Scenari mediterranei per la smart city del futuro a #sce2014

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C’è un posto dove innovazione e creatività si ritrovano allo stesso tavolo, spesso spontaneamente. Quel posto si chiama Mediterraneo. Più che un luogo fisico, Mediterraneo è un insieme di popoli e di culture che la storia e lo stesso mare hanno toccato lasciando un’impronta comune che il tempo non ha alterato. Da sempre quest’area rappresenta un grande laboratorio di creatività, un luogo ideale dove far crescere le radici dell’innovazione.

23 Ottobre 2014

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Redazione FORUM PA

Articolo FPA

C’è un posto dove innovazione e creatività si ritrovano allo stesso tavolo, spesso spontaneamente. Quel posto si chiama Mediterraneo. Più che un luogo fisico, Mediterraneo è un insieme di popoli e di culture che la storia e lo stesso mare hanno toccato lasciando un’impronta comune che il tempo non ha alterato. Da sempre quest’area rappresenta un grande laboratorio di creatività, un luogo ideale dove far crescere le radici dell’innovazione. E’ proprio sulle potenzialità di quest’area che era puntata l’attenzione del convegno Smart City Med che si è tenuto oggi nella cornice di ‘Smart City Exhibition’, la manifestazione europea sulle tematiche dell’innovazione nelle città e nelle comunità intelligenti, organizzata da Forum PA con Bologna Fiere e giunta quest’anno alla terza edizione.

Quali scenari per le smart city del Mediterraneo?. Questa la domanda a cui voleva rispondere il convegno, ospitato dentro il padiglione 31 della Fiera di Bologna. Il dibattito, moderato da Jesse Marsh dell’Atelier Studio Associato di Palermo, è iniziato con gli interventi degli ospiti internazionali che hanno raccontato le loro esperienze. Dalla Grecia, culla della civiltà e della cultura mediterranea, è arrivata la testimonianza di Ira Giannakoudaki, project manager & EU project coordinator City of Athens IT Company (Daem S.A.). "Essere più smart è indispensabile per sopravvivere: l’innovazione è un’esigenza vera e propria, non una teoria o una moda", ha detto Giannakoudaki contestualizzando il suo discorso nell’ambito della grande crisi che ha travolto la Grecia negli ultimi cinque anni. Il tema della crisi e del bisogno di ‘inventarsi’ una ripartenza accomuna tutte le realtà che si affacciano sul Mediteranneo. La crisi, vista da un’altra ottica, rappresenta una possibilità dentro la quale la cittadinanza deve avere una centralità. "I cittadini vengono prima di tutto, vanno ascoltati", ha sottolineato la project manager greca la cui agenzia si è resa protagonista di tre progetti rivolti a coinvolgere attivamente le persone. Tre progetti tutti incentrati sulle nuove tecnologie: una piattaforma online per ascoltare i cittadini, un’app per coinvolgerli attivamente nei processi decisionali e una piattaforma per facilitare l’utilizzo degli open data.

La smart city del Mediterraneo non è solo tecnologica. Abbraccia un concetto più esteso che Silvia Bossio, assessore dei Programmi Europei della città di Malaga, prova a spiegare così: "Smart è quella città che abbia contemporaneamente una compattezza edilizia, una complessità e una prossimità ai servizi di base, tutte combinate con la tecnologia".  Malaga dà il nome alla Carta, firmata nel 2011, che considera le città come modelli urbani sostenibili e punta a promuovere la sperimentazione di ‘mele verdi’ nelle aree metropolitane. "Molte città hanno bisogno dell’auto per tutto: la nostra è una città pedonale", osserva Bossio.

C’era anche un pezzo di Portogallo in sala, con Manuel Nina di Alfamicro che ha esposto il caso di Lisbona sul budget partecipativo. "Siamo stati la prima capitale europea ad adottare il budget partecipativo perché puntiamo ad avvicinarci a un modello di democrazia governativa", racconta Nina. La risposta dei cittadini è stata ogni anno sempre più crescente, merito anche di un approccio originale della governance. "Abbiamo creato gli alberti della partecipazione, luoghi fisici dove le persone possono portare le loro idee". L’esempio di Lisbona conferma l’altro ingrediente comune delle città mediterranee: la creatività, il saper inventare strumenti nuovi per tirare fuori soluzioni laddove sembrano non esserci.

Il convegno ha dedicato un focus sul progetto CreativeMED, in cui la città di Prato è particolarmente coinvolta. Il progetto, presentato da Thanos Contargyris e Ramon Marrades, intende promuove l’impatto a lungo termine dei risultati conseguiti dai progetti precedentemente approvati, aumentando il loro impatto territoriale. CreativeMED capitalizza i risultati di altri progetti europei per sviluppare un quadro di riferimento per la specializzazione intelligente con approccio bottom-up, fondata su un cambiamento di approccio culturale, organizzazioni di rete aperta, mix di innovazione, apprendimento collettivo, e valori condivisi. "Vogliamo individuare e consolidare tutte le capacità dei Paesi mediterranei, trovare i punti forti e quelli deboli", ha detto Contargyris.

L’Italia, con ben 7 città metropolitane su 14 affacciate sul mare nostrum, può essere protagonista, ma deve recuperare terreno sulle altre realtà europee. I miliardi attesi dalla programmazione europea 2014-2020 rappresentano un treno, da non perdere, con cui accorciare le distanze tra il nostro Paese e il resto del Vecchio Continente. Il convegno ha visto avvicendarsi alcuni casi italiani che stanno investendo risorse sulla strada per la Smart City.  Uno di questo è il Comune di Lecce, presente a SCE con Alessandro Delli Noci, assessore all’Innovazione tecnologica. "La rete ci permette di studiare cosa fanno le altre città e possiamo vedere come molte di queste facciano ‘n’ volte la stessa cosa, ma con tecnologie diverse, sprecando così tempo e denaro", ha sottolineato Delli Noci. Giuseppe Gini, assessore alla Pianificazione urbana del Comune di Palermo, ha ribadito questo concetto e proposto un cambio di mentalità: "La prima cosa importante da fare in Italia è lo scambio di informazioni e di progetti: questo ci farebbe andare più veloce e ci farebbe spendere meno". Gini ha parlato anche della necessità di un’armonia e di una sinergia paesaggistica, tra il mare e l’entroterra, come un elemento fondante nella visione futura delle città intelligenti. Necessità espressa anche da Alessandra Risso, responsabile coordinamento Progetti Eu del Comune di Genova. "La nostra città è sul mare, ma allo stesso tempo ha un’anima rurale: noi stiamo investendo tempo e risorse alla connessione tra queste due facce".  

Il convegno ospitato a Smart City Exhibition ha aperto uno specifico terreno di dialogo e cooperazione tra Europa e la sponda sud del Mediterraneo in preparazione all’appuntamento Smart City Med di Napoli nel marzo 2015. A queso proposito è importante segnalare l’intervento di Tommaso Sodano, vicesindaco del Comune di Napoli e assessore allo Sviluppo sostenibile. "Dobbiamo pensare a una Smart City che non sia solo tecnologia e investimenti, ma che guardi al Mediterraneo. Dobbiamo cercare di fare un manifesto che tenga insieme tutte le città che si affacciano su questo mare", ha proposto Sodano. Il vicesindaco partenopeo ha anche condiviso un’importante riflessione sul ruolo della governance. "Il limite delle nostre amministrazioni è che fanno progetti tarati sui singoli mandati: progetti che non vanno oltre pianificazioni a tempo determinato. Non è così che si costruiscono le città del futuro".

 

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