Stato partner. Proposta del Future of Goverment Group al ministro Madia per la #RivoluzionePA
“Lo stato partner” è il percorso partecipato per la riforma della PA, avviato circa tre anni fa, promosso e coordinato da FORUM PA con il contributo del gruppo “The future of government”, del quale fanno parte i principali soggetti competenti in materia di nuovi modelli di governance e sviluppo dei territori. Quella che segue è la proposta inviata Ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione in occasione della consultazione: rivoluzione@governo.it, aperta fino al 30 maggio 2014.
30 Maggio 2014
Redazione FORUM PA
“Lo stato partner” è il percorso partecipato per la riforma della PA, avviato circa tre anni fa, promosso e coordinato da FORUM PA con il contributo del gruppo “The future of government”, del quale fanno parte i principali soggetti competenti in materia di nuovi modelli di governance e sviluppo dei territori. Quella che segue è la proposta inviata Ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione in occasione della consultazione: rivoluzione@governo.it, aperta fino al 30 maggio 2014.
Testo inviato a rivoluzione@governo.it in data 30 maggio 2014:
Dalla rilettura dei 44 punti della riforma, i componenti del Future of Government Group (FoGG) rilevano che le azioni proposte sotto le Linee guida: “Il cambiamento comincia dalle persone”, “Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione”, “Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei servizi” potrebbero non essere sufficienti. La PA che ne uscirebbe, infatti, è una PA rinnovata ma anche profondamente uguale a se stessa, rischiando di rimanere un soggetto diverso e lontano dalle dinamiche sociali e culturali in atto nel paese. La riforma, a nostro avviso, elude una domanda: la PA che abbiamo è quella che ci serve?
Dal lavoro di analisi e confronto portato avanti in questi anni e intensificato negli ultimi mesi con il FoGG, emerge infatti la domanda di una PA che:
- abiliti i cittadini, le imprese e le organizzazioni sociali nell’individuazione, nella creazione, nella sperimentazione e nella condivisione di soluzioni;
- sappia comunicare, interagire e coprogettare con gli attori sociali i processi di creazione di valore pubblico;
- ridisegni la propria organizzazione su criteri di flessibilità, condivisione e apertura.
In altri termini, la PA reclamata dalle dinamiche in atto deve necessariamente abbandonare il "paradigma bipolare" a favore del paradigma sussidiario, per cui la partecipazione civica e la collaborazione sono ingredienti indispensabili nella creazione di valore pubblico.
FoGG – il gruppo di lavoro, consultazione e confronto composto da diverse associazioni e realtà impegnate a sperimentare nuovi modelli di governo – è consapevole che questa “rivoluzione collaborativa” tocca tutte le politiche pubbliche e dunque tocca la stessa concezione di stato: da uno stato funzione a uno stato partner. Si tratta di un progetto politico, di cui la riforma della PA è uno dei cardini.
Per questo, in occasione della consultazione rivoluzione@governo.it, FoGG propone al Ministro Madia alcune linee di intervento per l’innovazione radicale nella PA, composte da Azioni Abilitanti, dalla natura fortemente trasversale e con un focus più ampio rispetto al campo di intervento diretto della PA e linee guida tematiche, suddivise in Economia Collaborativa, Governance dei Beni Comuni e Open Government.
AZIONI ABILITANTI
Organizzare un tavolo di confronto tra le Linee guida del Governo sul Terzo Settore e la Rifroma della PA in atto, coinvolgendo i principali attori chiave e i portatori di interesse.
Istituire il Laboratorio per nuove forme di governo, sui modelli innovativi di governance e sviluppo che permetta di coordinare e orientare le azioni individuate come abilitanti alla costruzione della nuova PA.
Iniziative del Laboratorio
Dotarsi di indicatori, anche temporali, e aggiungere strumenti di monitoraggio e valutazione dell’efficacia delle proprie attività.
Prevedere il coinvolgimento di advisor esterni.
Istituire meccanismi di accountability per i dirigenti e per i responsabili dei processi e delle attività promosse dal Laboratorio.
Inserire nei curricula della PA competenze legate al problem solving e attivare piani formativi ad hoc.
Coordinare i processi di rilevazione, mappatura e monitoraggio dei bisogni sociali delle diverse generazioni per immaginare le politiche, come risposta efficace.
Individuare gli strumenti che facilitano l’incontro tra la domanda sociale e l’offerta imprenditoriale.
Realizzare un Programma nazionale di sostegno all’innovazione sociale e collaborativa e definirne le Linee di sviluppo.
Realizzare un Programma nazionale di comunicazione istituzionale che parta dalla mappatura aperta dei progetti e dei servizi esistenti, digitali e non, già attivi a livello nazionale, rispetto ai temi dell’economia collaborativa, governance dei beni comuni e open government.
Selezionare e incoraggiare i progetti più significativi e nominare alcuni progetti “ambasciatori” in modo che possano diventare volano della nuova cultura.
Prevedere l’istituzione di Challenge Prizes, Programmi di incubazione e Laboratori di sperimentazione.
Incentivare e valorizzare i soggetti attivi, le funzioni e le iniziative di community building a livello territoriale e iperlocale (es. condomini).
Svolgere attività continua di benchmarking, mappatura e analisi di modelli e pratiche di open data engagement a livello nazionale e internazionale.
All’interno del Laboratorio, istituire lo Sharing Council per la regolamentazione e la facilitazione dell’economia collaborativa nelle città, coinvolgendo tutti i capoluoghi di regione italiani sui principali temi di interesse (Mobilità alternativa e condivisa; Agricoltura e Produzione in ambito Urbano; Recupero produttivo degli Spazi, Housing collaborativo e Coliving; Coworking e futuro del lavoro urbano; Economia Informale e Welfare cittadino partecipativo; Economia e moneta locale per la creazione di Lavoro; Affitti di breve termine tra privati e nuove forme di turismo collaborativo e promozione turistica tra privati).
Iniziative dello Sharing Council
Definire una Carta dei valori della collaborazione per veicolarla ai cittadini e agli operatori economici e sociali.
Promuovere e coordinare la nascita di laboratori urbani per svolgere attività di formazione e accompagnamento per amministratori, cittadini e imprese, prevedendo anche piani di formazione informale e paritaria.
LINEE GUIDA TEMATICHE
1) ECONOMIA COLLABORATIVA
L’Economia Collaborativa descrive una vera e propria transizione di sistema, sollecitata e al tempo stesso abilitata da fattori di ordine tecnologico, economico, sociale e caratterizzata dall’adozione di meccanismi di condivisione e collaborazione tra cittadini, aziende e pubbliche amministrazioni lungo l’intera filiera di produzione, consumo e distribuzione del valore.
Provvedimenti concreti:
Attivare piani formativi ad hoc per i politici e per il personale delle amministrazioni su modelli, strumenti e metodologie legati al tema dell’economia collaborativa, con il diretto coinvolgimento delle organizzazioni attive.
Prevedere meccanismi di incentivazione per la progettazione e l’offerta di servizi in chiave collaborativa.
Favorire e premiare pratiche di co-design nei servizi pubblici.
Predisporre e diffondere Linee guida per le amministrazioni sul co-design dei servizi.
Decentrare e semplificare i meccanismi di controllo e monitoraggio dei Bandi e delle Call for solution.
Creare una piattaforma che favorisca processi di scambio e condivisione tra soggetti e PA che hanno attivato modelli di economia collaborativa.
2) GOVERNANCE DEI BENI COMUNI
Secondo questo modello, gli “amministrati” diventano cittadini attivi e responsabili che “alleandosi” con l’amministrazione contribuiscono alla risoluzione di problemi di interesse generale.
Provvedimenti concreti:
Definire un quadro di regole nazionale per la collaborazione tra cittadini e Pubblica Amministrazione per la cura e rigenerazione dei beni comuni, in linea con l’art. 118.4 della Costituzione.
Prevedere meccanismi di quota e/o di incentivazione per le imprese e le start-up a vocazione sociale nei processi di procurement pubblico.
Prevedere misure di incentivazione alla partecipazione civica.
Istituzionalizzare il ruolo dei facilitatori e creare un Fondo nazionale per agevolare le amministrazioni nel recruitment.
Sperimentare forme di evidenza pubblica che rinunciano al paradigma della competizione e applicano il paradigma della collaborazione o cooperazione o coprogettazione.
Stimolare l’attivazione di procedure per redigere Regolamenti urbani per la cura e rigenerazione dei beni comuni, a partire dal modello di Bologna.
Prevedere misure che incentivino le partnership con Università e mondo della ricerca e istituire forme di misurazione e valutazione di efficacia della partnership.
Riconoscere le imprese attive, oltre che i cittadini attivi, le scuole e le Università, come soggetti di partnership.
3) OPEN GOVERNMENT
La gestione del bene pubblico deve rispondere agli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni. L’utilizzo di strumenti digitali è finalizzato ad aumentare il grado di apertura e accessibilità dell’operato delle amministrazioni nei confronti dei cittadini, tanto in termini informativi quanto di partecipazione e controllo nel processo decisionale.
Provvedimenti concreti:
Adottare e implementare un piano “Comprensione 100%”, individuando indici di leggibilità per leggi, atti e comunicazioni della PA.
Adottare il FOIA italiano – Freedom of Information Act, offrendo libero accesso a tutti gli atti della PA.
Inserire nel Servizio Civile Nazionale un programma dedicato a progetti di “hackeraggio” nelle amministrazioni, in modo da stimolare e valorizzare il riutilizzo creativo e valido dei dati aperti della PA.
Contestualmente al rilascio di database di open data grezzi, favorire lo sviluppo e la diffusione di software e/o applicazioni di visualizzazione, analisi e confronto dei dati; rendere tali esposizioni interattive permettendo commenti, emendamenti, integrazioni.
Stabilire norme precise di accountability per i documenti di bilancio secondo alcuni principi base (vedi Carta di Belluno)
Introdurre forme di Valutazione dell’Impatto Sociale delle opere pubbliche mediante processi di ascolto (hearings) dei cittadini e delle imprese.
Prevedere incentivi per il personale amministrativo che promuove e attiva processi partecipativi, previo riscontro della loro efficacia
Prevedere meccanismi di engagement, anche in ottica di genere.
Curare la completa e capillare attuazione delle disposizioni già esistenti in materia di coinvolgimento civico in particolare quelle sulle Carte dei servizi (art. 2 comma 461 L. Finanziaria 2008) e sulla valutazione (d. lgs 150/2009, art. 8 punti c, e, h).
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Con il contributo di:
- Vittorio Alvino, Open Polis
- Marco Bani, Associazione RENA
- Sara Branchini, Centro Antartide
- Chiara Buongiovanni, FORUM PA
- Gabriele Carones, FORUM PA
- Simone Cicero, OuiShare Italia
- Federica Colonna, FORUM PA
- Beatrice Costa, ActionAid
- Marco Crescenzi, ASVI Social Change
- Michele D’Alena, Comune di Bologna
- Gianni Dominici, FORUM PA
- Marco Fratoddi, La Nuova Ecologia
- Fabio Giglioni, Sapienza Università di Roma
- Christian Iaione, LABSUS – Laboratorio per la sussidiarietà
- Marta Mainieri, Collaboriamo!
- Flavia Marzano, Stati Generali dell’Innovazione
- Mirta Michilli, Fondazione Mondo Digitale
- Francesca Moccia, Cittadinanza Attiva
- Carlo Mochi Sismondi, FORUM PA
- Alfonso Molina, Fondazione Mondo Digitale
- Isabella Mori, Cittadinanza Attiva
- Franco Perone, KPMG
- Giulia Pietroletti, Municipio V, Roma Capitale
- Daniela Selloni, Cittadini creativi
- Fabio Sgaragli, Fondazione Giacomo Brodolini
- Erica Sirgiovanni, FORUM PA
- Paolo Testa, Cittalia
- Paolo Venturi, AICCON
- Giovanni Vetritto, Presidenza del Consiglio dei Ministri
- Elvira Zollerano, FORUM PA