Modena: la nuova app per un controllo di gestione basato sui dati

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Per la Pubblica Amministrazione modenese la Control Room della PA è un’applicazione basilare per monitorare i processi, per competere in efficienza con gli enti locali più avanzati d’Europa, per risparmiare tempo, e soprattutto per generare analisi e data set che siano un supporto conoscitivo formidabile per il decisore politico e per i cittadini

2 Dicembre 2016

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Ludovica Carla Ferrari, assessore del Comune di Modena con deleghe a Sistemi informatici e Smart city

A Modena, terra di motori, di grande lirica e di buon cibo, sorge un polo dell’innovazione tecnologica dedicato alla sicurezza informatica e alle tecnologie per la smart city.

La prevista “rivoluzione digitale” determinata dalla pervasività delle tecnologie informatiche e della digitalizzazione di servizi e informazioni ha avuto inizio: Industria 4.0, Smart city, Internet of Things non sono più slogan, ma progetti concreti caratterizzati da un elevato grado di innovazione e dirompenza, che richiedono risposte tempestive: l’obiettivo è creare le condizioni affinchè i cittadini, le imprese, le Istituzioni e le organizzazioni pubbliche possano coglierne le opportunità senza subirne i danni, dando vita ad un ecosistema dell’innovazione caratteristico del territorio, con aspetti di unicità che ne facciano un punto di riferimento nazionale ed internazionale.

Il “Data Center e servizi per l’innovazione ICT” nasce dal protocollo d’intesa siglato nel giugno 2015 fra Comune di Modena, Università di Modena e Reggio Emilia, Provincia di Modena, Lepida S.p.a. e Fondazione Democenter; l’obiettivo è la costituzione di un polo dell’innovazione tecnologica dedicato ai temi della sicurezza informatica e delle tecnologie smart-cities, con attività di ricerca e sviluppo di soluzioni e servizi avanzati per il mercato pubblico e privato e capacità di orientamento di strumenti e mezzi finanziari a sostegno dell’innovazione di imprese esistenti e nuove. Questo innovation hub è configurato come infrastruttura, snodo della connettività, al servizio degli Enti locali della provincia, dell’Università e orientata al settore Automotive, delle strutture della Sanità e di associazioni e imprese private, in un ottica di sviluppo “Smart” della città e della comunità generato sulla base del cosiddetto modello delle 4P (people, places, public and private ).

Il polo, i cui “softprocess” sono avviati (fusione degli attuali data center locali, innovazione di processo condivisa fra i vari enti con il modello Sharing Services ICT , inaugurazione della prima edizione della Cyber Security Academy come primo corso italiano di specializzazione universitaria sulla sicurezza informatica, realizzazione della Control Room e messa a punto del controllo di gestione), sostituisce i diversi C.E.D. oggi esistenti e gestiti dai singoli Enti e Istituzioni e si integrerà con la rete dei Data Center regionali attualmente in fase di realizzazione.

Il Data Center, la cui architettura riflette la strategia dell’ innovation hub ed è parte della candidatura che ha ottenuto il finanziamento nel cosiddetto Bando Periferie (riqualificazione delle periferie urbane approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 25 maggio 2016, in attuazione della Legge di stabilità 2016), è stato progettato per massimizzare l’interoperabilità fra Enti e la flessibilità della gestione e della fruizione dei dati, ottimizzando le risorse disponibili con lo scopo di realizzare una strategia a basso impatto energetico ma ad elevato potenziale in termini di ricadute sociali, di risorsa per aziende private (non solo a quelle del settore ICT) e per aumentare l’affidabilità (continuità di servizio) e la sicurezza dei sistemi informatici (disaster recovery).

Per la Pubblica Amministrazione modenese un’applicazione basilare è la Control Room della PA, cioè un sistema software/hardware capace di sviluppare le attività di controllo di gestione in senso ampio, orientate all’innovazione di processo, all’analisi dati ed alla semplificazione amministrativa. Il controllo di gestione è uno strumento utile non solo per rendere più efficiente la spesa, ma anche per monitorare i processi, per competere in efficienza con gli enti locali più avanzati d’Europa, per risparmiare tempo, e soprattutto per generare analisi e data set che siano un supporto conoscitivo formidabile per il decisore politico e comunicato ai cittadini, per la conoscenza e la valutazione delle scelte strategiche programmate ed attuate sulla città, come ulteriore strumento di trasparenza, capace di rafforzare il rapporto fiduciario fra cittadino e Amministrazione, il cui concetto chiave sia accountability.

La Control Room è anche un luogo fisico, strumento e punto di riferimento per il monitoraggio di processi complessi e dispersi nello spazio e nel tempo, articolati sulla base di molteplici fattori interni ed esterni quali sono quelli alla base del funzionamento di un Ente Locale, rappresentato e gestito attraverso un’adeguata dotazione tecnologica con monitor multipli, applicativi ad infografiche con aggiornamenti in real time ed una squadra di esperti ad interpretare i flussi di informazioni. Nell’ambito del progetto si studieranno nuove applicazioni per sensori introdotti nell’ambiente urbano ed operanti attraverso una piattaforma smart city integrata: semafori smart, cartelli stradali digitali, applicativi che connetteranno le persone alla mobilità urbana, telemedicina, domotica evoluta per gli edifici, sono solo alcune delle possibili applicazioni orientate ad una maggiore qualità della vita, al risparmio energetico, all’equilibrio sociale ed alla sicurezza.

Un’ala dell’edificio sarà destinata ad aule e laboratori a servizio dell’Università nei quali si inserirà la prima Cyber Security Academy italiana (già avviata grazie al sostegno di Fondazione San Filippo Neri e del Comune di Modena che ha integrato il progetto Modena Smart Security) quale corso di specializzazione universitario che prevede la formazione della figura professionale dell’esperto in sicurezza informatica, organizzato in due cicli semestrali, a regime di circa 20-25 specializzandi ciascuno, capace di alimentare l’ecosistema economico con questa fondamentale funzione che sempre più, nel futuro, inciderà sulla competitività di un territorio.

Sicurezza e competitività intese anche come cultura digitale, cioè formazione e diffusione delle conoscenze e delle competenze: anche la divulgazione ha un ruolo centrale, che già oggi si evidenzia nelle attività messe in campo, accanto alle nuove opportunità per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanili e delle start-up, perché la vera innovazione è quella che non lascia indietro nessuno e che accompagna le trasformazioni con l’obiettivo di assicurare alle comunità l’accesso ad opportunità e strumenti di innovazione, garantendo al contempo uno sviluppo etico, sicurezza e strumenti per l’armonia sociale.

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