“Smart Control Room”: come funziona il cervello digitale di Venezia

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Un sistema di monitoraggio all’avanguardia volto a migliorare i sistemi di mobilità e la sicurezza della città grazie all’utilizzo di nuove tecnologie come il cloud computing, l’intelligenza artificiale, sensori per l’IoT e piattaforme di analisi dei dati. È la Smart Control Room di Venezia, frutto della collaborazione tra Venis Spa e il Comune di Venezia e tra i vincitori del “Premio Agenda Digitale 2020”. Abbiamo sentito l’Amministratore Unico di Venis Spa Paolo Bettio

25 Febbraio 2021

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Mauro Tommasi

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Prendere decisioni suffragate dall’evidenza dei dati è un fattore centrale per le amministrazioni che vogliono governare il territorio in ottica “smart”. Per farlo è necessario non solo dotarsi delle tecnologie giuste, ma anche e soprattutto puntare alla collaborazione tra le varie realtà presenti sul territorio, consentendo accessibilità e interoperabilità dei dati. Questo è quel che è successo a Venezia con la Smart Control Room, inaugurata nel settembre 2020, un vero e proprio hub di raccolta dati in tempo reale su tutti gli aspetti della città. Il sistema – realizzato da Venis Spa per il Comune di Venezia e selezionato tra i vincitori del “Premio Agenda Digitale 2020” – permette oggi di integrare ed elaborare in tempo reale dati relativi al flusso pedonale, ai parcheggi, al trasporto pubblico e privato su strada e su acqua.

Frutto di un’esigenza, ma anche della volontà di innovare

In virtù della complessità del contesto ambientale e operativo del territorio di Venezia, a partire dalle peculiarità urbanistiche e di tutela del patrimonio UNESCO per finire alla gestione di oltre 700mila city users, è sorta l’esigenza di dotare la città di una sorta di torre di controllo – la Smart Control Room (SCR) per l’appunto – grazie alla sinergia con la rete di strumenti di rilevazione nuovi ed esistenti e secondo il principio dell’interoperabilità dei dati. Obiettivo principale, realizzare uno strumento per il controllo intelligente del traffico e per gestire la sicurezza del territorio.

“La parte più complessa non ha riguardato affatto gli aspetti tecnologici del progetto – afferma l’Amministratore Unico di Venis Spa Paolo Bettio – bensì far convergere in un unico posto i dati provenienti da entità diverse”. Questo processo, basato sulla partnership per l’Innovazione (PPI) che implica una collaborazione necessaria tra pubblico e privato, ha portato anche, come effetto positivo, l’acquisizione di nuove conoscenze per coloro che si sono trovati a lavorare al progetto. “Tutto è partito dalla volontà del Sindaco Brugnaro di costituire questa torre di controllo”, continua Bettio, a sottolineare il ruolo centrale che ha rivestito nel progetto la volontà e la spinta dell’amministrazione comunale nel far dialogare i diversi attori che “producono” dati.

Come funziona la SCR

Nella SCR, oggi situata nella nuova sede della Polizia locale di Venezia, confluiscono gli apparati di monitoraggio e controllo dei sistemi critici della mobilità urbana e di governo della città, fra cui: le centrali di controllo della rete multimodale del trasporto pubblico locale, i sistemi di videosorveglianza del traffico stradale, la rete semaforica, le telecamere e i sensori per il monitoraggio del traffico acqueo e pedonale e il sistema di videosorveglianza della Centrale Operativa della Polizia Municipale.

Più nello specifico, nella SCR confluiscono le immagini delle 400 telecamere di sorveglianza, le previsioni meteo, i dati sulle presenze fisiche sul territorio, che permettono per esempio di individuare eventuali assembramenti (elemento critico soprattutto in questo periodo di emergenza) e dati sull’andamento del traffico sia su acqua che su terra. “I dati non dormono mai” dice Bettio, per questo è importante fare affidamento su tecnologie come l’intelligenza artificiale, che è non solo in grado di riconoscere automaticamente la tipologia di veicolo in questione, ma permette anche, avendo a disposizione un data lake corposo come quello della SCR, di modellare fenomeni fisici (flussi pedonali, acquei…) al fine di attivare strumenti predittivi utili alla governance della città e del suo territorio.

“Il sistema è ancora in fase di rodaggio – continua Bettio – ma stiamo già notando i benefici di un sistema del genere che ci permette di gestire la città in maniera migliore di settimana in settimana” come, per esempio, nella gestione del traffico durante i giorni del Carnevale (ovviamente ridimensionato) di poco tempo fa, quando a causa delle restrizioni in molti hanno preferito muoversi con i propri mezzi piuttosto che con i mezzi pubblici. Fattore non di poca importanza quello relativo alla privacy: tutti i dati raccolti vengono elaborati in forma anonima e nel pieno rispetto delle normative e dei diritti del cittadino.

Numeri, costi ed enti coinvolti

Nel centro di controllo operano una trentina di persone per conto di Azienda Veneziana della Mobilità, Centro Maree, Comune di Venezia, Polizia Locale, Protezione Civile, Venezia informatica e sistemi (Venis Spa) e della multiutility locale Veritas, che presidiano e monitorano i vari flussi ognuno per le proprie competenze. Per realizzare tutto questo sono stati stanziati poco più di 5 milioni di euro, finanziati in parte con il PON Metro (Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane), in parte con fondi propri della Città di Venezia.

Per il futuro si punta sull’efficienza

“Per il futuro l’obiettivo è raggiungere una sempre maggiore integrazione e interoperabilità con altri servizi e sistemi – conclude Bettio – ma è importante ora fare in modo che tutto funzioni in maniera opportuna e poi magari, grazie ai nuovi finanziamenti europei, mettere a terra ancora più tecnologia come il 5G, per esempio, e allargare il raggio d’azione della SCR su una fetta maggiore del territorio veneziano”. Il tempo permetterà la creazione di serie storiche e l’elaborazione di sistemi previsionali sempre più attendibili per supportare l’operato dell’amministrazione.

La SCR potrà essere anche un apripista per altre città italiane dove le necessità dettate dal territorio, ma anche dall’emergenza sanitaria, potrebbero richiedere sistemi di monitoraggio e di intervento tempestivo come questo messo in piedi a Venezia.

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