Recovery Fund: europrogettazione e project management competenze indispensabili per cogliere questa occasione

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Per accedere ai finanziamenti europei del Recovery Fund e per utilizzarli al meglio è indispensabile porre da subito la massima attenzione sulla capacità di sviluppare, nei tempi previsti dalle regole europee, i programmi e i progetti finalizzati al raggiungimento degli obiettivi definiti

7 Ottobre 2020

M

Enrico Mastrofini

Presidente Istituto Italiano di Project Management (ISIPM)

Photo by Jo Szczepanska on Unsplash - https://unsplash.com/photos/5aiRb5f464A

Molti commentatori hanno evidenziato che la lista di oltre 500 progetti presentati dalle PA richiederebbe almeno 3 volte l’importo che sarebbe reso disponibile dal Recovery Plan e che in tale lista sono stati inseriti progetti giacenti nei cassetti delle varie amministrazioni, senza preoccuparsi della loro coerenza con i macro obiettivi proposti dal piano del governo italiano né della coerenza con il quadro di riferimento indicato dalla UE (cioè delle condizioni necessarie per la approvazione e per l’accesso al finanziamento).

Sarà dunque necessario disporre di una struttura dedicata a raccogliere e selezionare i progetti, che sia dotata di adeguate capacità (in termini di competenze professionali e di dimensionamento) per selezionare le proposte in base alla coerenza rispetto alle linee guida nazionali ed alle priorità che saranno indicate dal governo, come altri paesi europei hanno già fatto. 

Si tratta quindi di ragionare in termini di Portfolio, Program e Project Management per mantenere un efficace collegamento tra la strategia nazionale – sulla quale diversi gruppi di esperti hanno già fornito indicazioni – e la pianificazione, esecuzione e controllo dei progetti che dovranno tradurla in obiettivi e risultati.  

Nella struttura che fungerà da cabina di regia e che dovrà svolgere un compito di guida, di orientamento anche metodologico, di sollecito e di controllo ci auguriamo siano presenti anche esperti di portfolio/program/project management che in Italia non mancano (tra l’altro anche alcune grandi organizzazioni pubbliche già operano ufficialmente con tale approccio e dispongono di proprio personale qualificato in materia).

Alcuni dati sulla attuale gestione dei progetti finanziati

Una indicazione sulla capacità complessiva di gestire i programmi ed i progetti finanziati si può ricavare dai dati di monitoraggio pubblicati dalla Agenzia per la coesione territoriale (fonte: opencoesione.gov.it/it) che riguardano 642.888 progetti – finanziati con i fondi europei ordinari del ciclo di programmazione 2014-2020 – con  un valore  complessivo di 85,2 miliardi di euro (su un totale di risorse assegnate all’Italia per il settennio 2014-2020 di 144,8 miliardi di euro), da cui risulta la seguente situazione al 30.06.2020:

Va poi considerato anche che nei prossimi mesi le strutture interne alle singole amministrazioni centrali e locali che operano sulla utilizzazione dei fondi europei e sui progetti da essi finanziati avranno il compito di:

  • continuare a gestire le risorse ed i progetti dell’attuale ciclo 2014-2020, che in parte risultano ancora in fase di programmazione;
  • gestire il nuovo ciclo di finanziamenti 2021 – 2027 predisponendo e gestendo i relativi progetti;
  • gestire i fondi straordinari che saranno attivati a seguito della attuale emergenza (Recovery fund ed altri) con i relativi progetti.

Cosa occorre fare per migliorare la gestione dei progetti

Il Piano Nazionale per rilanciare lo sviluppo può contare sulla disponibilità di un ingente quantitativo di risorse finanziarie, a cui si potrà accedere presentando progetti coerenti con gli obiettivi prefissati, progetti da gestire correttamente per garantire l’effettivo conseguimento dei risultati e dei benefici previsti.

La gestione dei finanziamenti europei, sia ordinari che straordinari, richiede:

  • a livello di strategia europea, di definire un portafoglio di programmi, progetti ed altre attività miranti al raggiungimento degli obiettivi della strategia;
  • a livello di programma di finanziamento europeo, di selezionare e finanziare progetti tra loro coordinati che consentano in maniera sinergica il raggiungimento degli obiettivi di programma;
  • a livello di singolo progetto, di formulare e gestire i singoli interventi (progetti) in maniera efficiente ed efficace seguendo le migliori pratiche e metodologie.

Il raggiungimento degli obiettivi di programma così come dei singoli progetti richiede che le strutture coinvolte nella gestione dei differenti step del PCM (Project Cycle Management) abbiano un dimensionamento adeguato e che i diversi attori e le diverse figure professionali coinvolte abbiano specifiche conoscenze, abilità e competenze, riguardanti in particolare:

  • euro-progettazione, che include tecniche e metodologie necessarie per formulare una proposta progettuale coerente con gli obiettivi strategici, fattibile e sostenibile rispetto agli obiettivi indicati dal soggetto finanziatore;
  • project management, che comprende strumenti e tecniche necessarie affinché il progetto soddisfi i requisiti in termini di costi, tempi e qualità, contribuendo quindi a raggiungere gli obiettivi di progetto collegati al programma.

Queste due aree di conoscenza hanno finora utilizzato strumenti e linguaggi propri e separati che ora l’Istituto Italiano di Project Management  ha raggruppato in un unico schema di riferimento[1],  proponendo una Qualificazione rivolta alle figura professionali che operano nella gestione dei fondi europei e che devono anche essere in grado di controllarne la corretta utilizzazione, verificare la  realizzazione dei risultati nei tempi previsti nonché l’effettivo conseguimento dei benefici attesi.

È dunque indispensabile il potenziamento delle strutture dei soggetti attuatori (pubbliche amministrazioni centrali e locali, aziende, etc.) con l’inserimento  di personale con adeguata competenza tecnica, metodologica e di soft skill, al fine di ottimizzare la capacità di gestire efficacemente i progetti finanziati con i fondi europei, cercando anche di ridurre la durata delle attività accessorie di natura amministrativa, il cui svolgimento occupa i periodi compresi tra le diverse fasi operative (ad esempio la corretta preparazione e pianificazione della procedura di appalto evita il rischio di condizionare negativamente lo svolgimento e la durata delle fasi successive).


[1] ISIPM, Guida alla formulazione e gestione dei progetti europei – il modello eU-maps  ( a cura di Marco Amici e Federico Porcedda), Franco Angeli 2020

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