Durante l’incontro a FORUM PA, l’Agenzia per l’Italia Digitale presenterà la versione 1.0 delle Linee guida del Programma nazionale per la cultura, la formazione e le competenze digitali. Questo documento, ancora in consultazione pubblica alla pagina culturadigitale.partecipa.gov.it fino al 12 maggio, sarà strumento strategico e operativo essenziale per avviare una vera e propria rivoluzione digitale all’interno del paese. [per iscriversi a questo evento cliccare qui]

 


[1] Annuario Statistico Italiano, Istat, 2013

[2] In molti paesi ampie percentuali di popolazione non hanno alcuna esperienza, o sono privi delle competenze di base necessarie per utilizzare le ICT per molte attività quotidiane. Queste variano da un minimo di meno del 7% dei 16-65enni nei Paesi Bassi, Norvegia e Svezia, fino a circa il 23% o più in Italia, Corea, Polonia, Repubblica Slovacca e Spagna.

[3] Le competenze trasformano la vita, generano prosperità e promuovono l’inclusione sociale. Senza le giuste competenze le persone sono tenute ai margini della società, il progresso tecnologico non si traduce in crescita economica, e imprese e paesi non possono competere nel mondo di oggi globalmente interconnesso e sempre più complesso. Skills Outlook, PIAAC Programme for the International Assessment of Adult Competencies, Oecd 2013.

 

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