La spinta verso il Cloud: i benefici e le nuove prospettive del Procurement

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Entrare nel merito delle soluzioni in Cloud, analizzarne trend e opportunità, al fine di permettere un’analisi ragionata degli acquisti da parte di tutte le amministrazioni. Questo l’obiettivo del confronto organizzato da FPA in collaborazione con IBM Italia

3 Giugno 2021

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Redazione FPA

Photo by Ilyuza Mingazova on Unsplash - https://unsplash.com/photos/HaTIYO87qWQ

L’Italia ha un obiettivo ambizioso: raggiungere il 75% delle PA italiane che utilizzano servizi in Cloud, entro il 2026. Non a caso, il 27% delle risorse del PNRR è destinato alla Transizione digitale, mentre il Piano Triennale per l’informatica pubblica, nelle sue varie edizioni, mette questa tecnologia al centro degli interessi da anni.

Se fino al periodo immediatamente precedente alla pandemia, il Cloud era confinato alla sola componente infrastrutturale, oggi è un elemento trasversale all’intero modello evolutivo del sistema informatico della PA. In particolare, il Covid ha contribuito allo shift dalla componente infrastrutturale alla componente dei servizi. Il Cloud Computing, infatti, ha permesso a molte realtà private e pubbliche di continuare a lavorare durante il lockdown e si è fatto apprezzare anche dalle organizzazioni meno tecnologiche.

Oggi, la Pubblica Amministrazione è chiamata ad accelerare la propria Transizione digitale, migrando al Cloud. Non tutti gli enti conoscono a fondo il paradigma e le sue tante opportunità, per cui la migrazione ha bisogno di accompagnamento nell’utilizzo delle soluzioni tecnologiche e di procurement. Per far questo, è fondamentale la collaborazione strategica con alcuni partner del mondo hi-tech, che, in maniera sempre più sinergica, si stanno strutturando tecnologicamente e territorialmente per assolvere al compito.

Ma perché vengono scelti i servizi Cloud? Quali sono i benefici? Per cosa il Cloud è migliorativo?

A queste domande è necessario dare risposta in tempi molto brevi, viste le pressanti scadenze fissate nel PNRR.

In uno dei numerosi Digital Talk organizzati da FPA al fine di far convergere dubbi e possibili soluzioni, mondo pubblico e mondo privato, Case Study e vuoti tecnologici, si è discusso della “Evoluzione dei servizi tecnologici: dal Cloud al PMO”, cercando di dare risposta ai dubbi più comuni. L’obiettivo del confronto, realizzato in collaborazione con IBM Italia, era entrare nel merito delle soluzioni in Cloud, analizzarne trend e opportunità, al fine di permettere un’analisi ragionata degli acquisti da parte di tutte le amministrazioni.

Agilità e innovazione, veri fattori abilitanti alla Trasformazione digitale

Quindi, perché il Cloud? Innanzitutto, evidenziamo che, nel piano triennale AgID, il Cloud è descritto come una delle sette direttrici d’innovazione che definiscono il paradigma Cloud First, ma è anche il fattore abilitante per tutte le altre sei. Infatti, è lo strumento che permette di realizzare servizi digitali in maniera rapida, scalabile e agile, garantendo anche l’interoperabilità e la sicurezza.

Inoltre, l’esperienza del settore privato insegna che è possibile organizzare l’intera attività sul Cloud, sfruttando l’ambiente Saas per erogare servizi e adottando metodologie Agili e DevOps. I benefici sono sorprendenti sotto ogni punto di vista.

Fino ad oggi, nella PA il Cloud è stato adottato soprattutto come IaaS, soluzione che ha permesso agli enti più strutturati e di dimensioni maggiori di migrare da database tradizionali. Un’attività, quindi, più legata agli aspetti infrastrutturali che di servizi erogati.

Ora, in particolare, alle Pubbliche Amministrazioni è richiesto di:

  • migrare gli applicativi al Cloud e realizzare applicazioni cloud-native;
  • garantire la continuità operativa delle applicazioni dell’ente;
  • innovare i processi di sviluppo e gestione del portafoglio applicativo;
  • avviare un percorso di innovazione anche attraverso il mantenimento e l’adeguamento delle applicazioni esistenti;
  • assicurare la qualità del software.

Logicamente, le amministrazioni avranno bisogno di supporto da parte di fornitori qualificati. Ma non solo. Buone pratiche a cui ispirarsi, un competente Responsabile della Transizione al digitale e un sistema di procurement più efficiente risulteranno indispensabili.

La buona notizia è che ciò che appare come il vero elemento ostacolante tra i quattro necessari, cioè un sistema di approvvigionamento efficiente, in realtà rappresenta oggi il vero fattore d’innovazione. Ebbene sì, nel nome della Transizione digitale, il Procurement evolve!

Qualcosa si muove nel mondo del Procurement

Cambiano le modalità di procurement per l’acquisto dei servizi di sviluppo ed evoluzione delle applicazioni per la piena digitalizzazione dei procedimenti amministrativi.

Infatti, dal 30 maggio, entra in vigore il nuovo Accordo Quadro Consip per l’acquisizione di Servizi Applicativi in ottica Cloud.

Cuore della novità, il comparatore, che permetterà all’amministrazione di firmare il contratto esecutivo entro un mese al massimo dalla richiesta di acquisto, nel nome della trasparenza e della libera concorrenza. Una rivoluzione insperata, quanto auspicata dall’intera PA. Vediamone i tratti salienti nel dettaglio.

Il comparatore rappresenta l’elemento di innovazione. Si tratta di uno strumento che Consip mette a disposizione di tutte le amministrazioni che vogliono acquisire i servizi tramite l’Accordo Quadro.

Entrando nel portale e selezionando in un apposito catalogo i servizi che l’amministrazione intende acquistare, il comparatore individua direttamente un aggiudicatario, in base ai punteggi tecnici ed economici relativi a quel singolo micro-servizio richiesto. La richiesta all’aggiudicatario parte automaticamente.

L’aggiudicatario ha tempo 15 giorni, al massimo, per rispondere con un piano operativo (sono ammessi al massimo 2 rifiuti, pena la decadenza dall’Accordo Quadro). Pertanto in tempi molto contenuti, si può firmare direttamente il contratto esecutivo.

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