Dalla smart city alla città sostenibile

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18 Gennaio 2018

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Redazione FPA

Foto di Bruno Cordioli rilasciata in cc https://flic.kr/p/d2eiEoLa parola chiave per leggere le principali riflessioni e iniziative 2017 in tema di innovazione urbana è senza dubbio «sostenibilità». Non poteva essere altrimenti, visto che l’orizzonte di riferimento, ormai neanche troppo lontano, è il 2030 e la realizzazione dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable development goals) dell’Agenda ONU, recepiti in Italia dalla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS) approvata dal Consiglio dei Ministri il 2 ottobre scorso. Un passo importante che però dovrà essere seguito da azioni concrete, sempre più necessarie dato che, come evidenziano sia il Rapporto 2017 dell’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) sia la Ricerca ICity Rate 2017 di FPA (approfondita in questo dossier nell’editoriale firmato da Gianni Dominici), il nostro Paese in generale e le nostre città in particolare sono ancora lontani dal raggiungimento dei Goal. L’Agenda 2030 è un’occasione imperdibile, perché è la prima agenda integrata per politiche economiche, sociali e ambientali che il mondo abbia mai condiviso. Il termine sostenibilità ha infatti un’accezione olistica: si parla di politiche ambientali, ovviamente, ma anche di produzione e consumo responsabili, riduzione delle disuguaglianze, lavoro dignitoso, azzeramento della povertà e della fame, istruzione di qualità per tutti. Le città sono centrali in questo scenario: è qui che si sperimentano politiche innovative in tutti questi ambiti e, quindi, oltre che nel Goal 11 (“Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”) la cornice urbana è una costante in tutta l’Agenda 2030. Una centralità ribadita dai numeri, basti ricordare i dati demografici ormai ben noti secondo cui nel 2010 la popolazione urbana mondiale ha superato quella rurale e nel 2030 il 60% degli otto miliardi di abitanti del pianeta vivranno nelle città. In Europa poi la popolazione urbana sfiora il 70% di quella complessiva. In questo contesto ASviS, insieme ad Urban@it e ad ANCI, ha elaborato una proposta di “Agenda per lo sviluppo urbano sostenibile” che individua in modo trasversale per tutti i 17 goal degli obiettivi tipicamente urbani e li collega alle attività delle amministrazioni locali e del governo nazionale. Al tema della sostenibilità si collega, inevitabilmente, anche la riflessione sulla definizione di un’Agenda urbana che sia finalmente uno strumento concreto attraverso il quale perseguire obiettivi di grande impatto e interesse pubblico. Il percorso in questo senso parte dalle sollecitazioni del Patto di Amsterdam per un’Agenda urbana per l’Unione europea del 30 maggio 2016, passa per la Conferenza Habitat III dell’Onu a Quito del luglio 2016 con l’adozione della New urban Agenda, e vede come meta finale proprio la realizzazione a livello urbano dei 17 Sustainable development goals. Il terzo Rapporto sulle città di Urban@it “Mind the gap. Il distacco tra politiche e città”, presentato il 20 ottobre scorso, sottolinea proprio l’urgenza di definire un’Agenda urbana nazionale e individua oltre alle strategie anche una serie di temi chiave che richiamano proprio la visione olistica della “sostenibilità”: inclusione di migranti e rifugiati; qualità dell’aria; economia circolare; resilienza, adattamento climatico e uso sostenibile del suolo; povertà urbana; housing; inclusione lavorativa e rafforzamento delle competenze contro l’esclusione sociale; patrimonio culturale come risorsa estesa ai valori dell’immateriale e del vissuto delle comunità locali. Parlando di politiche per le città, non possiamo infine non citare il “Bando per il programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia” pubblicato nel 2016. L’ANCI ha sottolineato come il Bando dovesse caratterizzarsi in quanto parte di un’Agenda urbana in grado di prendere in carico le sfide delle città nel loro complesso e a partire da risorse certe. Grande la risposta dei Comuni, con la presentazione di 120 progetti per una richiesta di finanziamenti pari a 2,1 miliardi di Euro.

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