“Premio PA sostenibile”, focus su due ambiti: partecipazione e salute

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La scadenza per candidarsi al Premio è stata prorogata al 16 aprile. Chiudiamo il viaggio tra gli ambiti del Premio il cui obiettivo è raccogliere, selezionare e promuovere le migliori proposte candidate all’interno di sette ambiti che richiamano gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030

5 Aprile 2018

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redazione

Siamo in dirittura d’arrivo, c’è tempo sino al 16 aprile per candidarsi al “Premio PA sostenibile”. Promosso da FPA in collaborazione con ASviS, la call permette di iscrivere le soluzioni più innovative nell’ambito di sette aree di intervento strettamente connesse agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable development goals), indicati dall’ONU nell’Agenda 2030.
Occorre conoscere le iniziative promosse in Italia per ideare e attuare le giuste soluzioni in grado di affrontare le crescenti potenzialità che la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), approvata con una delibera del CIPE il 22 dicembre del 2017, offre.
I soggetti ai quali chiediamo di mettersi in gioco, dalle amministrazioni centrali e locali alle strutture della sanità pubblica, dalle aziende di SPL alle piccole e medie imprese innovative, dalle Istituzioni scolastiche e i centri di ricerca alle associazioni, non possono non affrontare le tante sfide che il nuovo modello di sviluppo pone da qui al 2030 e oltre.
Nell’intento di voler scegliere questo nuovo percorso, esploriamo altri due ambiti del Premio: “Giustizia, trasparenza, partecipazione” e “Salute e welfare”, rispettivamente collegati al goal 16 “Pace, giustizia e istituzioni solide” e al goal 3 “Salute e benessere”.

Giustizia, trasparenza, partecipazione

Quali impegni includono i target del goal 16 sottoscritti dall’Italia? Riportiamo i più significativi:
16.5 “Ridurre sostanzialmente la corruzione e la concussione in tutte le loro forme”;
16.6 “Sviluppare istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti a tutti i livelli”;
16.7 “Assicurare un processo decisionale reattivo, inclusivo, partecipativo e rappresentativo a tutti i livelli”;
16.10 “Garantire l’accesso del pubblico alle informazioni e proteggere le libertà fondamentali, in conformità con la legislazione nazionale e con gli accordi internazionali”.

Il target 16.5 richiama il principio della trasparenza ed efficienza negli appalti pubblici e, con l’obiettivo di contrastare la corruzione in tutte le sue forme e dare applicazione alla disciplina contenuta nel nuovo “Codice degli Appalti” (D. Lgs. 50/2016), recentemente rivisto (D.Lgs. 56/2017), l’Italia ha potenziato il ruolo dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Il documento fornisce anche un quadro generale sul Green Public Procurement ovvero l’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi, adottati ai sensi del “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione” predisposto dal Ministero dell’Ambiente, favorendo un nuovo modello di economia circolare.

Si evidenziano anche le iniziative avviate in Italia in osservanza del Freedom of Information Act (FOIA), che riconosce alle persone un diritto diffuso di accesso ai dati pubblici. Sono state lanciate piattaforme di open government, strumenti on line con l’intento di favorire la cittadinanza attiva e partecipativa, ma ancora molto c’è da fare in questo settore.

Salute e welfare

Ecco alcuni dati riportati all’interno del Piano Nazionale Cronicità (settembre 2016). Si stima che circa il 70-80% delle risorse sanitarie a livello mondiale sia oggi speso per la gestione delle malattie croniche; il dato diviene ancora più preoccupante alla luce delle più recenti proiezioni epidemiologiche, secondo cui nel 2020 esse rappresenteranno l’80% di tutte le patologie nel mondo. Entro il 2060 si prevede che il numero di Europei con età superiore a 65 anni aumenti da 88 a 152 milioni, con una popolazione anziana doppia di quella sotto i 15 anni. E nella regione europea dell’OMS, le malattie croniche colpiscono l’80% delle persone oltre i 65 anni. Secondo dati ISTAT, due milioni 600 mila persone vivono in condizione di disabilità in Italia (4,8 % della popolazione, totale, 44,5 % nella fascia di età>80 anni) e ciò testimonia una trasformazione radicale nell’epidemiologia del nostro Paese. Infine, si parla di un terzo delle visite mediche generiche e di quelle specialistiche erogato alla popolazione multi-cronica.

Il 15 settembre 2016 è stato firmato l’accordo Stato-Regioni che ha dato vita al Piano Nazionale della Cronicità (PNC). Obiettivo: armonizzare a livello nazionale le attività in questo campo. Il documento individua: un elenco di patologie croniche e un inquadramento generale per ciascuna di esse; un elenco delle principali criticità, obiettivi, linee di intervento, risultati attesi e alcuni indicatori per il monitoraggio.

Il 12 gennaio 2017 è stato approvato il Decreto sui nuovi Livelli essenziali di assistenza (LeA), che prevede importanti ampliamenti delle cure che le unità sanitarie di tutto il Paese sono tenute ad assicurare in regime di Servizio sanitario nazionale. Novità in particolare per cronicità, disabilità e prevenzione: prestazioni tecnologicamente avanzate per l’autonomia dei soggetti disabili; tipologie di assistenza domiciliare per i malati cronici non autosufficienti.

Cosa fare per rispondere a questo radicale e inarrestabile cambiamento del quadro sociale, alla luce anche del quadro normativo esistente?
Si pensi a strutture ospedaliere più specializzate, con letti assistiti, monitorizzati, tecnologicamente avanzati; si pensi alla robotica e agli interventi meno invasivi sui pazienti o a soluzioni per l’assistenza territoriale e per la deospedalizzazione. L’innovazione tecnologica consente nuove opportunità per lo sviluppo di un modello di cura sostenibile, occorre coglierle.

Il 2017, nelle intenzioni del piano “Strategia per la crescita digitale 2014-2020”, avrebbe dovuto essere l’anno di svolta per la digitalizzazione della sanità italiana. All’interno del “Piano Triennale per l’informatica nella PA” (maggio 2017), per l’Ecosistema Sanità sono stati evidenziati tre progetti a titolo esemplificativo: Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), come esempio di infrastruttura abilitante; Centro unico di prenotazione (CUP), da realizzare su tutto il territorio nazionale per favorire l’accesso alle cure e la riduzione dei tempi di attesa; Telemedicina, per migliorare la fruibilità delle cure, dei servizi di diagnosi e della consulenza medica a distanza.

Tanti progetti sono già arrivati, cosa aspetti a candidare la tua soluzione? La scadenza per candidarsi al Premio è stata prorogata al 16 aprile.


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