Chiude #SCE2014 con una certezza: solo partendo dalle città il Paese potrà ripartire

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"Spesso in Italia agenda digitale e agenda urbana sono concetti separati. Questo Paese lavora ancora troppo per silos che non si parlano tra di loro: l’obiettivo e la parola chiave del rilancio è integrazione. Integrare le politiche per far ripartire le città che, insieme, facciano ripartire il Paese".

24 Ottobre 2014

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Redazione FORUM PA

Articolo FPA

"Spesso in Italia agenda digitale e agenda urbana sono concetti separati. Questo Paese lavora ancora troppo per silos che non si parlano tra di loro: l’obiettivo e la parola chiave del rilancio è integrazione. Integrare le politiche per far ripartire le città che, insieme, facciano ripartire il Paese". Con questa riflessione Carlo Mochi Sismondi, amministratore delegato di Smart City Exhibition e presidente di FORUM PA, ha aperto i lavori del Forum "Il Paese riparte dalle città: Smart City, Agenda Digitale e Agenda Urbana", atto conclusivo della tre giorni di Smart City Exhibition.

Il convegno, ospitato nell’aula magna del padiglione 31 e moderato dal senatore Walter Vitali, ha visto l’intervento di Alessandra Poggiani, neodirettore dell’Agenzia per l’Italia Digitale. "La città è la prima interfaccia tra i cittadini e la cittadinanza: l’evoluzione di un Paese non può che partire da qui". Poggiani ha messo l’accento su un’esigenza particolare: "Dobbiamo aumentare i livelli di alfabetizzazione e conoscenza di cittadini, imprese e amministratori. Tutta la tecnologia che vediamo a Smart City Exhibition ha bisogno di persone che sappiano utilizzarla a pieno". Dalla teoria alla pratica: lo stesso paradigma che va applicato all’Agenda Digitale. "Non deve rimanere solo una lista di indicatori che ci dà l’Unione Europea – ha detto Poggiani -, ma dev’essere una grande occasione di economia e di democrazia, perché questi strumenti possono permettere a tutti di partecipare di più ai processi decisionali e alla vita pubblica, riducendo quella distanza tra i cittadini e la pubblica amministrazione". Tra gli strumenti per favorire lo sviluppo delle Smart Cities, il direttore dell’AgID ha parlato di ripartire dall’elaborazione dello Statuto delle città intelligenti e di una piattaforma di monitoraggio delle città, intesa come piattaforma collaborativa dove ci sia scambio di progetti e di esperienze di successo.

Mario Calderini, presidente del Comitato Smart Cities Agenzia per l’Italia Digitale, ha annunciato un’azione politica forte. "Il Comitato delle Comunità Intelligenti ha riavviato questa settimana i lavori – ha spiegato Calderini -. Prevediamo di arrivare rapidamente alla presentazione al Consiglio dei Ministri del piano nazionale delle Comunità intelligenti".

Fare un’Agenda Digitale significa che parole come identità digitale, patrimonio informativo pubblico, interoperabilità e mercato unico debbano diventare keyword del rilancio nazionale. Politiche di ricerca e sviluppo, energia, istruzione, formazione e occupazione devono essere al primo punto dell’Agenda Urbana italiana. 

In questa sfida nazionale all’innovazione è essenziale cambiare il modo di pensare e di approcciare il futuro. Prerogativa che ha segnato il nuovo modo di lavorare dell’Istat, rappresentato sul palco da Emanuele Baldacci, direttore del dipartimento per l’integrazione, la qualità e lo sviluppo delle reti di produzione e di ricerca. "Non possiamo misurare con gli strumenti tradizionali un fenomeno così nuovo come le Smart Cities. Stiamo facendo un lavoro forte, veloce ed enorme per mettere a servizio degli italiani i dati in formato linked open data, dati che hanno informazioni semantiche al loro interno: sarà così facile per i cittadini mettere insieme i dati dell’Istat con i dati messi a disposizione dalle amministrazioni locali".

Il prorettore del Politecnico di Milano, Alessandro Balducci, ha sottolineato la centralità del ruolo delle città anche nell’ottica di un discorso che vada oltre i confini prettamente nazionali. "Gli obiettivi di Europa 2020 in termini di ricerca, sviluppo, ambiente, formazione e riduzione della povertà e dell’esclusione sociale possono essere raggiunti partendo proprio dalle città. Occuparsi delle città è anche occuparsi delle grandi sfide del pianeta". L’Italia e gli altri Stati membri sono chiamati da Bruxelles a considerare le città come punti cardine delle Agenda Europea. Come ribadito sul palco di SCE da Merce Griera i Frisa, collaboratore scientifico della Commissione Europea nel Programma di ricerca di tecnologie di comunicazione, una delle mission comunitarie è quella di arrivare alla creazione di un mercato unico digitale. E per farlo l’Europa ha bisogno di vedere la nascita e lo sviluppo di nuove realtà smart.

L’Italia deve recuperare terreno e deve farlo adesso, come sottolineato da Paolo Coppola, deputato e consigliere politico per l’Agenda Digitale del Ministero per la Semplificazione e pubblica amministrazione. "Il problema più grande dell’Italia è il digital divide culturale – ha detto Coppola -. Come Paese non possiamo più permetterci di rimanere in questa ignoranza. Le risorse finanziarie sono un problema, ma non il più grande". Nel concludere il Forum, il deputato Pd ha garantito "da parte del governo la forte volontà di rendere il digitale uno strumento per trasformare l’Italia in un Paese fortemente competitivo in Europa". Il Forum e Smart City Exhibition si sono chiusi con il saluto di Carlo Mochi Sismondi. Un saluto proiettato già al futuro con l’invito alla prossima edizione: la data da segnare sul calendario (rigorosamente digitale) è il 14 ottobre 2015.

 

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