Linee guida design siti web PA: quando l’immagine non è tutto

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Nell’ambito della collaborazione con lo Studio legale Lisi presentiamo un commento di Sarah Ungaro alle neo – pubblicate “Linee guida di design per i siti web delle PA”. Oltre ai requisiti di usabilità e accessibilità dei siti web istituzionali le Linee guida dell’Agid pongono l’attenzione anche su aspetti quali la scelta dei caratteri tipografici e l’uso di colori.

2 Dicembre 2015

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di Sarah Ungaro – Digital&Law Department

L’Agenzia per l’Italia digitale ha di recente pubblicato delle Linee guida di design per i siti web delle PA, con il dichiarato intento di facilitare la formazione di un’identità visiva coerente per tutta la pubblica amministrazione mediante la costituzione della comunità “design.italia.it” – promossa presso gli aderenti alle associazioni AIAP (Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva) e ADI (Associazione per il Disegno Industriale) per favorire una più ampia partecipazione – e di stimolare l’attività di condivisione delle migliori pratiche progettuali, al fine di migliorare la consultazione dei contenuti e l’efficienza dei servizi online presentati dalle diverse amministrazioni pubbliche.

Il progetto pone l’attenzione non solo sui requisiti di usabilità e accessibilità dei siti web istituzionali (oltre ai requisiti tecnici riportati nell’Allegato A di accessibilità dei siti web previsti dal Decreto Ministeriale 8 luglio 2005)[1], ma anche su aspetti quali la scelta dei caratteri tipografici e l’uso di colori.

In effetti, le modalità di sviluppo del progetto sono indubbiamente innovative, in quanto prevedono la partecipazione di qualunque soggetto interessato tramite la nota piattaforma per lo sviluppo collaborativo di software GitHub, il cui utilizzo è a pagamento per progetti privati e gratuito per quelli open source.

La scelta di una forma così ampia per la predisposizione di queste indicazioni sul design dei siti web istituzionali ha favorito la partecipazione di molti sviluppatori e web designer, che hanno già espresso i loro commenti, in alcuni casi sollevando delle perplessità, relative ad esempio alla definizione di usabilità utilizzata nelle Linee guida, individuata sulla base della norma ISO 25010 (relativa alla qualità del prodotto e non alla qualità relativa al suo utilizzo, che pertanto richiede l’individuazione di ulteriori criteri specifici) e non della ISO 9241, più usata in ambito web anche in contesti istituzionali pubblici (in coerenza anche con quanto stabilito dal protocollo eGLU[2]).

Tuttavia, non si può non evidenziare che a fronte di un impegno dell’Agenzia per l’Italia digitale di uniformare il layout grafico dei siti web istituzionali non ci si preoccupi poi affatto della correttezza e della qualità del loro contenuto[3].

Da una recente indagine portata avanti da ANORC (Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione digitale), in effetti, è emersa una situazione preoccupante circa la mancata conformità alle disposizioni normative sulle modalità di pubblicazione e sulla disponibilità di servizi on line riscontrata nei siti web istituzionali dei maggiori Comuni italiani[4].

In particolare, gli elementi di cui è stata valutata la presenza sui siti web dei Comuni interessati dall’indagine sono stati: la pubblicazione e il relativo formato del piano di informatizzazione dell’ente e del suo manuale di gestione, il formato degli atti pubblicati nell’albo online, la disponibilità di modulistica e servizi online e le loro modalità di trasmissione o fruizione, la possibilità di trasmettere online un’istanza di accesso agli atti ai sensi della legge n. 241/1990, nonché l’indicazione del responsabile del trattamento dei dati personali. Nello specifico, l’analisi effettuata ha considerato:

  • la presenza di un piano di informatizzazione: il piano, introdotto dalla Legge 11 agosto 2014, n. 114 doveva essere obbligatoriamente adottato entro il 16 febbraio 2015;
  • la pubblicazione di un manuale di gestione documentale: come disposto dal DPCM 3 dicembre 2013 (Regole tecniche sul protocollo informatico), il 12 ottobre 2015 scadeva il termine per la pubblicazione nei propri siti web del manuale di gestione. Il documento, in realtà, era già da adottarsi obbligatoriamente dal 2008;
  • il formato dei documenti pubblicati nell’Albo online: l’elenco dei formati e le modalità di pubblicazione degli atti nell’albo pretorio on line sono contemplati nelle Linee guida per i siti web PA di DigitPA (Modalità di pubblicazione dei documenti nell’Albo online) e nella Circolare 11/2013 del Ministero degli Interni;
  • la presenza e la possibilità di inviare la modulistica a una Pec istituzionale e di accedere a servizi online, valutando la possibilità di accedervi con delle credenziali di autenticazione: ciò in base a quanto previsto dalle norme del CAD (D.Lgs. 82/2005);
  • l’accesso agli atti: ai sensi della Legge n. 241/1990, art. 22 e ss.;
  • la pubblicazione del soggetto a cui rivolgersi per esercitare il diritto di cui all’art. 7 del D.Lgs. n. 196/2003.

Nello specifico, tra i dati emersi dell’indagine di ANORC, il più allarmante risulta quello relativo alla percentuale di non conformità alla normativa delle modalità di pubblicazione nell’Albo online, che si attesta a oltre il 70% dei siti istituzionali analizzati.
Da tale dato emerge che le modalità di pubblicazione non conformi alla Circolare 11/2013 del Ministero degli Interni e alle Linee guida per i siti web PA potrebbero essere valutate – ad esempio da un TAR che si trovi a dover giudicare la corretta pubblicazione di un bando impugnato – non idonee a ritenere perfezionata la pubblicità legale, il cui effetto si ricollega alla corretta pubblicazione nell’Albo online.

Alla luce di tale situazione, dunque, è auspicabile che, accanto alle iniziative per favorire l’adozione di layout grafici uniformi, usabili e accessibili dei siti web istituzionali, l’Agenzia per l’Italia digitale adotti i necessari provvedimenti per incrementare i livelli di conformità alle norme che disciplinano le modalità di pubblicazione on line di dati e documenti pubblici e di disponibilità e qualità dei servizi offerti ai cittadini tramite il sito web istituzionale, che ormai costituisce l’interfaccia privilegiata per la fruizione degli stessi.

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[1] Oltre ai quali occorre avere riguardo di quanto già stabilito in altri provvedimenti normativi, tra cui la Legge 4/2004, il DPR 75/2005, il DM 20 marzo 2013, la Circolare n. 61/2013 di AgID.

[2] Protocollo per la realizzazione di test semplificati di usabilità, reperibile al link http://www.funzionepubblica.gov.it/media/1256388/p…

[3] Parafrasando L. Carroll, “sii quello che sembri”, in Alice nel paese delle meraviglie

[4] Ai fini dell’indagine, sono stati analizzati i siti web istituzionali dei 20 Comuni capoluogo di Regione e di altri 20 Comuni selezionati in base al numero maggiore di residenti (Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Catanzaro, Ferrara, Firenze, Foggia, Genova, L’Aquila, Latina, Livorno, Messina, Milano, Modena, Monza, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Perugia, Potenza, Prato, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rimini, Roma, Salerno, Sassari, Taranto, Torino, Trento, Trieste, Venezia, Verona).

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