Trasporti, i dati aperti non ci sono: l’indagine
12 Novembre 2015
Francesco Piero Paolicelli, esperto Open Data
In questi giorni sto focalizzando l’attenzione sui trasporti pubblici. Mi riferisco ai tram, bus, treni che attraversano in lungo e in largo le strade, le autostrade, le ferrovie e l’Italia intera.
Ho realizzato che in Europa è naturale prendere tali mezzi (appunto) pubblici. Insieme alla mobilità alternativa (biciclette ad esempio), sono quasi un diritto fondamentale. Sono particolarmente attento all’argomento perché sono nato in una città, Matera, che non è connessa alla rete Trenitalia e quindi sono cresciuto senza la dovuta sensibilità civica, prima che utilità, nell’uso del treno per spostarmi. Ora che vivo a Lecce, le cose sono cambiate, ma mi rendo conto che l’Italia è a due velocità.
Ci sono città come Roma, Bologna, Bari, Palermo, Torino, Milano, Venezia, Trento che pubblicano su paline apposite gli orari previsti per i prossimi arrivi dei bus e dei treni. Tale pubblicazione non rimane nella fisicità di quel display, ma entra nella rete, in altre parole tali informazioni le troviamo su portali e app. Mi ha colpito molto la pagina dell’azienda di trasporti della Regione Emilia Romagna:
E’, in pratica, un manifesto reale di una smart city (termine che va tanto di moda), ma anche un manifesto che implica che ci sia un gruppo di aziende, start-up, professionisti, appassionati che poi con quei dati “fanno” le cose, cioè fanno da cerniera tra il dato grezzo (raw data) e la trasformazione in servizio pratico ed utile per la comunità. Coerentemente quindi, sul sito della TPer.it sono elencate tantissime app sui trasporti che riusano gli open data rilasciati.
Lo stesso accade per la città di Bari, dove tramite il progetto SEMINA sono stati rilasciati in open data, con licenza di pubblico dominio CC0, tutti i trasporti realtime della partecipata comunale AMTAB. Mi sono divertito a costruire un sito web (attivate sul vostro smartphone il GPS) ed un’app con Telegram. Se volete, utilizzateli pure. Sono gratuiti e sulla mia repositoryGithub/Piersoft trovate i sorgenti per migliorarli.
Incuriosito, faccio una ricerca in rete l’Italia e per l’Europa e scopro una triste realtà. Tutti i paesi “evoluti” pubblicano tutti i dati sui trasporti: orari, fermate, percorsi, e tali dati sono pure interconnessi.
Se andate sul sito dei Trasporti di Google e cercate per esempio due vie della vostra città, se siete fortunati avrete la risposta, altrimenti otterrete un laconico “sorry…”, oppure vi viene mostrato il percorso a piedi. Capirete il digital divide culturale del vostro Comune e dell’azienda dei trasporti pubblici (ripeto, pubblici). Attenzione, io vivo a Lecce, che è un fiore all’occhiello sugli open data e ha vinto il primo premio E-Gov per gli open data 2015! Ma su questo argomento siamo fuori strada:
Scaliamo. Vediamo la situazione Italiana nel Global Index open Data e scopriamo che siamo al venticinquesimo posto e l’argomento trasporti è uno dei talloni d’Achille. Mentre per la spesa corrente il Governo ha rilasciato SoldiPubblici.Gov.it, che da poco si è aggiornato anche con le spese dei Ministeri e non solo della PA Locale, sui trasporti non c’è omogeneità. Ci vorrebbe una legge che imponga a tutti i comuni, regioni, province, che tali informazioni siano pubbliche e liberamente utilizzabili. Non serve la raccomandazione AgID (o l’inserimento nelle linee guida 2015 come avvenuto nella consultazione pubblica).
Ci vuole una regola obbligatoria così come c’è per la trasparenza, per i lavori pubblici.
Questa immagine è ancora più lampante:
E’ la definitiva sconfitta di tutti i proclami delle varie città italiane che si sentono Smart City, ma non lo sono. La grafica del servizio Travic è impietosa.
Da civic hacker non mi rassegno. Alcuni anni fa fu fatta una mappatura sul campo dei trasporti a Matera grazie al gruppo (radicale) degli unMonastery durante il percorso (vincente) per Matera Capitale Europea della Cultura 2015. Il risultato fu la realizzazione dei file GTFS (standard open data) che purtroppo oggi non sono più validi. Infatti, sono cambiati orari e alcuni percorsi, ma il fornitore locale dei trasporti non ha alcuna intenzione di rilasciare il suo “segretissimo” piano di esercizio a favore della concorrenza.
A Lecce, come detto, non va molto meglio, ma almeno abbiamo il Comune dalla nostra parte: stiamo predisponendo l’ampliamento di questo lavoro fatto da Salvatore Malatesta e Federico Cortese, insieme ai funzionari comunali e all’Istituto Superiore “Grazia Deledda”: verranno mappate tutte le fermate, linee, percorsi e il Comune manterrà aggiornati questi dati, che essendo pubblici saranno la materia prima per la comunità per sviluppare app e servizi e, perché no, anche economia.
Maurizio Napolitano tempo fa mi fece vedere questo sito sui trasporti svizzeri , che ha nel proprio DB anche moltissimi trasporti europei e quindi italiani.
Non potevo farmi scappare l’occasione per fare un’app Telegram che desse orari di partenza dalle città italiane e la localizzazione della stazione più vicina:
Il servizio funziona abbastanza bene benché sia molto “anomalo” e si debba passare dagli open data svizzeri per avere un servizio sui trasporti italiani.
Non è quello che serve. Serve una strategia integrata. Una spallata coordinata alle resistenze (culturali). Parliamo di trasporti, ma il meccanismo è uguale su tutti gli open data: dietro tali resistenze c’è il potere, l’ignoranza, il “losco”. Invece noi abbiamo bisogno di trasparenza, servizi e dati per risollevare la qualità della vita ed anche l’economia di questa splendida penisola.