Nuovo CAD: documenti elettronici e dematerializzazione. A FORUM PA 2011 facciamo il punto

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Tra i convegni più attesi della prossima edizione di FORUM PA c’è senz’altro quello dedicato al Nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale e alla dematerializzazione, il 9 maggio prossimo alle ore 15.00. L’obiettivo dell’evento è quello di informare e formare sulle novità introdotte o previste dal nuovo codice e proporre un confronto tra governo e operatori del settore. Abbiamo chiesto all’avv. Andrea Lisi, presidente di ANORC (www.anorc.it), di aiutarci a fare il punto sullo stato dell’arte di spiegarci quali sono le sue aspettative per l’evento.

2 Maggio 2011

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Tommaso Del Lungo

Articolo FPA

Tra i convegni più attesi della prossima edizione di FORUM PA c’è senz’altro quello dedicato al Nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale e alla dematerializzazione, il 9 maggio prossimo alle ore 15.00. L’obiettivo dell’evento è quello di informare e formare sulle novità introdotte o previste dal nuovo codice e proporre un confronto tra governo e operatori del settore. Abbiamo chiesto all’avv. Andrea Lisi, presidente di ANORC (www.anorc.it), di aiutarci a fare il punto sullo stato dell’arte di spiegarci quali sono le sue aspettative per l’evento.

Avvocato Lisi ci eravamo lasciati qualche mese fa con “Il Buono, il Brutto, il Cattivo nel "nuovo" Codice dell’amministrazione digitale un articolo abbastanza polemico sulle lacune di questa nuova normativa, è cambiato qualcosa da allora?
Innanzitutto diciamo che, nonostante il taglio critico di quell’articolo, il decreto legislativo che modifica il CAD contiene sicuramente elementi molto positivi. Il primo, e il più importante dal mio punto di vista, è che per la prima volta si sta dicendo alle amministrazioni che la digitalizzazione documentale è qualcosa di inevitabile, ma, contemporaneamente, qualcosa di serio, che non può essere preso sottogamba. Va organizzata in maniera costante e consapevole. L’articolo 50 sulla continuità operativa è un esempio chiaro di questa attenzione.
Gli articoli 44 e seguenti, inoltre, che riguardano il responsabile della conservazione, per una volta hanno centrato esattamente il problema. Da anni si parla, infatti, del come si producono e si trasmettono i documenti digitali, ma questa è la prima volta che ci si pone il problema di come si conservano.
Continuando tra le note positive, poi, mi sento di ricordare le norme sui duplicati e sui documenti amministrativi informatici che vanno verso una maggiore sistematicità rispetto al corpus normativo contenuto in altri codici, primo fra tutti il codice civile, e che ci riallineano alle decisioni prese in ambito europeo.

Ma?
Ma, a mio avviso, il legislatore ha preteso di fare troppo e di farlo troppo in fretta. Il contesto normativo che avevamo era già piuttosto ordinato e sistematico, e in questi casi quando si va a modificare un codice, cioè un corpus normativo, occorre procedere con precisione chirurgica, controllando ogni singolo articolo e cesellandolo affinché esso sia coordinato con tutti gli altri. In questo caso, invece, si è intervenuti in fretta, tra l’altro andando fuori da quella che era la delega assegnata dal Parlamento al Governo, e rimandando ad una moltitudine di regole tecniche per le modalità con cui le amministrazioni dovranno rispondere agli obblighi contenuti nella norma. Mi pare ci siano più di venti regole da scrivere, il che rende questo corpus normativo un vero e proprio puzzle incompleto.

Il convegno "Nuovo CAD: documenti elettronici e dematerializzazione. (Premio “Meno carta, più valore”)" è in programma il 9 maggio alle ore 15 a FORUM PA 2011. per saperne di più e iscriverti, visita la pagina dedicata

E a che punto sono queste linee guida?
A dire il vero se ne sa ancora poco e, nonostante alcuni termini previsti dal CAD stiano già per scadere, i primi tavoli tecnici organizzati da DigitPA sono partiti non più di tre settimane fa. Il rischio che stiamo correndo è grosso, perché dopo la grande attesa che si è creata con l’annuncio di queste modifiche (se ne è cominciato a parlare circa 12 mesi prima che il decreto entrasse in vigore), se non succederà nulla, tra gli amministratori pubblici comincerà a diffondersi l’accettazione passiva del fatto che il cambiamento non è possibile. Francamente, con l’Europa che si sta dando regole certe per la digitalizzazione, non ci possiamo permettere di avere un corpo di dirigenti e di dipendenti pubblici sfiduciato.

Cosa si può fare per migliorare la situazione?
Intanto occorre aspettare le regole tecniche, ma nel frattempo quello su cui bisognerebbe investire è l’informazione e la formazione. Nel momento in cui c’è una normativa che esprime in maniera chiara una volontà innovativa forte (e a mio avviso reale) da parte del legislatore, sono due le azioni da avviare per sostenere e portare avanti il cambiamento: informare e formare. Il futuro prossimo, dunque, dovrebbe essere un momento in cui investire moltissimo in informazione e formazione. Tuttavia sappiamo benissimo che le attività maggiormente colpite dai tagli lineari sono esattamente la comunicazione e la formazione.
Temo che nonostante l’entusiasmo che si è creato in questi mesi, se le cose non cambiano in fretta, tornerà un periodo di stasi, simile a quello che abbiamo vissuto per tanto tempo.

Quali sono, dunque, i suoi obiettivi per il convegno?
Poiché, immagino che gli operatori tra il pubblico saranno numerosi, l’evento sarà sicuramente un momento forte di informazione e, in parte di formazione. Però dato che saranno presenti anche i rappresentanti del Governo è giusto che a loro si esprimano i timori per l’incertezza e l’indeterminatezza in cui ci sta lasciando questo nuovo codice.
Io che sono in contatto quotidianamente con numerose amministrazioni pubbliche percepisco un sentimento diffuso di spavento rispetto a queste norme che vengono vissute come un peso e come un costo reale e immediato piuttosto che come un vantaggio. Possiamo anche raccontare dei favolosi risparmi che la pa può ottenere dalla digitalizzazione, ma nel vissuto quotidiano di una piccola amministrazione non possiamo dimenticare che si tratta di benefici che si vedranno sul lungo periodo, probabilmente tra una decina d’anni. Mentre la prima conseguenza della digitalizzazione è un investimento iniziale rilevante, in termini di risorse, ma soprattutto in termini di riorganizzazione del personale.

E questo vale anche per le novità introdotte dal CAD?
Certamente, se solo pensiamo all’articolo 50 bis, come dicevo all’inizio importantissimo, in cui si dice che le amministrazioni devono adottare obbligatoriamente piani di disaster recovery e business continuity, capiamo subito che si sta chiedendo uno sforzo considerevole. In pratica il 50 bis per una pa locale vuol dire investire nella sicurezza dei propri sistemi la stessa grandezza di risorse che oggi investe un gruppo bancario. Ora se per le banche questi tipi di investimenti sono visti come un beneficio, perché permettono di ridurre alcuni rischi rilevanti, per le pa, invece, sono novità difficili e onerose. Quando si introducono simili novità, a mio avviso, occorrerebbe prevedere anche dei piani di finanziamento reali per la loro implementazioni, oppure campagne di informazione che illustrino come cooperare per massimizzare le risorse. Se cerchiamo una missione per il governo centrale in questo momento, dunque, dovremmo proporre meno leggi e più attenzione alla formazione e all’informazione per tranquillizzare mercato e operatori. 

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