Un nuovo modello per l’ecosistema digitale della PA: gli esempi internazionali

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30 Novembre 2015

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Maurizio Dècina, Politecnico di Milano e Francesco Pirro, AgID

Quando si parla di ecosistema digitale ci si riferisce ad un insieme di unità funzionali tra cui si stabiliscono flussi informativi e processi, circoscritti ad un ambito specifico, che può riguardare la pubblica amministrazione, le imprese, i cittadini o altro. Un ecosistema digitale è un sistema aperto ed interconnesso ad altri ecosistemi.

Se la definizione può sembrare ineccepibile, l’adozione di un modello architetturale, orientato alle necessità del cittadino, che realizzi l’ecosistema digitale della Pubblica Amministrazione italiana non è così semplice.

Il principale modello riferimento è indicato nella proposta descritta nel libro “ Lathrop D.- Ruma L. (2010), Open Government – Collaboration, Transparency, and Participation in Practice, O’Reilly ” dove il tema dell’open government e della collaborazione (sia tra amministrazioni, sia verso cittadini ed imprese) è sviluppato attraverso il riconoscimento della necessità di creare una piattaforma di collaborazione funzionale e di apertura tecnologica. Non di minor rilievo il modello sviluppato dal TM Forum (denominato “eTOM”), basato su una netta separazione funzionale tra la componente di business dell’ICT ( BSS, Business Support Systems) e la componente operativa ( OSS, Operation Support Systems ).

Ed è proprio dallo studio di quest’ultimo modello internazionale (eTOM) che prende spunto l’iniziativa Italia Login che adotta un unico front-end centralizzato per tutte le pubbliche amministrazioni disaccoppiato dai relativi back-end e che utilizza come elementi base per il front-end asset programmatici (API RESTful) e asset informativi (Linked Open Government Data).

Cooperazione applicativa – Scenario internazionale

La cooperazione applicativa in ambito internazionale vanta numerosi casi di successo.

Stati Uniti

Un esempio di collaborazione tra cittadini ed amministrazioni (locali) è dato dalle città che hanno aderito all’iniziativa Open311 nata negli Stati Uniti tra il 2009 ed il 2010 (es. San Francisco, Washington D.C., Boston), che, successivamente, si è allargata anche in Europa (es. Bonn, Helsinki). Open 311 è una tecnologia che fornisce canali di comunicazione aperti per problematiche che riguardano lo spazio ed i servizi pubblici. Questa tecnologia è un’evoluzione del servizio di call center 311. Le città utilizzano le API open per aprire i propri dati ai cittadini in modo da consentire loro di collaborare ai servizi (partecipazione, mobilità, turismo) fornendo e consentendo l’inserimento di informazioni geo-referenziate, quali ad esempio: tasse locali, manutenzione strade, trasporti, noleggio bici, permessi di vario tipo, scuole).

Lo Stato della California ha saputo realizzare una architettura di riferimento che espone dati e servizi ai cittadini ed alle imprese, ed è stata anche in grado di creare un “ecosistema di fruitori”, fatto di sviluppatori, aziende, enti, associazioni e istituzioni, in grado di sviluppare in autonomia nuovi servizi e nuove applicazioni basati su tale architettura. E’ stato proprio l’interesse verso questa community, oltre alla flessibilità nel cercare di fornire i dati e le funzionalità applicative richieste da chi ha una nuova idea e vuole sviluppare nuovi servizi ai cittadini che ha portato allo sviluppo di quasi un centinaio di App per dispositivi mobili non solo da parte del governo centrale ma anche da piccoli enti no profit, sviluppatori privati, aziende private e piccole amministrazioni locali, che mai avrebbero potuto raggiungere un tale risultato senza un contributo così importante da parte del governo centrale. Tale risultato è frutto di scelte ben precise in termini di Piattaforma Digitale ed architettura di riferimento. Il “ California Department of Technology ” ha progettato una “eGov Reference Architecture” disegnata appositamente per soddisfare i principali obiettivi e requisiti di una Piattaforma Digitale, il cui schema dei sevizi digitali è mostrato di seguito.


Nel blueprint sviluppato dallo Stato della California sono presenti:

  • Un “Information Layer” che espone i dati ed i contenuti con una interfaccia Open Data
  • Un “Platform Layer” su cui sono basate le interfacce Web ed API
  • Un “Presentation Layer” che cerca di curare le interfacce di erogazione del servizio verso l’esterno e l’interno


Regno Unito

Nel Regno Unito, l’agenzia GDS (Government Digital Service), dopo due anni dall’attivazione del sito web comune alle amministrazioni centrali (gov.uk), ha ritenuto che il raggiungimento completo degli obiettivi di digitalizzazione potesse realizzarsi solo attraverso lo sviluppo di servizi in ottica “ Government as a Platform”, come suggerito nel libro “Open Government” citato nell’introduzione. In quattro anni, nel sito web gov.uk sono stati “integrati” i siti web di 24 dipartimenti ministeriali e 331 tra agenzie ed altre amministrazioni. Se da una parte questa iniziativa – che ha comportato la riscrittura ex-novo di numerose applicazioni transazionali critiche delle amministrazioni – ha fornito un unico punto di accesso ai cittadini, dall’altra non ha realizzato i benefici economici e sociali attesi (in termini di costi ed user experience) avendo lasciato alle singole amministrazioni sia il compito di realizzare i servizi sia di integrarli direttamente con il front-end gov.uk. Questo ha causato un allungamento dei tempi di disponibilità ai cittadini di nuovi servizi nonché un aumento dei costi associati per realizzarli. Se in UK l’approccio di “inclusione” dei siti web delle amministrazioni come meccanismo per promuovere la cooperazione applicativa non sembra aver avuto successo, il progetto NII (National Information Infrastructure ), invece, di pubblicazione dei “data sources” di “maggiore impatto economico” appare più interessante. Le informazioni sono state classificate secondo “temi” di interesse degli utilizzatori e confrontati con il modello COFOG ( Classification of the Functions of Government proposta dall’OECD). Tuttavia, se nel contesto UK è riconosciuto il ruolo dei dataset Open Data come elemento di interoperabilità, non sembra essere invece indirizzato definitivamente il modo con cui rendere queste informazioni fruibili alle varie tipologie di utilizzatori accreditati (componente applicativa).


Belgio (Fiandre)

Il Governo delle Fiandre ha avviato per il periodo 2015 – 2020 un programma di digitalizzazione “radicale” (“Flanders Radical Digital Program”) articolato in 8 blocchi (Standards, Digital Enabled Services, Supporting IT Assets, Organization & Governance, Information Driven, Collaboration, Strategic IT Resourcing, Supporting Services e Information Security). In termini di cooperazione ed interoperabilità, il Governo si avvale di una preesistente piattaforma (denominata “MAGDA”) che realizza un modello architetturale centralizzato che indirizza buona parte degli obiettivi di cooperazione applicativa ed interoperabilità dei dati. La piattaforma fornisce sia lo strato informativo (authentic sources), sia lo strato di integrazione (standard service bus).


Il modello prevede la separazione front-end dal back-end che in questo caso è stata realizzata dalle singole amministrazioni (in particolare dalle amministrazioni centrali), avendo come riferimento un’unica “ enterprise architecture”. Tale disaccoppiamento si è potuto realizzare (nel tempo) attraverso lo strato SOA della piattaforma MAGDA, che rende disponibile a tutte le amministrazioni l’accesso ai dati “ authentic sources”. Nell’ottica di sviluppo del programma di digitalizzazione radicale, che prevede un accesso ai servizi orientati in temi, la piattaforma MAGDA è candidata per realizzare i workflow necessari cross-amministrazioni.


Finlandia

In Finlandia, nell’ambito di una joint venture tra la Libreria Nazionale finlandese, il Ministero delle Finanze ed il Ministero dell’educazione e della cultura è stato realizzato il servizio Finto che consente la pubblicazione e l’utilizzo di vocabolari, ontologie e classificazioni, e rende disponibile un’interfaccia utente per la navigazione dei vocabolari ed interfacce aperte per il loro utilizzo in altre applicazioni e sistemi. Finto raccoglie i risultati del progetto FinnONTO, sviluppato tra il 2003 ed il 2012 che si proponeva di definire i metadati nazionali, le ontologie, il servizio di ontologia, il linked data framework finlandese e dimostrare la sua utilità in applicazioni pratiche.

In particolare il sistema Finlandese gestisce un servizio pubblico per la presentazione dei thesaurus e delle ontologie pertinenti alla pubblica amministrazione e più in generale alla vita sociale. Tale servizio non solo consente la consultazione delle ontologie, ma anche la sottoscrizione di nuove (o eventuali modifiche). Molto interessante, infine, la possibilità – aperta a tutti – di eseguire il download dal sito dei componenti programmatici JSON e XML da riutilizzare a cura di chi (amministrazioni o privati) desideri sviluppare applicazioni e dati che si appoggiano alle ontologie pubblicate. L’esempio è particolarmente utile alla proposta, in quanto potrebbe essere utilizzato per raccogliere ed omogeneizzare le ontologie previste dai componenti Linked Open Data.


(fine prima parte, la seconda sulla prossima newsletter Infrastruttura digitale)

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