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Consumo di suolo e forme insediative nei sistemi locali urbani
La geografia dei Sistemi locali consente una lettura dei livelli di consumo di suolo e delle morfologie dell’edificato dei principali sistemi urbani, prescindendo dalle discontinuità artificialmente introdotte dai limiti amministrativi. Sono stati a tal fine utilizzati alcuni indicatori descrittivi di due componenti, livelli e forme del consumo di suolo, utilizzando come base cartografica di analisi quella delle basi territoriali dei censimenti (2011). Per la quantificazione dei livelli di consumo i Sl sono stati classificati in funzione della combinazione dei valori di due indicatore: l’incidenza delle superfici dell’edificato strutturato e la densità della popolazione residente in aree extra-urbana. La lettura si arricchisce con una misura del “peso” dei principali poli attrattori (in termini di concentrazione dei posti di lavoro) di ciascun sistema locale. Per la descrizione delle forme degli insediamenti le stesse aree sono stati invece caratterizzate in base alla superficie media delle aree edificate e della concentrazione di queste ultime sul territorio (densità). Un’ulteriore misura morfologica considerata descrive il grado di frammentazione dei margini dell’edificato. In questa analisi emerge in modo netto la disomogeneità delle forme insediative che caratterizzano le maggiori realtà urbane italiane, riconducibile a diversi modelli di sviluppo delle reti connettive locali nelle quali si sostanziano le relazioni tra persone e attività.
Una classificazione socio demografica dei sistemi locali
L’utilizzo dei sll per rappresentare gli aspetti socio demografici del territorio italiano, consente una prima importante sintesi di un mosaico composito di realtà pulviscolari tra loro molto eterogenee. I sll, infatti, permettono di analizzare le diverse caratteristiche comunali all’interno di una unità di base omogenea, individuata su una definizione ampia e articolata che generalmente viene data al mercato del lavoro e che si concretizza localmente sul territorio. Partendo dai sll, la dimensione socio-demografica può essere sintetizzata focalizzando l’attenzione su tre assi principali: la struttura demografica, la dinamica di popolazione e un terzo asse che, con caratteristiche più sfocate, individua gli aspetti più propriamente territoriali. All’interno di queste specificità sono stati individuati, con delle metodologie statistiche di clustering, degli ulteriori raggruppamenti che consento di individuare profili sociali simili, pur nell’indubbia variabilità che caratterizza il territorio italiano. Ciò consente di aumentare la capacità interpretativa dei diversi fenomeni territoriali dando a questi, una gradazione cromatica altrimenti valutata senza sfumature. Ciascun cluster presenta, quindi, delle precise caratteristiche socio-demografiche che, da una parte, ne definiscono la natura rispetto agli altri gruppi e, dall’altra, ne qualificano la portata cognitiva.
Struttura e performance delle imprese nei SLL
L’aumentata disponibilità di dati economici relativi alle imprese italiane e la possibilità di riferirli ai luoghi di produzione consente di approfondire importanti aspetti competitivi del nostro tessuto produttivo. La scelta dei sistemi locali, aree delimitate sulla base dei rapporti tra luoghi di residenza e di lavoro, rafforza la capacità esplicativa delle nuove informazioni disponibili.
L’analisi, condotta con riferimento alle unità locali, si concentra sulle due più importanti dimensioni che caratterizzano il tessuto delle imprese italiane nel 2012: le caratteristiche strutturali (addetti, unità locali, dimensione media delle unità locali) e i principali risultati economici, espressi sia in termini di peso percentuale sul totale dell’economia che come rapporti caratteristici.
Verrà presentato anche un approfondimento sulle performance delle imprese sui mercati internazionali.
I distretti industriali 2011
L’Istat ha individuato l’elenco dei distretti industriali 2011 identificati a partire dai Sistemi Locali del Lavoro (SLL) del 2011. Questi ultimi sono stati definiti utilizzando gli spostamenti luogo di residenza/luogo di lavoro rilevati con il 15° Censimento della popolazione. Per individuare i distretti industriali, l’Istat ha applicato a ciascuno dei 611 SLL i dati relativi alle unità locali, alle attività economiche e agli addetti desunti dal 9° Censimento dell’industria e dei servizi. I distretti industriali sono entità socio-territoriali costituite da una comunità di imprese e di persone unite, oltre che da relazioni territoriali, anche dai legami socio-economici che tale compresenza genera. La metodologia di individuazione dei distretti industriali dell’Istat seleziona i SLL caratterizzati dalla presenza di micro, piccola e media impresa (in accordo con la disciplina comunitaria, costituite da unità produttive con meno di 250 addetti), con una elevata concentrazione territoriale di occupazione manifatturiera focalizzata in un’industria principale. Sono 141 i distretti industriali identificati dall'Istat. Essi costituiscono circa un quarto del sistema produttivo del Paese, in termini sia di numero di SLL (il 23,1% del totale), sia di addetti (il 24,5% del totale), sia di unità locali produttive (il 24,4% del totale). L'occupazione manifatturiera distrettuale rappresenta oltre un terzo di quella complessiva italiana, in linea con quanto osservato 10 anni fa. All'interno dei distretti industriali risiede circa il 22% della popolazione italiana. Aumenta l'estensione e la dimensione demografica ed economica dei distretti. Ogni distretto, in media, è costituito da 15 comuni (13 nel 2001), abitato da 94.513 persone (67.828 nel 2001) e presidiato da 8.173 unità locali (6.103 nel 2001) che assorbono 34.663 addetti (26.531 nel 2001).
Patrimonio, paesaggio, tradizione e creatività: la geografia culturale dei SLL
La caratterizzazione socio-economica dei sistemi locali permette di verificare in che misura fattori come il patrimonio artistico e naturale, la storia, la cultura e la tradizione locale rappresentino una risorsa e un’opportunità di crescita per i territori.
Attraverso una lettura dei dati e indicatori statistici disaggregati a livello territoriale si cerca dunque di misurare “la vocazione culturale e attrattiva dei Sistemi locali”, definita in funzione della consistenza del patrimonio culturale e paesaggistico e del loro orientamento verso la produzione di beni e servizi che incorporano ed esprimono un alto contenuto culturale – simbolico, estetico, artistico e creativo, legato alla tradizione e all’identità dei luoghi, e che possono rappresentare un fattore strategico per i processi di sviluppo.
Nello specifico, due sono i principali parametri considerati. Da una parte il patrimonio culturale e paesaggistico, cioè la presenza fisica sul territorio di luoghi, beni materiali, strutture, istituzioni e altre risorse di specifico valore e interesse storico, artistico, architettonico e ambientale. Dall’altra, la qualità del tessuto produttivo/culturale, cioè l’insieme di attività di produzione, distribuzione e formazione d’interesse culturale che comprende le imprese dell’industria culturale in senso stretto, le industrie creative e le imprese di produzione di prodotti di tradizione locale e di qualità.
Rispetto a tali dimensioni l’analisi permette di disegnare una nuova geografia del territorio nazionale – con le sue eccellenze, i suoi squilibri e i suoi ritardi – e di individuare ecosistemi culturali omogenei rispetto all’insieme delle risorse che contribuiscono a definirne l’attrattività e la competitività in ambito culturale.
Strumenti per l’utilizzo e il monitoraggio dei dati per gli amministratori pubblici
La sessione è finalizzata alla presentazione e alla discussione di alcuni prodotti in corso di sviluppo o che sono stati appena realizzati per fornire, in modo agevole e con il massimo di accessibilità, basi di conoscenza aggiornate utili per l’analisi dei fenomeni e la loro lettura multidimensionale al servizio, in particolare, dei processi decisionali. I destinatari privilegiati sono quindi gli amministratori pubblici ma gli strumenti informativi oggetto di esame sono in realtà utilmente fruibili da qualunque tipologia di utenza.
In particolare si discuterà del progetto “Sistan hub” e del sistema di navigazione delle informazioni censuarie denominato “8mila census”. Il primo, in fase di sviluppo, rappresenta il data warehouse virtuale del sistema della statistica ufficiale, attraverso il quale saranno accessibili, in maniera coordinata e coerente, i macrodati prodotti dall’Istat e dagli altri enti Sistan attraverso un’architettura informatica che consentirà di catturare in tempo reale, all’atto della richiesta dell’utente, le informazioni residenti nelle basi dati gestite dagli enti.
Il secondo strumento, ufficialmente rilasciato in occasione della sua presentazione nella sessione, consiste nella possibilità di accedere alle informazioni socio-demografiche di carattere censuario in serie storica e per ciascun Comune. La chiave di accesso è proprio il singolo Comune prescelto dall’utente, relativamente al quale sono resi disponibili 99 indicatori, suddivisi in 8 domini, in serie storica per i periodi dal 1951 al 2011, ai confini dell’epoca, e dal 1991 al 2011, ai confini del 2011. Il sistema consente anche confronti fra due comuni liberamente selezionati dall’utente.
La discussione verterà sul valore aggiunto per gli amministratori e gli analisti, in particolare del territorio, generato dalla disponibilità di informazioni integrate e dotate di livelli di qualità elevati, in aderenza ai principi del Code of practice europeo, proiettando la riflessione sui nuovi scenari che attengono all’esigenza di crescente interrelazione fra fonti, alla loro messa a sistema e valorizzazione reciproca, allo sviluppo di economie di scopo e di scala nella filosofia della statistica quale bene pubblico patrimonio della collettività.
8milaCensus: l’evoluzione socio economica del Paese attraverso i dati censuari comunali
8milaCensus è un nuovo sistema di diffusione dei dati censuari progettato per valorizzare in particolare il patrimonio informativo riferito al territorio, al servizio delle esigenze di conoscenza dei cittadini e, in particolare, degli amministratori locali a supporto delle attività di analisi e programmazione. La sua costruzione è orientata alla semplificazione: il criterio di accesso graduale ai dati, la disponibilità di vari formati, il confronto fra comuni, il sistema di documentazione che accompagna ciascun indicatore, sono strumenti pensati per agevolare il processo di individuazione e fruizione dell’informazione. Attraverso 99 indicatori tratti dai Censimenti della popolazione ed Abitazioni degli ultimi 30 anni viene proposta una lettura dell’evoluzione socio economica del Paese osservata dal punto di vista di ogni singolo Comune. Molti fra gli indicatori proposti sono inediti, progettati ad hoc per soddisfare la domanda di informazioni funzionale all’azione di governo locale. Inedita è anche la ricostruzione dei territori e di alcune variabili chiave ai confini del 2011 per rendere più significativo il confronto storico a livello comunale. 8milacensus è un sistema aperto ad integrazioni e aggiornamenti in funzione di nuove esigenze e dei nuovi dati che saranno resi disponibili dal censimento continuo.
Sistan Hub: un sistema a rete federato per la diffusione dei dati statistici
Sistan Hub è un sistema unitario di diffusione delle statistiche prodotte sia dagli enti Sistan sia dall’Istat che consentirà l’integrazione dei dati e il rafforzamento della cooperazione istituzionale tra i diversi enti produttori delle statistiche ufficiali del Paese.
Una volta a regime, Sistan Hub offrirà un unico punto di accesso ai principali dati prodotti dal Sistan.Le informazioni statistiche saranno diffuse secondo standard comuni così da renderle immediatamente fruibili, riducendo i costi di selezione, aggiornamento ed elaborazione. Il progetto presenta un alto grado di complessità sia sotto il profilo contenutistico e informatico-tecnologico sia dal punto di vista della partnership con gli altri enti. Quanto agli aspetti informatici, Sistan Hub è progettato come sistema federato di basi dati consistente in un Hub centrale, che garantirà l’interconnessione e la navigazione dei dati e in nodi locali la cui gestione e sviluppo sarà affidata alla responsabilità dei singoli enti partecipanti al progetto con il supporto tecnico-organizzativo dell’Istat. Il nodo Istat sarà costituito da una selezione di dati desunta dal datawarehouse I.stat. I dati di origine resteranno quindi all’interno delle basi dati dei diversi enti e saranno resi disponibili all’utenza secondo un meccanismo di tipo pull.
Il progetto prevede una fase di sperimentazione che coinvolgerà le Regioni Lombardia e Sicilia, Unioncamere Lombardia e il comune di Vicenza con i quali è stata stipulata una Convenzione che regola le diverse attività.
Gli uffici comunali di statistica per la produzione di statistiche ufficiali nei centri urbani
Gli uffici comunali di statistica per la produzione di statistiche ufficiali nei centri urbani. Alla luce delle innovazioni tecnologiche e della riforma degli assetti istituzionali locali, quale ruolo possono svolgere gli uffici di statistica delle amministrazioni.