Obiettivi di accessibilità: a cosa servono realmente?

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Come ogni anno le PA si ritrovano una serie di adempimenti, tra cui quelli relativi al tema dell’accessibilità informatica. Il prossimo adempimento di accessibilità informatica ha scadenza il 31 marzo 2024 ed è relativo ai cosiddetti “obiettivi di accessibilità”, per la compilazione dei quali l’Agenzia per l’Italia Digitale ha reso disponibile la piattaforma online “AGID Form”. Ben prima della data limite, il Responsabile della Transizione Digitale dovrà accedere a questa piattaforma. Vediamo in dettaglio come

19 Marzo 2024

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Roberto Scano

Esperto internazionale di accessibilità ICT

Foto di Eduard Labár su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/donna-in-pantaloncini-neri-e-camicia-bianca-che-si-siede-sulla-barra-di-metallo-blu-e-rossa-durante-il-giorno-uMDNR3rW5lM

L’adempimento sul tema dell’accessibilità nasce nel 2012, con il decreto legge 179/2012 dall’attività della Cabina di Regia dell’Agenda Digitale di Mario Monti, di cui facevo parte. Insieme abbiamo modificato diverse norme per riportare l’interesse verso l’accessibilità, tra cui l’art. 23-ter comma 5 bis del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) che prevede l’obbligo di garantire l’accessibilità di tutti i documenti amministrativi informatici.

Nel 2012 il tema dell’accessibilità nella PA era ancora qualcosa di raro e non c’erano adempimenti come l’obbligo di pubblicazione della dichiarazione di accessibilità per i siti web e per le app mobili, nati solo successivamente al recepimento della Direttiva (UE) 2016/2102 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 ottobre 2016, relativa all’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici.

All’epoca non si parlava nemmeno del Responsabile per la Transizione Digitale (RTD), figura definita dall’art. 17 del CAD, che prevede alla lettera d) un compito ben preciso, ovvero “accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici e promozione dell’accessibilità anche in attuazione di quanto previsto dalla legge 9 gennaio 2004, n. 4”. Non solo, quindi, gli adempimenti della Legge Stanca ma il rispetto di tutte le normative che consentono la non discriminazione di persone con disabilità, sia all’interno dell’ambito lavorativo (dlgs. 216/2003), sia in tutti gli altri ambiti (legge 67/2006).

Proprio per tale motivo è nata l’idea degli obiettivi di accessibilità, con un questionario da compilare per consentire alla PA di capire che esiste il tema dell’accessibilità e che era necessario effettuare alcune verifiche interne su alcune tematiche, pianificando interventi che consentissero un incremento di accessibilità sia all’interno della PA (dipendenti), sia all’esterno (utenti).

Proprio per tale motivo è nata l’idea degli obiettivi di accessibilità, con un questionario da compilare per consentire alla PA di capire che esiste il tema dell’accessibilità e che era necessario effettuare alcune verifiche interne su alcune tematiche, pianificando interventi che consentissero un incremento di accessibilità, sia all’interno della PA (dipendenti), sia all’esterno (utenti).

Contenuti dell’adempimento

L’adempimento prevedeva in origine la pubblicazione di un documento all’interno del proprio sito web in cui riportare, in una pagina e/o in un documento, gli obiettivi per l’anno corrente derivanti dal questionario.

Gli obiettivi da pubblicare riguardano diversi ambiti, tra cui l’accessibilità dei siti web, delle app e dell’intranet, i documenti pubblicati sui siti, i servizi di futura attivazione, le postazioni informatiche e la formazione del personale addetto alla realizzazione e gestione dei siti web e dei servizi informatici.

Come compilare gli obiettivi di accessibilità

AgID mette a disposizione un sito dedicato “AGID Form”, a cui dovrà accedere il Responsabile per la Transizione digitale e in cui si trovano un manuale utente ed una guida alla compilazione. La parte più importante, però, deve essere svolta ben prima del 31 marzo.

La pubblicazione degli obiettivi, infatti, è un passo finale da una serie di azioni che il Responsabile per la Transizione Digitale dovrà svolgere.

RTD dovrà coinvolgere ben prima gli uffici dell’ente per comprendere le tematiche in cui intervenire e pianificare gli obiettivi annuali di accessibilità. Alcuni esempi di obiettivi possono nascere delle seguenti attività:

  • verifica di siti web e app mobili afferenti all’ente, per identificare eventuali azioni migliorative e/o correttive;
  • verifica delle necessità formative dei dipendenti in tema di accessibilità digitale (art. 8 comma 3 della legge 4/2004), per evitare la creazione e diffusione di contenuti non accessibili, in particolare di documenti digitali inadeguati (per i quali la stessa AgID con report dedicato ha identificato una situazione disastrosa nella PA italiana), con pianificazione di attività di formazione (chiaramente accessibile, senza discriminare dipendenti con disabilità);
  • verifica dell’adeguatezza degli strumenti informatici (hardware, software ma anche intranet, documenti) di uso condiviso e delle postazioni di lavoro dedicate alle persone con disabilità (art. 4 comma 4 legge 4/2004), in modo da pianificare adeguamenti applicativi e/o acquisti di tecnologie assistive.

Ma sono sufficienti?

Questi sono alcuni esempi di verifiche che il RTD deve fare prima di “cliccare” su una delle caselle predefinite dal modello di AgID. Un semplice click “a caso” non serve a nulla, se non a svolgere un adempimento. Un adempimento per il quale non è prevista alcuna attività di verifica dell’effettivo raggiungimento a meno che il RTD non riesca a far inserire tali obiettivi in un atto formale con valutazione della performance dei dirigenti responsabili delle varie tematiche.

Il ruolo di RTD è ben più esteso per il tema dell’accessibilità e deve identificare in modo chiaro, nell’organizzazione, compiti specifici, misurabili, e soprattutto aiutare l’organizzazione a pensare con l’accessibilità in mente.

Solo con acquisti di prodotti accessibili, senza trucchi “rapidi” come quelli che promettono di sistemare siti web, con una adeguata formazione del personale e con una organizzazione in grado di selezionare, valutare e applicare prodotti predisposti per l’accessibilità si potranno portare piccoli miglioramenti continui, rendendo quindi obsoleto e inutile questo adempimento: la speranza, avendolo contribuito a creare nel 2012, è che venga sostituito da una adeguata attività di pianificazione, misurabile, misurata, monitorabile e monitorata dagli organismi preposti.


Tra gli appuntamenti, già pubblicati nel calendario Academy a FORUM PA 2024, segnaliamo l’incontro dal titolo Accessibilità, tra miti e realtà: gli errori da non compiere e le azioni da intraprendere per una reale inclusione digitale, per far il punto in materia di accessibilità digitale a vent’anni dalla legge Stanca. Le iscrizioni sono già aperte.

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